Dalla Tunisia - L'altra sponda del Mediterraneo Primo reportage dalla capitale

2 / 4 / 2011

Tunisi  Venerdì 1 aprile 2011 

Arrivati a Tunisi di sera ti accolgono le strade moderne che dall'aeroporto portano al centro città.

Anche se è sera i locali e ristoranti sono aperti e la città, almeno nelle sue strade principali, vivace. Qualche mezzo blindato staziona nelle vicinanze di edifici di importanza generale come la sede della televisione.

Uno sguardo a Al Arabya Tv ti fa capire, anche se solo dalle immagini, che l'attenzione è puntata su quanto avviene in Libia. Le immagini delle strade libiche con i gruppi antigovernativi a bordo dei loro veicoli vengono ripetute in loop accompagnate dai commenti, purtroppo in arabo e dunque per noi incomprensibili, dei giornalisti.

La mattina appena esci vieni circondato dalla vita pulsante di una città operosa, attiva, dove donne e uomini si muovono tra mercati all'aperto, tram su rotaie, negozi di ogni tipo. Le edicole sono piene di quotidiani che fin dalle testate ci tengono a sottolineare la loro natura di “giornale indipendente”. Tra i titoli in francese spiccano quelli dedicati alla situazione dei migranti sbarcati a Lampedusa, alle inumane condizioni in cui sono trattati, alla mancanza di una politica dell'accoglienza da parte dell'Italia e più in generale dell'Europa. Basta scambiare poche battute al volo con un paio di passanti per chiedere indicazioni, perché ognuno ci tenga a dire che adesso il paese è cambiato, che si può parlare e che ovviamente l'amicizia per gli italiani è tanta anche se noi, il “nostro” Ben Ali, lo abbiamo ancora

Incontriamo subito uno degli organizzatori della spola volontaria che si è creata per portare aiuti ai profughi in fuga nei campi alla frontiera tra Libia e Tunisia.

Più di 150.000 persone che sono state assistite ed accolte dai tunisini basandosi solo sulle proprie forze. Un atteggiamento di solidarietà che fa vergognare pensando all'Italia e all'Europa.

Ci racconta di come si è organizzato insieme ad altri per raccogliere medicine e alimenti. La prima raccolta è partita da davanti all'ambasciata libica e da allora si continua con una sorta di “passa parola” autorganizzato che ha permesso di portare migliaia di chili di materiali nelle tendopoli.

I profughi in parte sono ripartiti ma il flusso non si ferma ed è destinato ad ingrossarsi vista la situazione in Libia.

Con lui e questa rete aperta di singoli e organizzazioni, andremo il prossimo fine settimana con la Carovana Uniti per la Libertà a portare anche il nostro contributo materiale alla frontiera.

L'incontro successivo a cui partecipiamo è presso la ben organizzata e centrale sede del Sindacato UGTT. E' una sorta di presentazione ufficiale della delegazione promossa dalle organizzazioni tunisine interne al Forum Sociale del Maghreb, a cui partecipano oltre a noi italiani anche altri europei e rappresentanti del Marocco, del Senegal, della Costa d'Avorio etc ..

Nell'incontro diversi interventi sottolineano l'importanza di quanto è accaduto a partire dalla rivolta tunisina, che qui chiamano “le revolution”, per tutti i paesi arabi e non solo.

Chi interviene per sottolineare che “le revolution” affonda le sue radici nelle lotte degli anni sessanta e settanta nonostante la repressione generalizzata sotto Ben Ali, chi descrive in questa fase di transizione la necessità che si vigili e si continui a scendere in piazza per i cambiamenti politici e economici (per politici si intende l'insieme della conquista di libertà e diritti per economici si intende la conquista di un reddito che permetta di vivere dignitosamente e di non patire la precarietà e la disoccupazione).

Diverse donne insistono giustamente sul ruolo fondamentale che hanno avuto ed intendono avere nella costruzione del cambiamento che non si ferma all'allontanamento di Ben Ali. Le preoccupazioni comuni sono rivolte al perdurare della presenza di uomini e strutture collegate al vecchio sistema di potere all'interno degli apparati. Alcuni interventi affrontano le prospettive di luglio quando si terrà l'assemblea costituente, soffermandosi in particolare sulla necessità, ad esempio, che il sindacato continui ad essere tale e che si costituiscano partiti politici in grado di avviare un processo democratico. Alcuni giovani ricordano come nei primi momenti la mobilitazione sia partita spontaneamente dalla gente, dalle basi sociali e poi i sindacati in maniera ufficiale hanno partecipato, così come altre organizzazioni.

Si percepisce, anche per noi non addentro appieno alle dinamiche tunisine, che c'è tanto da discutere e decidere, da cambiare e mettere in gioco … ma che di certo in dietro non si torna.

E' come se tutto sia stato e sia in movimento sotto la spinta della rivolta, costata anche molti morti, a cui tutti insieme dedichiamo un minuto di silenzio.

Unanime è la richiesta di trovare nuove relazioni tra le nostre sponde del Mediterraneo. Relazioni all'insegna della cooperazione e della libertà. Un futuro ben diverso dalle relazioni bilateriali ferma-migranti e all'insegna del business per pochi che hanno strangolato la Tunisia fino a pochi mesi fa.

Unanime è la consapevolezza di un'epoca nuova che si è aperta con quanto sta succedendo in tutto il mondo arabo che pur con le reciproche differenze si riflette nell'intero continente africano.

Questi primi incontri sono parziali e di certo limitati ma, così come le battute scambiate in giro, ti danno la misura di quanto percepivamo anche da casa nostra: un mondo si è messo in cammino. Dove andrà, cosa succederà, che complessità si troveranno ad affrontare gli uomini e le donne che abbiamo visto nelle immagini via internet ancora non si può definire. Ma di certo nel tempo della crisi globale viviamo in termini accelerati un presente in cui niente è più come prima.

All'uscita dalla sede del sindacato ci imbattiamo in un combattivo corteo che si dirige verso la sede del governo. Il motivo è formalmente l'opposizione alla censura, ma soprattutto l'opposizione alla nomina da parte del Capo del governo di un nuovo Ministro della Sicurezza (è già il terzo che viene sfiduciato dalla piazza) mal visto per i suoi ambigui rapporti con la famiglia di Ben Ali.

Scopriremo in serata che il corteo si è scontrato con la polizia e che ci sono stati lanci di lacrimogeni e feriti.

“Kasbah 3 “ è la formula con cui si sta costruendo anche in questi giorni la nuova fase della protesta dopo la Kasbah 1 e 2 che hanno accompagnato i cambiamenti già raggiunti.

Non ci si vuole accontentare di un maquillage formale, ma c'è la consapevolezza che si deve vigilare e fare pressione dal basso per frenare ogni tentativo di restaurazione.

Mentre ci apprestiamo di corsa a salire sulla corriera per andare verso il sud della Tunisia dopo l'incontro che facciamo con un ong, ci raggiunge un attivista dei movimenti sociali per confermare quello che avevamo sentito: è confermata la visita di Berlusconi lunedì. Un viaggio volto a fare pressione perché si torni al passato e la Tunisia garantisca con ogni mezzo il blocco dei flussi migratori.

Cosa porterà Berlusconi per premere sul precario governo provvisorio?

Ovviamente business... e c'è anche chi scherza dicendo che a questo punto potrebbe comperare una casa anche in Tunisia. Sicuramente prometterà mirabolanti nuovi accordi, in fondo l'Italia è sempre stata tra i maggiori partner del governo di Ben Ali. Per il governo tunisino si tratterà invece di tergiversare e prendere tempo, stretto da un lato dai tunisini che non vogliono piegarsi di nuovo ai diktat in materia di migrazione della fortezza Europa e le inevitabili pressioni economiche di Berlusconi ed i suoi partner locali.

A Tunisi e non solo si vogliono organizzare delle proteste, ci sarà una conferenza stampa.

Non c'è bisogno di grandi discussioni per decidere tra noi italiani di appoggiare la protesta contro il nostro Presidente del Consiglio. Intanto nelle manifestazioni del 2 aprile a parlare per noi sarà un rappresentate dei movimenti sociali tunisini poi da Tunisi arriverà una petizione da firmare e lunedì saremo con loro a protestare.

Una protesta che ci può unire per costruire uno spazio comune: quello dell'euromediterraneo dei diritti e delle libertà.

Ascolta l'audio da Tunisi per la manifestazione del 2 aprile

Prima parte

Seconda parte

Intervento di un giovane studente 

a cura di Tommaso, Vilma, Damiano, Paolo

Playlist

Tunisi - Intervento studente - prima parte

Tunisi - Intervento studente - seconda parte

Tunisi - Intervento studente - terza parte