82 giorni di sciopero della fame

Cile - Un accordo per le istituzioni, fra minaccie e pressioni ai prigionieri

Comunicato Pubblico dei Prigionieri Politici Mapuche in sciopero della fame

5 / 10 / 2010

Siamo stati testimoni in queste ultime ore di un continuo di informazioni che mostravano il governo di Sebastian Piñera bendisposto a mantenere le promesse contenute nei cinque punti dell’accordo con i rappresentanti dei ’comuneros’ in sciopero della fame, con l’intermediazione dell’arcivescovo di Concepción, che ha portato 23 di loro a prendere la decisione di terminare lo sciopero e lasciando i prigionieri del carcere di Angol, insoddisfatti e titubanti, a continuare.

Sommariamente i punti dell’accordo (vedi testo integrale) consistevano:
1.impegno del governo a rivedere la legge antiterrorismo in maniera di rispettare i principi democratici di Carta Costituzionale, norme del diritto internazionale e diritti umani, Accordo 169 della OIL, così come raccomandato dagli organismi internazionali
2.desistere nel procedere a giudicare l’operato dei ’comuneros mapuche’ come atti, definiti dal precedente governo Bachelet, di terrorismo
3.impulso alla modifica del codice di giustizia militare per evitare il doppio processo ed adeguarlo alla Costituzione
4.programmare altri incontri con l’intermediazione dell’autorità ecclesiastica al fine di rimuovere azioni atte alla ricerca di soluzioni per la ’causa mapuche’
5.dare assistenza sanitaria immediata ai comuneros che avessero deciso di desistere nello sciopero

Con il passare delle ore si è constatata subito l’intenzione da parte di Piñera di non voler rispettare questo accordo, dichiarando che la sospensione delle querele per atti di terrorismo fosse un processo lungo e complesso al quale avrebbero pensato i tribunali risolvere.

In effetti una delle principali ragioni che portano 14 prigionieri politici mapuche di Angol a continuare con il digiuno è la scarsa garanzia data in relazione all’impegno dell’Esecutivo di ritirare le cause sottoposte alla legge antiterrorismo considerato che, alla fine, è il Pubblico Ministero che ha l’ultima parola e, visti i trascorsi, è reale il pericolo che possa utilizzare il proprio potere con ’inclinazione razzista’.

E in tema di buoni propositi in merito alla riconciliazione con il popolo mapuche, il ministro della salute Jaime Mañalich si è presentato all’ospedale dove sono ricoverati sei detenuti del carcere di Angol, minacciandoli di farli morire in carcere se non avessero desistito dallo sciopero della fame.
Così pure è successo a Waikilaf Kadin, tenuto isolato dagli altri per il grave stato di salute in peggioramento in cui si trova, sottoposto a pressioni psicologiche, minacciato di vedere privata la madre della libertà condizionale, di essere privato dei benefici di legge, di trovarsi a rispondere per nuovi reati se non avesse deciso di desistere entro 24 ore.

Nonostante le positive (false) notizie che il governo tira fuori per il conflitto mapuche, col passare delle ore stanno emergendo una serie inganni e minacce in un tentativo disperato del governo per abbassare il profilo e finire con il "problema" che gli sta arrecando la causa mapuche a livello internazionale.

Comunicato Pubblico dei Prigionieri Politici Mapuche in sciopero della fame

Come Prigionieri Politici Mapuche del Carcere di Angol, alle comunità e organizzazioni mapuche e opinione pubblica in generale, dichiariamo quanto segue:

Essendo al corrente che gli scioperanti mapuche delle prigioni di Concepción e Temuco hanno deposto lo sciopero della fame iniziato 83 giorni fa e che questo atteggiamento ubbidisce ad un accordo firmato col governo, decidiamo di mantenere lo sciopero in base alle seguenti motivazioni:

· L’accordo menziona che il governo ha promosso riforme alla Legge Antiterrorista e la giustizia militare e che questa volontà di cambiamento fa parte del suo programma di governo e "risponde a convinzioni e principi democratici previsti nel nostro ordinamento giuridico, quello che si ispira alla nostra Carta Costituzionale, norme del diritto internazionale, dei diritti umani, e l’Accordo 169 dell’OIL, come da raccomandazioni degli organismi internazionali". Questo è completamente falso. Le riforme proposte dal governo continuano ad attentare a diritti umani fondamentali, tra essi, il dovuto processo, il diritto all’intimità, il diritto di difesa, e per ciò che riguarda la Giustizia Militare, la riforma beneficia solo quelli in uniforme, poiché aumenta le pene dei delitti che si commettano nei loro confronti, concedendo loro più protezione per agire con impunità come già fanno attualmente nelle comunità mapuche. Rispetto alla Legge Antiterrorista, le modificazioni tendono a perfezionare la sua applicazione e non ci sono garanzie che non torni ad essere applicata alla protesta sociale mapuche, come lo fa notare James Anaya, relatore speciale dell’ONU per il tema indigeno.

· Il ritiro delle querele da parte dell’Esecutivo non cambia in niente l’attuale situazione processuale degli scioperanti. A questo rispetto, aspetta al Ministero Pubblico pronunciarsi rispetto alle cause che si seguono contro i nostri fratelli, nel senso di chiarire pubblicamente se i delitti che si imputano in base alla Legge Antiterrorista saranno riqualificati come penali comuni. Rispetto all’esecutivo, questo atteggiamento può essere solo interpretato come buona fede.

· non riteniamo valido neanche il fatto che nelle modifiche proposte dal governo si continui a mantenere la figura del testimone nascosto e che si aggiunga inoltre l’agente coperto e l’informatore. Dette figure continuano ad attentare al giusto processo, poiché nella maggioranza dei processi seguiti contro di noi, l’unica prova sono le dichiarazioni di questo testimone che inoltre è un delinquente, perché assicura avere partecipato ai fatti e che inoltre riceve un stipendio da parte del Ministero Pubblico, che fa dubitare dell’imparzialità e veridicità della sua attestazione. Nel Territorio di Malleco, questo testimone ha fatto accuse a caso, nei confronti di famiglie lider nella lotta territoriale.

· Ci dispiace che i carcerati di Concepción e Temuco non abbiano avuto la chiarezza e la forza sufficiente per mantenere questa mobilitazione. Non condividiamo la loro posizione, ma la rispettiamo.

· vogliamo chiarire di fronte all’opinione pubblica che questa mobilitazione, per quello che riguarda i prigionieri politici mapuche di Angol, non ha mai avuto un fine giudiziale. Indipendentemente del fatto che ci aspettiamo un giudizio giusto dove si verifichi la nostra innocenza, la base di questo sciopero della fame ha a che fare con quello che noi vorremmo per il futuro della nostra Pueblo Nación Mapuche. Le diverse comunità mapuche continueranno a lottare per il diritto al territorio, continueranno a difendere il nostro diritto a vivere come mapuche e rifiutandosi di essere assimilati dalla cultura cilena, cosa che provocherà nuovi conflitti con la giustizia cilena.

Sulla base a questi motivi, decidiamo di continuare il nostro sciopero della fame, fino alle ultime conseguenze, affinché lo Stato dia soluzione ai punti esposti all’inizio della mobilitazione.

Facciamo un grande appello ad organizzazioni e comunità mapuche, così come agli organismi internazionali, a continuare ad appoggiare lo sciopero di fame.

CARCEL DE ANGOL:
1.- Victor Llanquileo Pilquiman
2.- Fernando Millacheo Marin
3.- José Queipul Huaiquil

HOSPITAL DE VICTORIA:
4.- Victor Hugo Queipul
5.- Felipe Huenchullan Cayul
6.- Camilo Tori Quiñinao
7.- Eduardo Osses Moreno
8.- Alex Curipan Levipan
9.- Carlos Huaiquillan Palacio
10.- Waikilaf Cadin Calfunao

CARCEL DE TEMUCO:
11.- Hugo Melinao
12.- Cristián Levinao
13.- Sergio Lican Levio

CARCEL DE CHOL CHOL:
14.- Luis Marileo cariqueo

Domingo 03 de Octubre de 2010 Comunidad Autónoma Temucuicui

Sulla lotta del popolo mapuche e la huelga de hambre