Denuncia di persecuzione contro le comunità che rifiutano di pagare la luce in Chiapas

Da La Jornada di mercoledì 28 ottobre 2009 un articolo di Hermann Bellinghausen

28 / 10 / 2009

Le comunità, organizzazioni e municipi in Chiapas che formano la Rete Statale di Resistenza Civile La Voz de Nuestro Corazón, aderenti all’Altra Campagna dell’EZLN, sostengono che “la persecuzione e l’escalation repressiva contro i popoli e movimenti in resistenza al pagamento della luce è una chiara strategia di repressione, basata sulla criminalizzazione della lotta sociale, che inventa reati per fermare ed imprigionare i compagni”.

I gruppi avvertono: “Non permetteremo l’entrata di personale della Commissione Federale di Elettricità (CFE) in tutti i posti dove sia presente la resistenza”.  Dopo essersi riuniti in assemblea lo scorso fine settimana per “discutere l’escalation repressiva che stanno subendo le comunità e villaggi in resistenza”, la rete denuncia recenti vessazioni.  Informa che lo scorso 8 ottobre, coloni in resistenza della comunità El Puerto, municipio Villa las Rosas, sono stati vittime di un operativo dell’Esercito federale “che ha spaventato e picchiato dei bambini che giocavano a pallacanestro chiedendo loro: "Dove sono i narcotrafficanti? Dove è la marijuana?”  Nella comunità di Cruztón, aggiunge, “Il governo dello stato, attraverso Noé Castañon, segretario di Governo, ha minacciato i compagni della rete di costruire contro di loro dei reati gravi, come il possesso di armi e droga, oltre che vessarli con pattugliamenti e sorvoli di elicotteri; tutto allo scopo di montare un operativo militare che disarticoli l’organizzazione”. 

D’altra parte, a partire dall’arresto di José Manuel Hernández Martínez, Chema, dirigente della OCEZ a Venustiano Carranza, ed il suo trasferimento in una prigione a Nayarit, si sono scatenate vessazioni in diverse comunità e nel capoluogo municipale, con pattugliamenti, sorvoli ed arresti, causando terrore nella popolazione, poiché durante le perquisizioni sono state picchiate le persone e derubate dei loro i risparmi e distrutto le case”.  La rete denuncia i “violenti operativi” della CFE, per smantellare gli impianti elettrici in diverse comunità in resistenza, “privando di energia le famiglie il cui unico crimine è quello di denunciare gli abusi dell’ente parastatale che ruba al popolo e beneficia le grandi imprese”.  Esprime il suo “rifiuto e condanna” per il decreto presidenziale che chiude l’azienda pubblica “Luz y Fuerza del Centro” (chiusura annunciata a sorpresa dal presidente Felipe Calderon; l’azienda rifornisce di elettricità 6 milioni di abitanti della capitale messicana e la sua chiusura ha scatenato la rabbia del potente sindacato messicano degli lavoratori elettrici – N.d.T.) “Questo atto riflette l’autoritarismo che caratterizza il governo illegittimo di Felipe Calderón che, facendo un uso irresponsabile dei suoi poteri, rende evidenti i veri motivi: consegnare le risorse energetiche all’iniziativa privata e zittire la voce del popolo organizzato, attaccando i movimenti sociali, i sindacati e qualsiasi resistenza al modello capitalista neoliberista imposto dall’alto”.  Infine, invita comunità ed organizzazioni dello stato alla mobilitazione del prossima 13 novembre in diverse regioni del Chiapas, “per non far tacere la nostra voce e denunciare questi oltraggi”. http://www.jornada.unam.mx/texto/014n2pol.htm

(Traduzione “Maribel” – Bergamo)