Egitto - Entra in campo l'esercito contro Morsi

In continuo aggiornamento

3 / 7 / 2013

Oggi in Egitto si sta vivendo una giornata convulsa e carica di tensione. 

NOTTE

Ancora una volta è l'esercito, con il suo forte potere politico ed economico e i suoi appoggi internazionali, a determinare le sorti del Paese. La comunicazione ufficiale della destituzione di Morsi arriva prima della notte. Le agenzie dicono che in piazza a Tahrir la gente festeggia, anche se resta aperta all'interno dell'opposizione la questione di fondo: come poter far cambiare veramente il Paese.

SERA

Intorno alle 18.00 le agenzie battono la notizia del colpo di stato. Difficile districarsi tra le molte informnazioni chge giungono:  il consigliere della sicurezza nazionale d Morsi ha confermato: "Il golpe militare è cominciato". Altre agenzie di stato parlano del presidente già agli arresti domiciliari.

POMERIGGIO

Nel primo pomeriggio l'esercito ha schierato mezzi blindati e carri armati davanti alla tv di stato, facendo evacuare il personale non necessario alla diretta.

Piazza Rahrir è stracolma, in attesa dello scadere dell'ultimatum dato dall'esercito al Presidente Morsi. In molti tra gli oppositori sentono anche la necessità di non lasciare nelle mani dei militari, ancora una volta, le sorti della richiesta di cambiamento

Il presidente, dal canto suo, ha risposto di "essere pronto a morire" piuttosto che lasciare il so posto, poi nel rado pomeriggio le agenzie dicono che sarebbe disposto a formulare la proposta di un governo di coalizione per la transizione alle elezioni. 

Da tutti i commentatori quello di oggi è descritto come il giorno più importante dopo la cacciata di Mubarak, proprio perchè si potrebbe materializzare il colpo di Stato dell'esercito contro il presidente Morsi. I militari hanno dichiarato che l'ultimatum  "sarà dato al momento opportuno", anche se in teoria doveva scadere oggi alle 16.30.

Si susseguono gli incontri formali ed informali tra esercito e esponenti politici ed anche i contatti internazionali, visto che nei giorni scorsi era emerso una sorte di "placet" americano ed internazionale all'azione dell'esercito, visto l'importanza geopolitica di un Egitto "stabilizzato", nonostante l'appoggio a Morsi da parte di Obama nel passato recente. Il tutto nella ricerca di una governance dell'Egitto, come importante attore geopolitico dell'area.

Sono comparsi inoltre anche i presunti dettagli della road map messa a punto dai militari per il post-Morsi con l'ipotesi di un governo transitorio guidato da un militare, un consiglio presidenziale di tre membri guidato dal capo della Corte suprema, il tutto per un periodo di un anno circa in cui stilare la nuova Costituzione e poi andare alle elezioni.

- RASSEGNA STAMPA - 

DA Huffington Post Italia

L'esercito torna protagonista. Lo strano destino di Mohamed Morsi, il presidente morbido con i militari.

Gli elicotteri militari hanno sorvolato piazza Tahrir facendo fluttuare nell'aria le bandiere nazionali in un tripudio di rosso, bianco e nero. I ribelli di Tamarod li hanno salutati con cori entusiastici. I militari sono di nuovo al centro della scena politica egiziana.

"L'ultimatum di 48 ore per trovare un'intesa con l'opposizione - ha spiegato Hossam Khairallah, ex capo della General Intelligence - era chiaro. Voleva dire che tutte le possibilità date dagli uomini con le stellette al regime di Morsi sono arrivate a orecchie che non hanno voluto sentire". Secondo l'ex capo degli 007 la "legittimazione del presidente è finita".

Un altro analista militare, il maggior generale Gamal Mazloum è convinto che i generali abbiano cercato fino all'ultimo di sostenere il capo dello stato, nonostante le sue aggressioni.

Un terzo esperto di Forze Armate, il generale Taalat Muslim, annota che i due giorni dovrebbero consentire ai partiti politici di pianificare la "prossima fase" evitando che siano i generali ad imporla.

È un curioso contrappasso visto che Mohamed Morsi è stato accusato di non aver mai voluto affondare i colpi nei confronti degli uomini in divisa. Il 12 agosto 2012 ha firmato il decreto che ha costretto al pensionamento il ministro della difesa Mohammed Hussein Tantawi, in carica dal 1991 e ribattezzato il "barboncino di Mubarak", e il suo capo di stato maggiore Sami Anan. Al suo posto è stato nominato il capo dell'Intelligence militare Abdel Fattah al-Sissi. Ma due giorni dopo entrambi i rimossi sono stati insigniti delle massime onorificenze della Repubblica, la medaglia del Grande Nilo per Tantawi e la Medaglia di Stato per Anan, e sono stati nominati consiglieri del presidente. I critici denunciarono che i due alti ufficiali avevano incassato un tacito salvacondotto.

I giovani di piazza Tahrir chiedevano che venissero processati per aver ordinato la violenza che ha falciato tanti dimostranti. Amr Shingouma, 21 anni, uno dei leader della nuova protesta contro Morsi, faceva notare che "nessuno di quelli che comandavano alle forze dell'ordine di ucciderci e di quelli che hanno ammazzato è finito in galera". L'unico rimosso dal Supremo Consiglio delle Forze Armate, precisava, "è stato gratificato e ora lavora all'ambasciata in Cina".

Nella nuova Costituzione di 234 articoli che Morsi ha fatto approvare all'Assemblea Costituente con una maratona notturna dopo che si erano dimessi tutti i moderati e tutti i rappresentanti delle Chiese cristiane, le Forze Armate hanno conservato poteri importanti.

Il ministro della difesa deve sempre essere un alto ufficiale dell'Esercito. Il Consiglio nazionale della difesa, presieduto dal capo dello stato ma formato in gran parte da militari, ha una responsabilità assoluta sulla sicurezza dello stato e sul bilancio delle forze armate. Il Parlamento non ha nessuna voce in capitolo. Infine i civili possono essere processati da corti militari se commettono crimini contro gli uomini in divisa, esattamente come prima della rivolta contro Mubarak.

La nuova Costituzione è stata approvata solo dal 32 per cento degli egiziani, la percentuale più bassa delle ultime consultazioni. Nel marzo del 2011 la Costituzione provvisoria stilata dai militari ebbe il voto favorevole del 41 per cento dei cittadini.

Il maggior generale Gamal Mazloum ricorda con molta nettezza la base giuridica dell'intervento che ha concesso due giorni alle forze politiche per trovare una base di accordo: "La sicurezza nazionale è il grande pericolo. Le Forze Armate hanno la responsabilità di intervenire". Il sito del quotidiano Al Masry al Youm ha pubblicato la notizia che nel quartier generale dei Fratelli Musulmani a Moqattam sono stati arrestati quattro membri della Confraternita che avevano armi da fuoco. Negli incidenti sono morti otto dimostranti che davano l'assalto al palazzo.

DA NENA NEWS

Oggi pomeriggio scade l'ultimatum dell'esercito 

Sono drammatiche le notizie che giungono dal Cairo. Sono già 16 i morti e 200 i feriti degli scontri tra oppositori e seguaci di Mohammed Morsi scoppiati davanti all'Università dopo il discorso alla nazione pronunciato dal presidente egiziano.Nelle strade si sono visti anche civili armati e l'Esercito sembra sul punto di scendere in campo dopo che il Consiglio Supremo delle Forze Armate egiziane ha scritto sulla sua pagina Facebook che "è pronto a difendere il popolo dell'Egitto contro i terroristi, gli estremisti e i pazzi".

Morsi ha usato toni forti la scorsa notte con le piazze del Paese colme di manifestanti dei due schieramenti opposto. Davanti alle telecamere della tv di stato ha detto che non lascerà il suo incarico e che difenderà il risultato delle elezioni che lo hanno portato al potere. Poi ha promesso un esecutivo di unità nazionale e la formazione di un comitato per emendare la Costituzione in modo da preparare le elezioni nel giro di sei mesi. Ha quindi esortato alle Forze Armate a non violare la legittimità e a ritirare l'ultimatum che gli hanno dato fino a questo pomeriggio per risolvere la crisi. "Non c'e' alcun surrogato per la Costituzione e la legittimita' giuridica", ha affermato. Il popolo, ha ribadito, "mi ha scelto".

Le elezioni del giugno 2012 in cui risulto' vincitore furono "libere" e "rappresentative della volonta' popolare". Infine ha chiesto al popolo egiziano di evitare ogni violenza.

Nelle ore successive invece sono scoppiati scontri durissimi, in non pochi casi innescati proprio dai Fratelli musulmani suoi sostenitori.

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