L'Ejército de Dios si prepara a sgomberare il blocco stradale?

Chiapas - A Mitzitón sale il rischio di nuove aggressioni paramilitari

Nel giorno delle amministrative prosegue la lotta del villaggio, nonostante il rischio di nuovi scontri

Utente: disteyabasta
4 / 7 / 2010

AGGIORNAMENTO DEL 5 Luglio

Dopo aver portato avanti il blocco stradale e la mobilitazione ed aver ottenuto l'allontanamento dei paramilitari e dopo aver iniziato un dialogo con i rappresentanti del governo, lacomunità di Miztiton ha tolto il presidio.

Cosa stava succedendo?

Il 1 luglio 2010, le autorità del villaggio indigeno tsotsil di Mitzitón, aderente all’Altra Campagna, hanno deciso di installare un blocco stradale per protestare contro la probabile sottrazione di terre comunitarie in vista dei progetti di espansione della rete autostradale, ma soprattutto per esigere l’allontanamento dei famigerati paramilitari dell’Ejército de Dios, già protagonisti di violenze mortali. Detto gruppo è funzionale alle politiche dei governi (statale e federale), che portano avanti strategie di contrainsurgencia contro l’EZLN, e progetti turistici in violazione delle leggi che riconoscono il diritto alla terra per gli indigeni. La lotta di Mitzitón è esemplare della capacità delle comunità indigene di difendere un bene comune indispensabile come il suolo, ma anche di ostacolare l’espansionismo capitalistico che utilizza la violenza come forma di invasione dei territori.

Nella notte del 3 luglio si è diffusa la voce secondo la quale i paramilitari si stessero muovendo per accerchiare il blocco stradale: oltre alla reazione di esercito e polizia, è infatti plausibile un attacco dell’Ejército de Dios, che gode della protezione della Policia Federal Preventiva. Oggi 4 luglio, giorno delle elezioni, la situazione appare ancora tranquilla, tuttavia è bene mantenere alta l’attenzione della società civile messicana e internazionale, in vista di nuovi possibili atti di violenza. Di seguito il recente comunicato del villaggio in lotta e quello del Frayba, utili per comprendere l’evolversi della situazione.

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Mitzitón  (villaggio aderente a La Otra Campaña) Chiapas, México 1 luglio 2010

BASTA PARAMILITARI, ESIGIAMO LA RICOLLOCAZIONE DI QUEI DELINQUENTI DELL’EJÉRCITO DE DIOS!

Alle Giunte Di Buon Governo
Agli aderenti nazionali e internazionali alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona
Al Congresso Nazionale lndigeno
Agli organismi non governativi in difesa dei Diritti Umani
Ai mezzi di comunicazione liberi e indipendenti

Compagne e compagni, riceviate un saluto e la nostra parola di lotta. Vi mettiamo a conoscenza una volta di più della decisione presa dal nostro villaggio.

Noi, uomini e donne del villaggio organizzato di Mitzitón, siamo ormai stanchi delle ingiustizie e dei crimini contro di noi, come l’omicidio del nostro compagno Aurelio Díaz Hernández. Hanno continuato a sparare durante la notte, hanno tentato di violentare le nostre compagne, hanno picchiato e sequestrato i nostri compagni e recentemente hanno abbattuto alberi senza alcun rispetto verso la nostra asseblea, E IL NOSTRO VILLAGGIO RISPONDE: ¡YA BASTA!

Per questo oggi 1 luglio ci stiamo mobilitando per dire al governo che non vogliamo altre menzogne, né i suoi circhi di applicazione della giustizia, nei quali si finisce sempre per lasciare liberi i delinquenti che davvero stanno cercando di porre fine alla nostra organizzazione e vendere ciò che per noi è quanto di più sacro, la nostra terra.

Perché noi, come villaggi, vogliamo vivere in pace e possiamo farlo solo se non siamo destabilizzati da delinquenti e paramilitari. Perché questi gruppi paramilitari dell’Ejército de Dios ci hanno fatto molte cose, all’interno e al di fuori del nostro villaggio. Perciò non li vogliamo più qui, e ciò che esigiamo è che il malgoverno li ricollochi, perché il malgoverno sa perfettamente qual è il nostro accordo e non ha mantenuto la sua parola.

Siamo stanchi di denunciare ogni volta il malgoverno e i suoi pubblici ministeri senza che finora sia stata fatta giustizia: al contrario, siamo noi a essere incarcerati, come è accaduto al nostro compagno Manuel Díaz Heredia, e per questo oggi abbiamo stabilito di comune accordo che siamo stanchi di tanta violenza e che il malgoverno protegga i responsabili; riaffermiamo che il gruppo di paramilitari “Alas de Águila, Ejército de Dios” è totalmente disconosciuto dalla nostra comunità e senza diritto né ai suoi appezzamenti né alle sue terre. Chiariamo che non siamo un gruppo di persone che prende accordi, bensì siamo gli ejidatarios, i cooperanti e le donne che compongono la nostra comunità, e che siamo il villaggio stesso.

 In questi ultimi giorni si sono aggravate le minacce e provocazioni dei paramilitari “Alas de Águila, Ejercito de Dios”, senza che il malgoverno faccia alcunché; perciò ci siamo accordati per fare un blocco stradale permanente finché il malgoverno ripulisca la nostra comunità, mandando via i paramilitari “Alas de Águila, Ejercito de Dios” e ricollocandoli in altro luogo, dove non possano continuare a fare danni alla nostra comunità; perché vogliamo vivere in pace, evitare altri spargimenti di sangue, altra morte o uno scontro dai tristi esiti. Resta stabilito di non molestare i passeggeri né peggio ancora di chiedere soldi. Se il malgoverno non lavora per mandare via gli “Alas de Águila, Ejercito de Dios” dalla nostra comunità, lo faremo noi stessi e sarà sua la responsabilità di ciò che potrà succedere. Vogliamo denunciare pubblicamente che ci sono arrivate informazioni di minacce del fatto che un gruppo di 45 persone armate, che sono tutte del municipio di Teopisca, comandato da Carmen Díaz López, comandante paramilitare dell’Ejército de Dios, arriverà a sgomberarci dal blocco stradale. Il malgoverno che ha protetto questi delinquenti è dunque avvisato, perché poi non dica di non sapere. Che faccia qualcosa, che detenga quei picchiatori. E ripetiamo che ciò che succederà sarà di sua responsabilità.

VILLAGGIO ORGANIZZATO DI MITZITÓN ADERENTE ALLA OTRA CAMPAÑA.
VIVA LA SESTA DICHIARAZIONE DELLA SELVA LACANDONA!
VIVA L’EZLN e LE BASI D’APPOGGIO ZAPATISTE!

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Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas, AC

1 luglio 2010

AZIONE URGENTE

Rischio di repressione contro gli indigeni di Mitzitón

Il governo statale minaccia uno sgombero che potrebbe degenerare in violazioni gravi dei diritti umani

Il governo dello stato del Chiapas minaccia di realizzare un’operazione di polizia per sgomberare il blocco stradale, portato avanti dagli abitanti di Mitzitón come azione di difesa del proprio territorio.

Il governo dello stato propone agli abitanti di Mitzitón di trasferire tutta la comunità e fare del suo territorio una riserva forestale, proposta alla quale la comunità ha risposto non solo di non accettare, bensì che difenderà il proprio territorio a qualsiasi costo. Dinanzi alla risposta della comunità il governo statale ha avvertito che allora il blocco stradale sarà sgomberato.

La comunità di Mitzitón, dal febbraio 2009, ha portato avanti una lotta in difesa del suo territorio rispetto alle informazioni e alle prove che indicano che il governo messicano pretende costruire l’autostrada San Cristóbal de las Casas – Palenque e ampliare la strada San Cristóbal de las Casas – Comitán de Dominguez. Il governo statale ha negato in varie occasioni l’esistenza del progetto, ma senza dubbio la proposta di trasferimento della comunità evidenzia che esiste l’interesse di spogliare il popolo Tsotsil del suo territorio.

Antecedenti:

Il blocco si sta realizzando per spingere il governo statale a ricollocare i non-cooperanti del gruppo conosciuto come Ejército de Dios, che ha realizzato azioni di aggressione contro la comunità fin da 13 anni fa, ragione per la quale l’assemblea comunitaria ha deciso di chiedere la ricollocazione del gruppo. Nei giorni passati, persone dell’autodenominato Ejército de Dios hanno effettuato in maniera indiscriminata l’abbattimento di alberi, violando il regolamento interno all’ejido e le leggi in materia forestale, fatto del quale le autorità dell’ejido hanno allertato le autorità competenti nel momento stesso in cui si compiva il detto abbattimento, senza che fino a ora siano stati arrestati i colpevoli.

Ugualmente, il giorno 27 febbraio 2010 si generarono fatti di violenza, quando il signor Andrés Jiménez Hernández, membro dei non-cooperanti, tagliò cinque alberi senza il permesso dell’autorità comunitaria. Per decisione dell’assemblea, il legno venne sequestrato e portato nel patio della casa ejidal. Il signor Jiménez, invece che alle autorità, si rivolse al suo gruppo, che si organizzò e sequestrò tre persone aderenti all’Altra Campagna. I prigionieri furono trasferiti in casa di Francisco Gomez Díaz, appartenente ai non-cooperanti. I loro occhi vennero bendati, vennero legati a dei pali, innaffiati di benzina e minacciati di essere fatti bruciare. Furono minacciati  di morte e brutalmente colpiti. Tra gli aggressori si trovava Raul Jiménez Jiménez, effettivo della Polizia Federale Preventiva e principale provocatore della violenza esercitata dall’Ejército de Dios, Alas de Aguila a Mitzitón. Gli uomini e le donne aderenti all’Altra Campagna realizzarono un blocco stradale per esigere che i tre sequestrati venissero riconsegnati vivi, e anche per evitare il transito dei paramilitari. In seguito, quattro feriti, tutti appartenenti ai non-cooperanti, furono trattenuti all’interno del blocco. Il giorno dopo furono liberati gli aderenti all’Altra Campagna, così come gli altri detenuti, giacché il governo statale si era assunto il pagamento dei danni provocati dagli aggressori.

Dal 29 luglio 2009 un gruppo di ejidatarios incaricati dall’assemblea dell’ejido di ripartire i terreni fu intercettato da circa 60 persone dell’Ejército de Dios, che li aggredirono con pietre, bastoni e fionde. Più tardi arrivò una camionetta con cinque persone a bordo, due delle quali con armi lunghe tipo R-15, che spararono in due occasioni. La camionetta, che viaggiava a gran velocità, travolse vari ejidatarios. In conseguenza di questi fatti morì una persona, il signor Aurelio Díaz Hernández, e cinque risultarono gravemente ferite: Fernando Heredia Heredia, Javier Gomez Heredia, Raymundo Diaz Heredia, José Heredia Jiménez e Marcelino Jiménez Hernández. Dopo un processo penale farsa, nel quale si concluse che il delitto fu accidentale e non intenzionale, l’aggressore, Francisco Jiménez Vicente, ottenne la libertà a fine gennaio 2010, dopo soli quattro mesi di prigione.

Davanti al rischio imminente di uno sgombero violento, esortiamo la comunità nazionale e internazionale affinché esiga dalle autorità messicane che:

-          Si ricerchi una soluzione attraverso il dialogo, e non mediante l’uso della forza pubblica.

-          Si rispetti il Diritto al Territorio, che spetta a Mitzitón come villaggio indigeno, come stabilisce l’Accordo 169 della OIT.

-          Come esigono gli abitanti di Mitzitón, che “si allontani dalla comunità il gruppo paramilitare denominato Ejército de Dios”.