Egitto - Intervista a Mido Slamh, portavoce del Movimento 6 Aprile in Italia

A cura di Lorenzo Fe

2 / 7 / 2013

-Perché il Movimento 6 Aprile ha aderito alla protesta del 30 giugno? Quali sono le richieste?

Perché gli obiettivi di Tamarod e delle proteste del 30 giugno sono gli stessi che il Movimento 6 Aprile ha portato avanti con la rivoluzione del 25 Gennaio 2011: libertà, giustizia sociale, dignità umana.

-Come mai secondo te così tante persone hanno partecipato alle proteste?

La partecipazione è stata effettivamente altissima, si può dire che i numeri hanno superato addirittura la rivoluzione del 25 gennaio, con 17 milioni di persone in strada in tutto il paese.

Ciò è dovuto allo spirito di democrazia sorto dopo la rivoluzione nel popolo egiziano, e al fatto che il presidente dei Fratelli Musulmani non ha mantenuto le promesse fatte al popolo prima delle elezioni.

L’assemblea costituzionale e il governo di coalizione nazionale devono rappresentare i giovani che hanno fatto la rivoluzione. Basta vecchietti al governo.

-Il Movimento 6 Aprile è sempre stato un deciso oppositore di Mubarak e dello SCAF. Alle manifestazioni di ieri c’erano anche i nostalgici del vecchio regime (feloul) e manifestanti che invocavano il ritorno al potere dei militari. Come giudicate questo fatto?

Il movimento sta con la gente e le notizie secondo cui i ribelli avrebbero chiesto il ritorno dell’esercito al potere sono false. Gli obiettivi del movimento sono chiari e coerenti. Non chiederemo mai il ritorno dei militari al potere e siamo contrari a qualsiasi loro ruolo in politica.

-Cosa significa veramente l’ultimatum di 48 ore dell’esercito?

Quello che abbiamo capito io e molti egiziani è che l'esercito dà un'ultima possibilità al presidente per sistemare le cose, se no deve dimettersi. Ma dal punto di vista della gente e dell’opposizione ormai è troppo tardi per i compromessi, Morsy deve dimettersi.

-Come giudicate il ruolo che gli Stati Uniti hanno avuto nella transizione post-rivoluzionaria?

Rifiutiamo totalmente ogni ingerenza degli Stati Uniti negli affari interni del paese, sappiamo che le politiche che hanno favorito in precedenza non erano nell’interesse dell’Egitto.

-Puoi dirmi come vedi il futuro dell’Egitto nel peggiore degli scenari?

Se il presidente rifiuta di dimettersi ci saranno nuovi scontri tra islamisti e opposizione, e l’esercito potrà approfittare per interferire e tornare al governo del paese. Questo è proprio ciò che noi rifiutiamo da sempre.

-E nel migliore?

L’approvazione di una costituzione democratica e successivamente libere elezioni per una presidenza e un parlamento che riflettano veramente le opinioni del popolo egiziano.