I dialoghi in corso all’Avana per la soluzione politica al conflitto, non possono prescindere da un ambiente di collaborazione bilaterale

Colombia, a rischio le trattative tra FARC e governo

1 / 3 / 2013

Dopo la fine, lo scorso 20 gennaio, della tregua unilaterale di due mesi decretata e pienamente rispettata dalle FARC-EP per creare un ambiente propizio al processo di conversazioni in corso all’Avana tra la delegazione di Pace dell’organizzazione guerrigliera e la controparte governativa, il conflitto armato interno è entrato nuovamente in una spirale crescente.
Il governo colombiano, presieduto dal guerrafondaio “Jena” Santos, se da una parte siede al tavolo dei dialoghi, dall’altra dimostra, nelle dichiarazioni e nella pratica quotidiana, l’univoca volontà di intensificare la guerra.
Santos ha rifiutato per l’ennesima volta con disprezzo la proposta dell’insorgenza di un cessate il fuoco bilaterale, mantenendo la sua antipopolare ed assurda posizione di continuare l’offensiva militare, sospinto dalla sua illusoria motivazione di distruggere ed annichilire la guerriglia, cercando una vittoria militare, approfittando della tregua e di alcune defezioni tra i suoi dirigenti.
La scellerata negazione, da parte del governo, di un cessate il fuoco e delle ostilità bilaterale, nega de facto lo spirito di collaborazione reciproca tra le parti belligeranti con cui era stato firmato l’Accordo generale dell’Avana, e sospinge all’indietro i progressi nelle conversazioni del tema agrario e della partecipazione popolare al processo. L’ottusità di Santos, che pensa di poter annientare rapidamente l’insorgenza e il cammino del popolo verso la pace con giustizia sociale, gli impedisce di riconoscere i progressi politici, organizzativi, tattici e strategici della resistenza.

Sembra così ripercorrere il cammino del suo predecessore Alvaro Uribe che è stato presidente della Colombia tra il 2002 ed il 2010, ed ora è indagato dalla Corte Penale Internazionale dell’Aia come autore di crimini contro l’umanità, quale responsabile di migliaia di omicidi politici avvenuti in Colombia. Molto probabilmente Uribe sarà accusato di essere il mandante di un numero indeterminato [3000] di omicidi di contadini e militanti politici, commessi durante il suo mandato  da gruppi paramilitari, forze armate e agenti degli apparati repressivi dello Stato


I dialoghi in corso all’Avana per la soluzione politica al conflitto, non possono prescindere da un ambiente di collaborazione mutua il cui architrave può essere rappresentato da un cessate il fuoco bilaterale, e non devono essere sede da strumentalizzare in funzione delle ambizioni politicanti di un’ipotetica rielezione presidenziale.

A quando un cessate il fuoco bilaterale che favorisca il processo di dialogo in corso all'Avana tra i rappresentanti delle FARC-EP e la delegazione del governo colombiano?

Il prossimo 9 aprile a Bogotà si vedrà il volto della vera Colombia, popolare e decisa a voler partecipare alla vita politica da cui è sempre stata esclusa dall'oligarchia colombiana, che nell'anniversario dell'assassinio di Jorge Eliécer Gaitán, si mobiliterà in una prova di forza a sostegno del dialogo con l'insorgenza e a favore della pace con giustizia sociale.