80 giorni di sciopero della fame

Cile - Cresce la solidarietà internazionale con i comuneros mapuche

Intervista al portavoce Mapuche Mauro Millan

1 / 10 / 2010

Dopo 80 giorni di sciopero della fame le vite dei 35 prigionieri politici Mapuche rinchiusi in varie carceri del Cile, sono in serio pericolo e il governo cileno è sotto pressione per le proteste della comunità internazionale.

Gli aggiornamenti

A fronte di una dichiarazione di intenti da parte del Senato cileno a favore di una rivisitazione della legge antiterrorismo, da effettuare in tempi brevi e con un amplio dibattito, ma che nulla cambierebbe per i processi  a cui saranno sottoposti gli scioperanti, i difensori dei prigionieri Mapuche propongono la promulgazione di una legge breve, un articolo unico, transitorio, vigente fino alla promulgazione successiva di un pacchetto legale che riformi l’attuale legislazione antiterrorista, al fine di uscire dall’agonia dello sciopero della fame.

Questo articolo transitorio dovrebbe stabilire che i fatti per i quali sono sotto processo i "comuneros" Mapuche dell’VIII e IX regione (dove si usa la legge antiterrorista), siano giudicati con la legge comune (per le cause comprese nel periodo che va degli anni 2005 a 2010) e dunque non siano considerati come delitti terroristici.
La rapida promulgazione di questa legge, entro il 4 ottobre, sulla quale l’opposizione sarebbe d’accordo, permetterebbe di esaudire la principale richiesta dei "comuneros", lasciando al parlamento ed al governo il compito di una modificazione della legislazione antiterrorista in armonia con gli standard internazionali.

Mentre continua il vuoto informativo da parte dei maggiori media, in varie città del Paese, del sud America e dell’Europa, si moltiplicano le manifestazioni di solidarietà davanti ad ambasciate e consolati cileni,.

Lo sciopero della fame dei prigionieri Mapuche è arrivato anche al Parlamento Europeo, dove oggi è stato il tema principale alla Riunione della Commissione Parlamentaria mista EU-Cile, durante la quale la Presidente ha manifestato seria preoccupazione per la situazione che si è venuta a creare con il popolo mapuche.

La lotta dei prigionieri politici Mapuche in sciopero ha mobilitato ben oltre le comunità in conflitto.

Si stanno mobilitando territori ed organizzazioni che abitualmente non si movono in forme radicali. Di fronte all'allargarsi della protesta la risposta è ancora vla repressione con decine di feriti e fermi.
A Santiago manifestano le madri degli scioperanti e si fa sentire la solidarietà degli studenti delle scole e universitari.

In varie città del Cile sono arrivati in visita dirigenti indigeni latinoamericani e la crescente protesta a livello internazionale sta spingendo verso una soluzione immediata del conflitto.

mauro-8f991.jpgDALLA PATAGONIA ARGENTINA , Puelmapu, abbiamo sentito MAURO MILLAN, portavoce Mapuche, che dalla Radio Libera di El Maiten segue passo passo le mobilitazioni.

Nella prima parte dell'intervista ci ha parlato dell’isolamento informativo che hanno creato in Cile su questo tema e della repressione verso chi solidarizza con i prigionieri Mapuche, spiegandoci, inoltre, i motivi dello sciopero della fame.

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Nella seconda parte dell'intervista ha inquadrato la lotta nel contesto globale della protezione e riappropriazione del territorio, in questo caso difeso dagli attacchi delle multinazionali petrolifere, minerarie e dell’industria del legname, precisando il carattere di autodifesa attuata in forma diretta da parte delle comunità Mapuche.

Nonostante l’esistenza di leggi e accordi internazionali a tutela dei diritti delle comunità indigene, i governi, sia quello precedente di centro sinistra (che durante il suo corso ha lasciato quattro giovani mapuche morti) che quello attuale, dichiaratamente dalla parte delle imprese, non le fanno rispettare. L'intervista si conclude con un appello alla solidarietà della comunità internazionale.

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Scarica il bollettino informativo a cra dell'Associazione Ya Basta Italia

Playlist

Sulla lotta del popolo mapuche e la huelga de hambre