Cinque cose che dovreste sapere sulla “Carovana migrante”

8 / 11 / 2018

Vi proponiamo la traduzione di un articolo pubblicato su American Anthropological Association che spiega per punti le cause dell'esodo di migliaia di persone dal Centro America agli Stati Uniti. Dei chiarimenti rispetto anche alle fantasiose dichiarazioni dell'amministrazione Trump sulla presenza o meno di terroristi all'interno delle carovane o di presunti finanziamenti, che altro non è che un pretesto per giustificare la violenta repressione in atto.

Siamo antropologi che lavorano con i migranti e con i rifugiati, molti dei quali stanno scappando per salvarsi la vita e vogliamo chiarire le cose a riguardo.

Abbiamo condotto delle ricerche sui migranti in Centro America, Messico, Stati Uniti e in altre parti del mondo; alcuni di noi hanno camminato con loro durante le carovane. Abbiamo lavorato con queste popolazioni – nostri informatori, colleghi e amici – per decenni.

I migranti provenienti dal Centro America e dal Messico hanno fronteggiato per molto tempo un razzismo e una discriminazione sistematici da parte delle amministrazioni statunitensi, da Theodore Roosvelt a Ronald Reagan fino a Barack Obama.

In ogni caso, troviamo che la retorica dell’amministrazione Trump sull’attuale carovana migranti sia particolarmente pericolosa e palesemente falsa. Quello che vogliamo è correggere cinque falsità che l’amministrazione ha sostenuto circa le persone che stanno fuggendo da violenza e persecuzione nei loro paesi d’origine.

1. Non c’è nessun “terrorista” nella carovana.

Sia Donald Trump che Mike Spence hanno dichiarato pubblicamente che ci sono “mediorentali” e “terroristi” nella carovana migrante. Queste affermazioni non sono semplicemente false – le quali possono implicare qualche forma di buon senso – ma oltremodo assurde e razziste.

Non c’è nessuna prova della presenza di terroristi nella carovana e paragonare i mediorentali ai “terroristi” è pericoloso e politicamente alimenta il razzismo. E se ci fossero delle famiglie che scappano dalle violenze che ci sono in Siria che cammino a fianco alle famiglie honduregne, perché dovrebbe essere importante?

Queste bugie oscurano la solidarietà che si è attivata sul campo, inclusi i molti messicani e guatemaltechi che hanno sfamato e accolto i migranti lungo la loro rotta. Incoraggiamo il pubblico e i politici statunitensi a rispondere alle persone che scappano dalla violenta con comprensione e cura.

2. Le carovane migranti non sono una novità e non sono “organizzate dai Democratici per ostacolare i Repubblicani”.

Anche se le carovane sono state trasformate in uno spauracchio dall’amministrazione Trump o dagli sfoghi di alcuni media statunitensi, in America Latina la parola “caravana” connota qualcosa di simile ad un gruppo di pellegrini che camminano insieme per un benessere spirituale e per la salvezza corporale.

In America Latina le carovane migranti hanno luogo da più di un decennio – quindi anche durante l’amministrazione Bush, Obama e ora Trump. Inoltre, ci sono meno carovane ora rispetto al passato. Coloro che ne prendono parte non sono i fautori e non sono finanziati dai Democratici. L’attuale carovana è stata organizzata da un piccolo gruppo di onduregni sui social media o nei passaparola con nessun supporto istituzionale o professionale. Inoltre, queste persone hanno ottenuto il riconoscimento negli Usa solo dopo che Trump li aveva denigrati. Per anni il governo messicano ha deportato i migranti, soprattutto bambini, senza un dovuto processo, ed ha deliberatamente ignorato l’assassinio e la sparizione di migliaia di migranti centroamericani. Le carovane permettono alle persone di rendere visibili le loro sofferenze e la loro umanità. È camminando insieme che ottengono la sicurezza e il riconoscimento necessari per esporre gli abusi dei diritti umani che subiscono.   

3. Il governo dell’Honduras non sta finanziando la carovana.

Le carovane migranti sono state organizzate da religiosi o dai migranti stessi, ma non ce n’è mai stata una organizzata dall’Honduras, dal Messico o da qualche altro governo.

Nel 2009 il Dipartimento di Stato degli Usa ha sostenuto un golpe militare che ha deposto il presidente dell’Honduras democraticamente eletto Manuel Zelaya. I settori popolari del paese – incluse l’educazione e la sanità – sono stati decimati dal governo che ne è seguito. L’Honduras è diventato incredibilmente instabile con bande criminali e paramilitari che si scontrano violentemente per il controllo del territorio. Migliaia sono stati costretti ad andarsene ed alcuni attivisti di spicco, come ad esempio Berta Caceres, sono stati uccisi per aver fatto sentire la propria voce.

Le cospirazioni pronunciate dall’amministrazione Trump riguardanti l’organizzazione della carovana da parte di attori governativi nell’ombra sono chiaramente false. Al contrario, l’Honduras ha provato a chiudere i propri confini affinché i suoi cittadini non lasciassero il paese, violando la legge internazionale.

È proprio a causa dell’impatto degli Usa nel sostenere il golpe e nelle numerose frodi elettorali che i singoli e le famiglie hanno organizzato una carovana in Honduras, scappando per salvare le loro vite.

4. Gli Usa non hanno già investito soldi in aiuti umanitari in Centro America.

Quasi tutti gli aiuti sono stati inviati in Centro America attraverso l’Alleanza per la Prosperità, diramata l’amministrazione Obama nel 2015, che aveva come scopo quello di fungere da deterrente per i centroamericani dal lasciare le loro case. Molti di noi hanno sostenuto i centroamericani quando si sono scagliati contro questa alleanza in quanto la maggior parte dei soldi finanziava programmi di privatizzazione e impresari militari, spesso proveniente dagli Stati Uniti.

Come previsto, invece di prosperità, questa militarizzazione ha portato solo un aumento della violenza per le persone del Centro America. Forze visibilmente allenate e armate per combattere contro bande e governi corrotti si sono trasformate in milizie ben organizzate. Piuttosto che beneficiare i centroamericani secondo i loro bisogni, gli Usa hanno aiutato a rendere i loro paesi invivibili. 

5. Non è possibile per la carovana migrante “tornare nei propri paesi e avviare le procedure per la cittadinanza”.

Nessuno più fare richiesta per ottenere la cittadinanza al di fuori degli Stati Uniti. Mentre ci possono essere meccanismi per richiedere altre forme di regolarizzazione, i migranti devono trovarsi già all’interno degli Usa se vogliono fare richiesta per la cittadinanza o asilo. Inoltre, la procedura per l’asilo di norma richiede anni e spesso i richiedenti sono sottoposti a detenzione e stretta sorveglianza. Anche se tutto ciò viene frequentemente riportato, sembra essere totalmente ignorato dall’amministrazione Trump. Di fatto, gli Usa spendono più di 100 milioni di dollari all’anno per finanziare il Southern Border Plan, che paga il Messico per catturare e deportare i centroamericani. Questo esternalizzare i confini provoca un allarmante e pericoloso precedente che rischia di violare i diritti umani e di trasgredire alla legge internazionale.

Ci schieriamo fermamente contro i tentativi degli Stati Uniti di impedire ai centroamericani di esercitare il loro diritto umano di cercare sicurezza e rifugio. Il fatto che Donald Trump abbia dichiarato che non permetterà ai migranti della carovana di fare richiesta di asilo e che invierà truppe statunitensi per impedire loro di farlo, va direttamente contro la legge internazionale, la quale garantisce che chiunque sia stato vittima di persecuzione e violenza nel suo paese d’origine abbia il diritto di cercare sicurezza in un altro paese.

Questa posizione non è solo disumana, ma nega una ben documentata storia di interventi statunitensi in Centro America fatta di un aperto colonialismo, sfruttamento corporativo e interventi militari. Questa parte della storia degli Usa ha creato le condizioni che ora stanno forzando i singoli e le famiglie a scappare.

Le persone che camminano nella carovana migranti stanno cercando protezione dalla violenza e dalla persecuzione, come hanno fatto molti altri nel corso della storia. Non sono nostri nemici. Sono i nostri vicini che meritano protezione e accoglienza.

* Traduzione dall'inglese a cura di Camilla Camilli