1 marzo: "Human Rights, France de merde" riassume lo stato d'animo dei migranti che stanno assistendo all'opera di demolizione della bidonville di Calais.
L'ingiunzione di svuotare capanne e ripari in un' ora, tempo concesso prima di dare il via alla distruzione della zona sud eseguita dagli operai di un'impresa edile incaricata dalla prefettura, è stata la prima provocazione alle 8 del mattino di lunedì 29 febbraio mentre decine di mezzi della polizia, oltre ai bulldozer, perimetravano l'area vietando aggressivamente l'accesso a cittadini solidali accorsi in urgenza e ai giornalisti, pronti all'evacuazione forzata di donne, bambini, adolescenti e uomini che abitano la jungle. Poi, sono arrivati i rappresentanti istituzionali e amministrativi, pretesto per entrare nella bidonville con centinaia di CRS allo scopo di "proteggere" il personale incaricato di svuotare le abitazioni, capanne, tende e ripari di fortuna costruiti con materiale di recupero da migranti e militanti attivi nella bidonville.
Tutto il materiale distrutto è finito nei due enormi cassoni dei rifiuti portati in occasione dello smantellamento.
Molti migranti hanno reagito tirando oggetti raccattati a terra quando la polizia ha cominciato a minacciare brutalmente a manganellate e spintoni con gli scudi.
Intanto gli operai iniziavano a demolire i luoghi ancora abitati. Un primo tiro di lacrimogeno indirizzato ai migranti che non se ne andavano via veloci come ordinato è partito in direzione di una tenda che ha preso fuoco. La situazione è degenerata perché i CRS tiravano ad altezza d'uomo dove c'erano gruppi di migranti in prossimità delle tende e dove ci sono anche le bombole di gas, un reale pericolo durante l'evacuazione forzata: molte infatti sono esplose mettendo a rischio l'intera zona.
Lanciando pietre alcuni migranti si sono difesi dalla polizia che stava intossicando l'intera bidonville di lacrimogeni, mentre altri hanno utilizzato i detriti della demolizione come barriere per poi incendiarle e far fronte alle ripetute cariche della polizia con i flashball e idranti. Questo ha permesso di allontanare le famiglie che per proteggersi gridavano "peace, peace, we are a family" senza aver più alcun riparo. I CRS hanno tirato lacrimogeni sulla scuola e impedito di mettere al sicuro i bambini che vagavano tra la confusione degli scontri.
Adesso migliaia di migranti non hanno alcuna soluzione di alloggio, non sanno dove dormire la notte, come ripararsi e trovare cibo, cure e aiuto per i più vulnerabili, fragili per condizione, età o stato di salute. Tutto fa pensare alla provocazione premeditata per svuotare la "jungle", ridurla al massimo a 2000 presenze temporanee, prima che il ricorso presentato al Consiglio di Stato dalle associazioni crei problemi e dissonanze all'interno dell'apparato governativo nonostante la compattezza dimostrata da amministratori locali, prefettura e ministero degli interni. Valls è coerente con Sarkozy e Guéant che occupavano il terreno politico precedente a Hollande; un governo, quest’ultimo, che assicura una totale continuità nell'assenza totale di rispetto dei diritti dei migranti in Francia.
Manifestazioni e presidi di solidarietà si stanno organizzando sia a Londra che in Francia nei prossimi giorni