Francia - Ancora in piazza per la regolarizzazione dei sans papiers

Da giovedì scorso al #16n parigino si sono svolti altri due cortei in difesa di Leonarda, Khatchik e tutti i sans papier. Azione selvaggia in metro e alla stazione dei treni bloccata dalla morsa poliziesca.

18 / 11 / 2013

 Nell'ultima settimana la capitale francese è stata attraversata da altri due cortei lanciati da collettivi e sindacati studenteschi sempre sulla tematica dei sans papiers. La determinazione degli studenti liceali, infatti, fa sì che le rivendicazioni siano portate avanti ad oltranza, fino appunto al rientro dei due ragazzi espulsi e ad una revisione giuridica e formativa della cittadinanza.

Ma per quanto i collettivi studenteschi – tra cui il neonato Mouvement inter- lycéen indépendent – e i sindacati abbiano continuato a rilanciare, l'ondata scoppiata ad ottobre che aveva invaso quasi tutti i licei parigini e altre città francesi è in una fase di riflusso. La generalizzazione del conflitto tra gli studenti medi, che inizialmente era riuscita a far deflagrare un ragionamento sulle condizioni del mondo della formazione, si sta progressivamente spegnendo. Indubbiamente importantissime le date di mobilitazione che si sono susseguite in questi sette giorni, a cui comunque almeno cinquecento persone in entrambe le scadenza hanno preso parte con forza. Soprattutto, nella giornata del #16n a Parigi hanno sfilato non solo i liceali, ma anche insegnanti, sindacalisti, lavoratori e altre realtà politiche che fanno attività sul territorio. 

Il corteo si è snodato da Place de la République fino a Nation, paralizzando le vie dell'arrondissement e mettendo in atto alcune iniziative durante il tragitto, ad esempio la chiusura simbolica del liceo Dorian con delle barricate fatte di cassonetti dell'immondizia. Arrivato a Nation, piazza dove finiscono solitamente tutti i cortei, lo spezzone del corteo legato ai collettivi e al Mouvement inter-lycée ha deciso di proseguire, di eccedere dal “protocollo” delle manifestazioni autorizzate provando ad andare avanti. Ed è qui che la massiccia presenza delle forze dell'ordine, stranamente non visibile durante la prima parte del corteo, si è mostrata netta: più di venti defender della Gendarmerie, cordone di polizia in borghese e subito dietro cordone dei reparti in assetto antisommossa.

 Dopo aver fronteggiato lo schieramento, all'incirca duecento persone sono indietreggiate ed hanno invaso la stazione metro di Nation, saltando i tornelli e prendendo il primo mezzo per la stazione di Châtelet; lì una sessantina di attivisti ha provato a fermare un treno occupando i binari e facendo delle barricate. La risposta della polizia è stata dura e spropositata: da tutti i lati dei binari è entrato il reparto antisommossa, con un centinaio di uomini, che ha accerchiato le persone in una kettle e rincorso coloro che provavano a fuggire. 

Un primo gruppo di persone è stato trattenuto per una mezzora e poi portato alla prima metro per farli allontanare dalla zona, senza fare identificazioni o segnalazioni; nell'altro gruppo, quello che era riuscito ad andare sui binari, la polizia ha iniziato a fare le identificazioni e a portare tutte le persone in Questura.

La giornata di ieri sicuramente ci consegna un dato di intransigenza e di volontà di cambiamento in merito alla questione delle espulsioni e delle migrazioni, rappresentato anche dai vari attivisti che hanno provato a portare ad un nuovo livello conflittuale la mobilitazione, non lasciandosi perimetrare dai divieti e dai ritualismi di alcune organizzazioni politiche. Purtroppo la risposta poliziesca è sempre inflessibile non avendo un rapporto di forza contrapposto, come poteva essere quando effettivamente le mobilitazioni di ottobre erano generalizzate, che permetta di aprire nuovi spazi di libertà di movimento.

 E' difficile capire come e quando sia possibile che da questo campo apertosi a ottobre possa seguire una nuova fase, magari trasversale alle miriadi di resistenze e vertenze che nel solo spazio urbano parigino si vivono quotidianamente: dal diritto alla casa, che vede tuttora un'acampada in Place de la République dei richiedenti accesso agli aiuti familiari dello Stato, fino agli scioperi e alle rivendicazioni dei/lle lavorat* del sesso del quindicesimo arrondissement. Una mappa di micro-conflitti che è direttamente contro la crisi e l'austerity targata socialdemocrazia di Hollande e troika europea e, proprio per questo, condivide delle condizioni comuni in tutti i suoi tratti.

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