Francia - Fase decisiva per la lotta contro la riforma delle pensioni

Manifestazioni di massa e blocchi in tutto il Paese in occasione del dodicesimo sciopero generale del 2023. Domani la decisione del Consiglio Costituzionale: lanciato un presidio alle 17. Ancora una volta Globalproject è presente a Parigi con due corrispondenti.

13 / 4 / 2023

Sono giornate decisive in Francia, tanto per il governo quanto per il futuro del movimento contro l’innalzamento dell’età pensionabile dai 62 ai 64 anni, che è riuscito finora a dimostrare una tenuta e una determinazione fuori da ogni aspettativa. Siamo al dodicesimo sciopero generale dall’inizio del 2023 e domani ci sarà il pronunciamento del Conseil Constitutionnel (l’equivalente della Corte Costituzionale italiana) sulla riforma.

Nonostante la grande quantità di energie che sono state spese in questi mesi e il continuo innalzamento dell’asticella delle violenze poliziesche, il movimento non dà alcun segno di stanchezza. Lo dimostra la grandissima quantità di persone in piazza e la capillarità con cui ancora una volta si sono estesi blocchi e picchetti in tutte le aree del Paese. 

Tra le azioni più significative della mattina segnaliamo il blocco della periferia di Caen, degli ingressi a Brest e Angers e della raffineria Feyzin a Lione. Inoltre, in tutta l’Île de France sono iniziati all’alba e sono proseguiti per diverse ore blocchi di inceneritori e depositi, riconducibili alla lotta del settore dei rifiuti. A Parigi, sempre in mattinata, alcuni manifestanti hanno formato barricate di bidoni davanti al Consiglio Costituzionale, proprio in vista della decisione di domani. Nel frattempo, il presidente Macron è stato contestato anche durante la sua visita nei Paesi Bassi: a L’Aja un gruppo di manifestanti ha interrotto il suo discorso con uno striscione: “Macron presidente della violenza e dell’ipocrisia”.

Nella capitale, la mattinata è stata anche segnata dalla manifestazione dei ferrotranvieri, indetta da Sud Solidaire. Il presidio, indetto per le 11, si è trasformato subito in un corteo spontaneo: centinaia di manifestanti hanno occupato la Gare de Lyon. Successivamente i manifestanti hanno occupato il negozio di Louis Vuitton in Avenue Montaigne al grido di «de l'argent, ily en a dans les caisses du patronat». Il corteo spontaneo, arrivato agli Champs-Élisées, ha occupato la strada provocando l’intervento delle forze dell’ordine che hanno lanciato diversi lacrimogeni. Nel frattempo Olivier Verlan, portavoce del governo ha detto che non scioglieranno Soulevements de la Terre, perché «il governo ha bisogno di più tempo per redigere il dossier». Ricordiamo anche che ieri si è svolta l'assemblea per il supporto a Soulevements de la terre, con oltre duemila partecipanti.

Il corteo ufficiale parte da Opera poco prima delle 15 e viene subito divisi in due tronconi, come accaduto in occasione dei cortei più numerosi. Diversamente dalle altre volte, alla testa non ci sono i sindacati ma lo spezzone universitario, a testimonianza del grande protagonismo che studentesse e studenti stanno avendo in questo movimento. L’arroganza di Macron nei confronti del mondo sindacale ha fatto sì che anche il sindacato più moderato - la CFdT - abbia fatto un investimento enorme per questo corteo, con ben 8 camion. Molto significativo è il dato numerico del Cortège de tete: a detta di molte persone era da tempo che non si vedevano numeri così alti.

All’altezza di Châtelet la polizia, che ha avuto un atteggiamento nervoso e provocatorio fin dalla mattina, spezza il corteo e inizia a caricare ai lati, con l’obiettivo di disperdere i manifestanti. La risposta è un fitto lancio di petardi. Da qui in avanti, il fronteggiamento tra polizia e manifestanti diventa sempre più intenso, ma il corteo riesce comunque ad arrivare a Bastille attorno alle 17,15, senza disperdersi.

Immagine di copertina: Cerveaux non disponibles.