Egitto al voto in un bagno di sangue

Già 11 morti, mentre gli Apache sorvolano il Cairo in una specie di Apocalypse Now metropolitana

di Bz
15 / 1 / 2014

Gli egiziani sono chiamati ancora alle urne, ma questa volta dai militari. L'obiettivo è ripulire dagli eccessi islamisti la Costituzione voluta dal presidente deposto, Mohammed Morsi, per un nuovo testo che ridà forza ai pilastri dell'attuale regime: i militari, appunto, la polizia, la magistratura. Il voto, che si conclude, oggi, mercoledì e dovrebbe condurre senza ombra di dubbio all'approvazione della nuova Costituzione, spianerà la strada alla candidatura del generale Abdel Fattah al-Sisi, uomo forte del regime oggi, domani presidente dell'Egitto, precipitando l’Egitto in una situazione politica non dissimile a quella antecedente alle primavere arabe, quella di Mubarak.

Al voto hanno diritto oltre 53 milioni di elettori aventi diritto al voto. Il testo oggetto del referendum è stato emendato da una commissione di 50 rappresentanti, dopo il "congelamento" della Costituzione approvata nel 2012, ispirata dai Fratelli musulmani - ora banditi come organizzazione terroristica -, a seguito della destituzione del presidente Morsi.

Il ministro dell'Interno, Mohamed Ibrahim, ha avvertito gli oppositori islamici, fedeli all’ex presidente Morsi e che accusano l’attuale presidente e il governo di essere dei ladri di democrazia, che intendono boicottare il voto e impedire l'affluenza alle urne: «Saranno trattati con durezza e fermezza» e così è stato.

Sono già 11 le persone uccisi davanti ai seggi dove si vota e il cielo del Cairo è sorvolato continuamente dagli elicotteri Apache muniti di altoparlanti oltre che di mitraglia che diffondono ini patriotici e inviti al voto, una sorta di Apocalypse Now metropolitana: la soglia della 'vittoria' per il governo ad interim è sfondare il tetto del 33% dell'affluenza, quella racimolata lo scorso anno dai Fratelli Musulmani per la Costituzione poi sospesa.

Qui di seguito proponiamo una scheda riassuntiva delle modificazioni introdotte nella carta costituzionale oggi oggetto di referendum.

LEGGE ISLAMICA
La nuova Carta mantiene l'Articolo 2, secondo cui i "principi" della legge islamica, o Sharia, sono la base della legge,  presente in tutte le Costituzioni del Paese dagli anni '70, ma elimina alcuni dettagli, presenti invece nell'epoca Morsi, che potevano essere usati per applicare una più rigida interpretazione della Sharia. Scompare anche il riferimento al ruolo di al-Azhar, principale istituzione islamica del Paese nel monitorare la legge.
 
GOVERNO CIVILE
La bozza stabilisce che la Carta "continua a costruire un Paese democratico e moderno con un governo civile". La parola "civile", nel senso di non religioso e non militare, ha provocato l'opposizione degli ultraconservatori islamisti che la considerano sinonimo di "secolare". Inoltre, criticano il fatto che l'espressione usata inizialmente "potere civile" sia stata cambiata in "governo civile" per placare la loro rabbia.
 
ESERCITO
Una clausola chiave conferisce alle forze armate il diritto di nominare il ministro alla Difesa nei prossimi due mandati presidenziali. Questo mette i militari al di sopra di qualsiasi controllo civile per otto anni e rende incerti i poteri del presidente. I gruppi per i diritti umani affermano che la nuova Costituzione non assicura alcun livello di trasparenza su bilanci e dettagli sull'impero economico delle forze armate, che comprende interessi in edilizia, costruzione di strade, acqua in bottiglia e possesso di terre. I civili potranno ancora essere processati nei tribunali militari, misura introdotta dalla Costituzione dell'era Morsi e fonte di tensione tra i gruppi per i diritti e l'esercito, dopo la caduta di Hosni Mubarak nella rivoluzione del 2011.
  
DIRITTI DELLE DONNNE
Viene garantita l'uguaglianza tra uomini e donne, affermando che lo Stato deve intraprendere le misure necessarie per garantire che le donne abbiano un' adeguata rappresentanza nei consigli legislativi, ricoprano alti ruoli pubblici e incarichi amministrativi, siano nominate nelle istituzioni giuridiche. E’ previsto per lo Stato l'obbligo di fornire alle donne protezione contro "ogni forma di violenza".
 
PRESIDENTE
Il presidente ottiene il diritto di nominare il primo ministro e al Parlamento sono date due possibilità di approvare la scelta. Il periodo limite per la formazione del governo è di 60 giorni. Per la prima volta il Parlamento ha il potere di rimuovere un presidente eletto e perseguirlo per determinati crimini. I deputati possono togliergli la fiducia e chiedere elezioni anticipate, se ottengono due terzi della maggioranza o dopo un referendum popolare. 
 
LIBERTA' DI CREDO
La Costituzione la definisce "assoluta". La Carta del 2012 diceva che la libertà di credo era "difesa", ma la libertà della pratica religiosa e la creazione di edifici di culto erano ristrette ai "credenti di religioni divine", vale a dire islam, cristianesimo ed ebraismo. Tutte le richieste dei gruppi per i diritti di riconoscere anche le altre fedi sono state vane.
 
PARTITI POLITICI
Sono proibite le attività politiche o la creazione di partiti politici basati sulla religione, colpendo i movimenti come i Fratelli musulmani e il loro partito Liberta e giustizia, e il partito salafita ultraconservatore al-Nour.
 
ACCORDI INTERNAZIONALI
Lo Stato è impegnato in tutti gli accordi internazionali, tra cui le convenzioni sui diritti già firmate.
 
DETENZIONE
Gli interrogatori dei fermati devono avvenire entro 24 ore dall'arresto, alla presenza di un avvocato. Il diritto di "restare in silenzio" è garantito. E’ previsto il diritto di ricorrere in appello contro un ordine di detenzione davanti ad un tribunale, che deve confermarlo entro una settimana oppure è prevista la liberazione.
 
TRASFERIMENTI FORZATI
Sono proibiti i "trasferimenti forzati" di cui cristiani copti e altre minoranze sono stati vittime a seguito delle tensioni settarie o di piani di espansione del governo.