Durban - Occupycop17

2 / 12 / 2011

2 dicembre 2011 Durban

Nel cuore della parte commerciale e del business di Durban, davanti all’ingresso ufficiale di Cop17, alcuni striscioni segnalano la presenza del presidio "occupycop17".

Siamo a pochi metri dall'entrata del vertice. Siamo in un altra epoca rispetto a quando i movimenti discutevano di come assediare i vertici o come da dentro a fuori contestare luoghi di decisione blindati. Durban ci dice che siamo in un altro tempo: quello in cui il fallimento della governace globale si disegna nel tempo della crisi. Questo vale anche per i movimenti, le reti, le piccole e grandi organizzazioni obbligati ad affrontare la ricerca di come ricostruire un incisività capace di disegnare un'alternativa comune per non essere semplici testimoni di se stessi.

Quando arriviamo alcune decine di attivisti si preparano ad ascoltare i rappresentanti degli Stati delle piccole isole, colpiti dall’effetto devastante del cambio climatico. Con il metodo, mutuato da occupywallstreet non si usano amplificazioni ma le parole vengono ripetute in coro.

Mentre iniziano gli interventi arrivano le donne dell’Assemblea delle donne contadine africane con i loro canti e danze e riempiono di vita l’aiuola di occupycop17.

Intervista attivista dell’Assemblea delle donne africane contadine

I canti e gli slogan utilizzati in questi giorni affondano le loro radici nella lotta anti-apartheid

Arrivano dall’Università altri attivisti africani. Un piccolo gruppo di poliziotti pare voler fermare l’ingresso nell’aiuola ma poi tutti passano.

Da occupycop17 si parte per un corteo nella strada davanti alla Conferenza. Mentre nel pomeriggio all’Università continuano i dibattiti in attesa della manifestazione di domani.

Intanti i lavori all’interno della Conferenza ufficiale continuano ad avvitarsi intorno alla questione del Fondo verde, che viene richiesto a geometrie variabili ma resta indefinito sia rispetto ai donatori (la promessa degli Stati uniti fatta a Cancun ovviamente pare sparita, così come altri impegni) che alla sua stessa gestione da affidare alla Banca mondiale. Stessa sorte indefinita e a geometrie variabili riguarda il Protocollo di Kyoto.

Ne parliamo con Miguel Palacin Coordinamento Andino Organizzazioni Indigene

... to be continued

Vilma Mazza Associazione Ya Basta - RIGAS

contatti 00270721966625

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02.12.11 Durban Occupycop17

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