Ende Gelände - Exit Coal enter future

29 e 30 novembre: due giorni per bloccare la miniera di lignite in Lusazia, una delle più grandi d'Europa.

2 / 12 / 2019

Una nota della delegazione dei Centri sociali del Nord-Est che ha partecipato alla grande giornata di mobilitazione lanciata da Ende Gelände. Mobilitazione che ha visto migliaia di attiviste e attivisti da tutta Europa bloccare le miniere di lignite nella regione della Lusazia in Germania.

Nei giorni appena trascorsi una delegazione di attiviste e attivisti dei Centri Sociali del Nord-Est ha preso parte alla call for action lanciata da Ende Gelände che prevedeva il blocco di una miniera di lignite nella regione della Lusazia contro l’estrazione del carbon-fossile. Da anni partecipiamo alle azioni di Ende Gelände. Ci teniamo, infatti, a riportare nelle lotte ambientali europee la ricchezza dei nostri territori, portando avanti lo scambio e il rapporto instaurato negli anni.

Da diverso tempo Ende Gelände ha assunto un ruolo e un valore centrale in Germania, quando si parla di lotta per la fuoriuscita dal fossile e per la giustizia climatica. Si tratta di un movimento che, mettendo al centro la disobbedienza civile come pratica del conflitto, è riuscita negli ultimi tempi a mobilitare migliaia e migliaia di persone. Un movimento radicale e anti-sistemico che punta il dito in maniera chiara contro i responsabili della devastazione ambientale e territoriale che vive la Germania: un paese che ospita ancora molte miniere di lignite attive sul suo territorio nazionale e vede la classe politica millantare riconversioni green e che allo stesso tempo protegge gli interessi della classe imprenditoriale del carbon-fossile.

Dopo più di sette anni dalle prime occupazioni della foresta di Hambach, adiacente al sito minerario più grande d’Europa, dalle numerose azioni di blocco organizzate nella zona della Nord Reno-Vestfalia, questa volta la mobilitazione si è spostata in Lusazia, dove si trova il secondo sito minerario più grande della Germania. Qui migliaia di attiviste e attivisti hanno bloccato già dalle prime ore della mattina diversi punti della miniera: il green finger ha occupato la miniera di Welzow-Süd mentre l'orange e il purple fingers si concentravano sui binari di collegamento interno tra le varie sezioni di lavorazione del carbone nella fase di estrazione; il red e il gold fingers invece occupavano la miniera nella zona di Jänschwalde.

L’azione di questo fine settimana si colloca in un contesto ben preciso, che vede l’alleanza di Ende Gelände con i giovani di Fridays For Future e altre realtà territoriali farsi sempre più solida. A pochi giorni dalla pubblicazione del programma climatico del governo tedesco, che prevede un rallentamento nelle azioni di fuoriuscita dallo sfruttamento delle risorse fossili e a pochi giorni dall’inizio della COP25 a Madrid gli attivisti ambientali di tutta la Germania hanno voluto lanciare un messaggio chiaro: se non ci penseranno le istituzioni a fermare le miniere di carbone lo faremo noi stessi con i nostri corpi!

Le azioni di blocco sono riuscite a proseguire per tutto il corso della giornata nonostante i tentativi della polizia di bloccare e allontanare le attiviste e gli attivisti. Per quanto l’iniziativa avesse una struttura tipica di Ende Gelände ci sono stati diversi elementi di novità a partire proprio dalla scelta della zona mineraria della Lusazia, completamente diversa da quella di Hambach sia per la composizione sociale dell’area sia perché l’intervento politico-climatico inizia proprio con i blocchi di questo fine settimana. La scelta di questa zona ha comportato una serie di difficoltà: se nella zona di Hambach il movimento per la giustizia climatica è socialmente accettato e sostenuto dalla grande maggioranza della popolazione della zona, in questo caso ci sono stati episodi di intimidazione da parte dei movimenti dell’estrema destra di Lipsia e Dresda, che hanno addirittura organizzato delle mobilitazioni in favore dell’estrazione del carbone. Questo clima di ostilità non ha però scoraggiato nè Ende Gelände nè i solidali di tutta Europa che sono stati in grado di portare avanti una forte alleanza con i gruppi locali contro lo sfruttamento del carbon-fossile.

Un ulteriore elemento di novità è stato dato dal fatto che per la prima volta il corteo per arrivare ai blocchi non fosse autorizzato. La versione ufficiale parla di un numero insufficiente di forze dell’ordine per garantire la sicurezza dell’azione, facendoci pensare in modo sempre più convinto che dopo due anni di partecipazione alle iniziative di Ende Gelände è che questo movimento stia davvero toccando un nodo scoperto e ottenendo dei risultati importanti contro il sistema economico tedesco basato sullo sfruttamento del carbone: da una parte ogni anno un numero sempre maggiore di attivisti sceglie di mobilitarsi per fermare con i propri corpi le miniere nonostante le condizioni avverse, dall’altra perché il numero dei danni causati alle Rwe e alle altre compagnie di estrazione sono davvero significativi.

Ci viene da dire questo perché anche il dispositivo repressivo della polizia è stato ben più duro dell’ultima azione di blocco. Per la prima volta infatti, la polizia ha fatto degli arresti mirati durante l’occupazione della miniera, con il chiaro obiettivo di lasciare il gruppo senza riferimenti organizzativi. La cosa forse ancor più grave è che per fare questo la polizia tedesca si è servita dei momenti di assemblea plenaria dove veniva deciso tutte e tutti insieme come proseguire la giornata di blocco per entrare in plotone e tentare di fermare più attivisti possibili ferendo gravemente anche un attivista. Gli attivisti però non si sono fatti intimidire e hanno risposto con intelligenza agli attacchi della polizia facendo sì che il blocco si protraesse fine alla fine senza alcuna identificazione.

Anche questa volta, torniamo dalla Germania felici di aver vissuto un’esperienza reale di conflitto, fianco a fianco con migliaia di giovani che, consapevoli della crisi climatica e delle sue conseguenze, si sono organizzati per partecipare ad un’iniziativa di blocco di uno di quei luoghi maggiormente rappresentativo dei danni che l’essere umano ha causato e continua a causare al nostro Pianeta.


Photo credits Ende Gelände.