Elezioni in Germania. Un sguardo di movimento.

Intervista ad attiviste/i di Interventionistische-Linke dopo le elezioni federali tenutesi in Germania lo scorso 24 settembre

12 / 10 / 2017

Dopo le elezioni federali tenutesi in Germania lo scorso 24 settembre, che hanno profondamente scosso il quadro politico nazionale, abbiamo intervistato alcuni attiviste/i di Interventionistische-Linke. Lo sguardo che danno assume, dentro una prospettiva di movimento, un orizzonte europeo, sia in termini di problematiche comuni sia in termini di spazi politici che, da ora in avanti, potrebbero schiudersi, in particolare sui temi che riguardano l’antirazzismo e la libera circolazione degli individui.

 Anzitutto occorre precisare che per indagare la complessità dei temi di ciascuna di queste domande potrebbero essere scritti interi saggi. Vogliamo quindi che le nostre risposte vengano intese come spunti, senza alcuna pretesa di completezza.

1) Le elezioni federali in Germania hanno implicato come risultato la fine della Große Koalition e dei tradizionali partiti politici. Secondo voi, quali sono le cause politiche, economiche e sociali che hanno portato a questo esito?

I tradizionali partiti politici non sono alla loro fine, sfortunatamente, ma stanno sicuramente affrontando una crisi. La CDU ha ottenuto il 33% dei voti, i Verdi il 9%, i Socialdemocratici il 21% e i liberali circa l’11%. Di fatto, il 74% degli elettori ha dato la sua preferenza ai partiti tradizionali e, in effetti, alle politiche dello status quo. Qualcuno potrebbe anche chiedersi se la prospettiva dell’ingresso dell’AfD in Parlamento non abbia addirittura rafforzato il sostegno ai tradizionali partiti neoliberali - un fenomeno che abbiamo conosciuto durante le elezioni francesi, in cui i cittadini hanno dovuto cinicamente scegliere tra Macron e LePen.

Non si tratta quindi di un cambiamento fondamentale nel panorama politico tedesco. Dopotutto, il governo sarà una larga coalizione composta dagli stessi partiti, rappresentazione delle diverse sfaccettature del neoliberismo, che sono sempre comparsi, in uno schieramento o nell’altro, nei governi federali e regionali. L’impressionante cambiamento rispetto al passato è dato dalla nascita di un blocco di destra che unisce i gruppi nazisti tradizionali con un più ampio movimento di sedicenti “cittadini arrabbiati” e che ora, per la prima volta, vanta una forte rappresentanza in parlamento - con tutta una serie di terribili implicazioni tra cui l’aumento di fondi destinato ai movimenti di estrema destra.

Complessivamente, potremmo dire che la Germania da questo punto di vista sta raggiungendo i livelli di sviluppo europei. I partiti tradizionali stanno (temporaneamente) perdendo il loro ruolo di rappresentanza esclusiva e un partito di estrema destra sta crescendo. Ma, di fatto, questo non cambierà le politiche economiche neoliberiste.

Un altro punto saliente è la discussione aperta su migranti e rifugiati. Si tratta di uno degli argomenti più dibattuti durante la campagna elettorale, ma quello che risulta sorprendente è che nessun partito sia stato in grado di proporre né abbia voluto avere una visione positiva dei fenomeni migratori. Anche i Verdi e la sinistra hanno avuto problemi nell’articolazione di una posizione di solidarietà nei confronti dei migranti. La nuova coalizione di governo intensificherà la legislazione in materia di respingimenti e le deportazioni. Ci sono anche segnali del fatto che il nuovo governo intenda concentrarsi maggiormente sulle politiche estere e rafforzare l’apparato militare. Vogliono assumersi “maggiori responsabilità” e costruirsi un ruolo guida su scala globale.

Nonostante tutto il pessimismo, quanto potrebbe derivare da questa situazione, vale a dire dalla nuova coalizione di governo e dalla crescita del movimento di estrema destra con una rappresentanza parlamentare, saranno sottolineate nella prossima domanda.

2) Il partito di estrema destra AfD (Alternative für Deutschland - Alternativa per la Germania) è diventato il terzo partito, con quasi 90 parlamentari eletti nel Bundestag. Questo successo era stato già annunciato durante le elezioni regionali del 2016, ma sembra ancora un’anomalia politica. Quale ritenete sia stato il motivo di questa ascesa? È possibile, a tal proposito, vedere la crisi dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU) in Baviera, da cui nasce il conservatorismo politico, come un tratto sintomatico?

Anzitutto, noi riteniamo che la fonte del conservatorismo politico non si trovi in Baviera, ma che sia profondamente radicata nella società tedesca nella sua totalità. Ragioni storiche possono essere rintracciate in un forte sentimento anti-comunista e nella sconfitta, avvenuta nel 1990, dell’ultima alternativa esistente al capitalismo. In più, nella percezione della maggior parte dei cittadini tedeschi, il conservatorismo politico nelle vesti presentate da Angela Merkel sembra continuare ad essere inteso come garanzia di stabilità e ordine nel (dis)ordine globale.

L’ascesa dell’AfD esprime l’articolazione tangibile di qualcosa che è sempre esistito nella società tedesca: una minoranza di estrema destra. Con le sue continue provocazioni mirate, l’AfD ha spostato (verso destra) con successo la linea di quanto può pubblicamente essere detto. Hanno operato per allontanare le persone dal consenso prevalente, all’interno del quale erano integrate nonostante la loro insoddisfazione per lo status quo, e hanno dato loro una piattaforma alternativa.

Alcuni di loro sono razzisti, anche fascisti militanti, irriducibili e dichiarati, che in passato hanno supportato l’NPD (partito neonazista). Alcuni forse non avrebbero mai votato per un partito di estrema destra, se ci fosse stata una reale alternativa che articolasse la loro insoddisfazione nei confronti dello status quo. Ma, ormai, in molti accettano e supportano il razzismo e l’ideologia reazionaria dell’AfD. Questo è il motivo per cui - a differenza di quanto frequentemente affrontato dopo le elezioni americane e francesi - la nostra reazione non dovrebbe rivolgersi a questi elettori, discutendo sulla loro reale o immaginata insicurezza, né dovrebbe tentare di avvicinarli per coinvolgerli nuovamente. La nostra risposta dovrebbe focalizzarsi su quanti rimangono dal nostro lato della barricata e rinsaldare l’alternativa che abbiamo da offrire.

La costituzione in una cornice organizzativa e istituzionale rende l’AfD pericolosa: implica, infatti, un ingente quantitativo di finanze destinate allo spettro sociale conservativo di estrema destra, finanze che gli permetteranno di sviluppare ulteriori dinamiche politiche e di ottenere sempre maggiore influenza. Ma l’ascesa dell’AfD indica un conflitto nella società moderna ben più significativo: la cosiddetta crisi della rappresentanza. Fette crescenti della società non si sentono più rappresentate dai partiti politici di maggioranza. Il governo non può più proporre al popolo, né socialmente né ideologicamente, le sue politiche neoliberiste, pur mescolate con la difesa di istanze in qualche modo tradizionalmente liberali (secondo un modello di capitalismo contemporaneo).

Le politiche neoliberali non sono avversate dalla sinistra, come ci si aspetterebbe, bensì dalla destra: per questo i tedeschi vedono la soluzione “nazional-socialista” come apparente, seppur sbagliata, alternativa e danno il proprio voto all’AdF. E, ancor peggio, i partiti tradizionali - che pur essendo stati rieletti hanno ovviamente perso il loro ruolo storico di “partiti di massa” -, così come parte della sinistra, provano a contrastare la crescita dell’AdF e la crisi di rappresentanza adottando lo stesso discorso “nazional-socialista” propagandato dall’AdF. Le alternative della sinistra sociale sono completamente assenti.

3) Come pensate le elezioni tedesche influenzeranno l’Europa?

La Germania è ancora uno dei poteri più influenti su scala globale e europea e la CDU continua ad essere il maggior partito al governo. Visto che i Social-Democratici (SPD) hanno già deciso di andare all’opposizione e la CDU non si coalizzerà con l’AFD, la coalizione più possibile e probabile sarà CDU (partito conservatore neoliberale), die Grünen (partito verde, neoliberale) e FDP (neoliberali con un tocco di diritti civili). A medio termine la Germania vuole continuare la sua politica in Europa, per cui non ci aspettiamo che questa nuova coalizione cambi di molto. Ma il progetto del presidente Francese per l’Europa potrebbe mettere pressione al governo tedesco.

La situazione europea non era argomento di rilievo nella campagna elettorale in generale. I liberali disapproveranno l’idea di Macron di dare più potere alle istituzioni europee, i Verdi supporteranno Macron. La politica finanziaria potrebbe inoltre peggiorare, perché l’FDP, come lobby delle compagnie, potrebbe avere il ministero della finanza.

Ma ancora, visto che l’AFD ora ha una piattaforma di intervento politico maggiore e la strategia dei partiti tradizionali è di supportare le posizioni della destra, ci aspettiamo che tutto il discorso politico si sposti ancora più a destra attraverso politiche più reazionarie e autoritarie. Stiamo già assistendo a questo, per quel che riguarda la criminalizzazione delle iniziative della sinistra e la limitazione dei diritti di assemblea. Probabilmente la portata delle nostre azioni diminuirà, dobbiamo prepararci ad affrontare maggiore repressione. Sicuramente questo influenzerà le politiche a livello europeo, in particolare per quel che riguarda i  migranti e le politiche sui confini, le politiche climatiche e sociali.

Con la ristrutturazione di Frontex per esempio, abbiamo visto lo scorso anno come possono cambiare le politiche migratorie. Frontex ha avuto più potere per intervenire nei territori, anche contro il volere degli Stati-nazione. La Germania insisterà con queste politiche che tengono i rifugiati lontani e spostano la responsabilità sull’istituzione europea. Probabilmente emergerà di nuovo la discussione su un esercito europeo.

Il nostro compito a lungo termine dovrebbe essere quello di supportare la formazione nella società di un blocco a sinistra, che renda l’alternativa visibile. Questo ci porta all’ultima domanda.

4) In questo contesto, c’è uno spazio a disposizione per i movimenti sociali di sinistra? Come possono resistere e costruire una nuova alternativa in Germania e in Europa?

L’AFD ha vinto il 12,6% dei voti.  Ciò significa anche che l’87% non ha votato per l’AFD. Ovviamente di questo 87% non tutti sono di sinistra, ma pensiamo ancora che ci sia una rilevante massa di persone che non è d’accordo con le posizioni dell’AFD, della CDU o di qualsiasi partito costituito.  Ci sono persone giovani, che non hanno ancora il diritto di votare, migranti e rifugiati, che non hanno la facoltà di votare, che però vogliono un cambiamento. La CDU continuerà le sue politiche,  il partito verde al governo si distanzierà sempre di più dalle sue radici e anche l’SPD ha già dato segnali del fatto che dall’opposizione promuoverà una risposta nazionale alle questioni sociali.

Il nostro compito è – più forte di prima – rinforzare le crepe nelle contraddizioni del sistema partitico dominante e aiutare la costruzione di un’alternativa di sinistra oltre i partiti, per raggiungere le persone che molto tempo fa hanno dato vita a un’emigrazione interna, che si definissero social-democratici, Verdi o apolitici. Un polo di sinistra di questo tipo o alternativo potrebbe portare a un movimento che può veramente destituire la Merkel (senza votare forze razziste e reazionarie ovviamente), e sarebbe positivo per la Germania e l’Europa. Come radicali di sinistra il nostro compito è ovviamente di lavorare ben oltre le campagne elettorali: porre domande radicali all’interno dei movimenti e portarli a porsi e praticare richieste rivoluzionarie, lavorando contemporaneamente alla costruzione di alternative sociali e politiche concrete al sistema capitalista.

(traduzione: Anna Clara Basilicò e Anna Stefani)