Durban - La visione dei popoli sulla giustizia sociale ed ambientale

Seminario della Rete Italiana per la Giustizia Sociale ed Ambientale

7 / 12 / 2011

Da un punto di vista formale la Cop17 sta entrando nella fase finale con l'arrivo ridotto al minimi termini di capi di stato e ministri. Anche le delegazioni ufficiali ben poco rappresentative già la dicono lunga sul senso di questa edizione della Conferenza i cui esiti si proiettano già alla prossima edizione nel Qatar (paese con un tasso d'emissione procapite fra i più alto del mondo a proposito della simbolicità dei luoghi della Cop...).

I commentatori raccontano la posizione del Canada che afferma che il Protocollo di Kyoto è il passato, della Cina a parole disponibile a limitazioni vincolanti nella discussione sul post-Kyoto sempre che anche gli Usa la accettino. Una posizione, quella cinese spiegabile più con la necessità di salvaguardare un ruolo predominante  (come ad esempio quello nel settore delle produzione di materiali per gli impianti fotovoltaici) con i paesi Bric e con i 77, che con un impegno reale rispetto al surriscaldamento climatico.

Vista dal Sudafrica l'Europa appare ancora più in crisi e ai margini. Questo ci riporta alla necessità della discussione aperta nei movimenti perchè si costruisca una dimensione politica ben diversa dall'Eurozona monetaria e capace invece di mettere al centro i beni comuni e scelte alternative nel modello produttivo e sociale fuori e contro i dai diktat della finanza.

La Cop di Durban ci mostra come la stessa struttura della conferenza sia un teatro con attori che recitano un copione scritto altrove nella ridefinizione dei ruoli all'interno della crisi globale. Un copione che si basa sulla trasformazione in merce di scambio nelle transazioni finanziarie del destino climatico del pianeta. Un copione inacettabile.

Di fronte a questo scenario si fa più forte e fondamentale la necessità di un pensiero e una prassi nei movimenti a livello globale che dentro la critica alla gestione capitalistica della crisi, dentro l'affermazione che noi siamo il 99% sappia assumere fino in fondo il terreno della crisi ecologica e della costruzione di una comune alternativa energetica e di modello di produzione, distribuzione e consumo.

Temi questi che vanno affrontati a tutto campo a livello locale e globale.

La discussione proposta dal seminario di Rigas è un contributo in questo senso per costruire i nessi tra giustizia sociale, ambientale. Alla discussione hanno partecipato Trevor Ngware (Energy sovereignty movement, South Africa), Ivonne Yanez (Oilwatch, Accion Ecologica, Ecuador), Leah Temper (Universidad Autonoma de Barcelona, Spain), Nimmo Bassey (Nigeria), Giuseppe de Marzo (A Sud - Rigas), Raffael Quispe (Conanaq Bolivia), Vilma Mazza (Ya Basta - Rigas)


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    Vilma Mazza Associazione Ya Basta - RIGAS

    Raccolta articoli Cop17

    Durban - Seminario Rigas

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