Imponente la mobilitazione anti Morsi di oggi, proprio ad un anno dalla sua entrata al potere. Saranno otto cortei i cortei di oggi indetti dal movimento di protesta Tamarod (Ribelli) e dalle forze di opposizione, mentre già il bilancio dei morti è arrivato a 8 per gli scontri dei giorni scorsi.
Una mobilitazione analaga a quella che portò alla caduta di Mubarak.
Tamarod ha fatto sapere ieri di aver raccolto 22 milioni di firme sull'appello che chiede l'allontanamento di Morsi e nuove elezioni.
Nel pomeriggio da diversi quartieri le manifestazioni si dirigeranno verso piazza Tahrir al Cairo, dove già da due giorni ci sono alcune migliaia di persone e verso il palazzo presidenziale di Ittahadeya, dove già è attivo un presidio.
Ai cortei parteciperanno anche i sindacati, i magistrati, gruppi e comitati di studenti ed anche artisti ed intellettuali.
Per fronteggiare la protesta i sostenitori di Morsi, chiamati a mobilitarsi dal Presidente e dai Fratelli Musulmani sono concentrati davanti alla moschea di Rabaa el Adaweya. La loro conovazione è basata sulla legittimità del governo.
Ci saranno manifestazioni contro Morsi anche in altre città a livello internazionale.
Ieri sera uno degli esponenti dell'opposizione Hamdine Sabbahi, ex candidato alla presidenza, parlando in un video ha dichiarato che la giornata di oggi segnerà la "vittoria" rivoluzione del 25 gennaio e ha continuando affermando che la popolazione non potrà essere fermata nè da un tiranno nè da una formazione politica.
In tutto il paese è forte la tensione, come dimostrano i fatti di Alessandria. Duri sono stati gli scontri tra oppositori e sostenitori di Morsi.
Su tutto pesa, come sempre nella situazione egiziana il ruolo dell'esercito, che già in passato ha utilizzato le tensioni sociali per presentarsi come unico garante della stabilità.