Campo di Šentilj, Slovenia - Previsto l’arrivo di 26.000 rifugiati in due giorni

Report dalla staffetta #overthefortress

10 / 11 / 2015

Arrivando al campo si incontrano perlopiù esercito e polizia sloveni, esigua la presenza di volontari benchè Croce Rossa, Caritas slovena e UNHCR abbiano libero accesso. La Croce Rossa si occupa di preparare i pasti dei rifugiati, non è concesso a nessun altro dare del cibo a chi arriva.

Ieri abbiamo visto l’arrivo di due treni alle 13.00 e alle 17.00 provenienti da Dobova: i vagoni erano pieni, stimiamo che ci siano un migliaio di persone per treno. Le procedure sono diventate molto rapide e fluenti, dal treno vengono indirizzati all’ingresso del campo, il quale ha una capacità di 2.500 persone, da lì entrano nei tendoni provvisti solo di brandine. 
A nessun volontario è permesso entrare, solo gli interpreti, molto pochi, hanno accesso all’area esterna dove stanno esercito e polizia. 
Riuscendo ad intrufolarci abbiamo visto che la struttura non è dotata di prese elettriche per telefoni (una sola ma non funzionante) e wi-fi, richiesto da molti per mettersi in contatto con le famiglie situate in Austria o Germania. La struttura pare ben organizzata ma poco funzionale, molte carrozzine servono all’ingresso ma sono localizzate nella parte opposta, nessuna indicazione per cibo, toilette, dottori; solo i casi più gravi vengono portati al supporto medico, molti accusano raffreddore o febbre ma non sono curati.
Il contatto umano è pressoché inesistente, molti chiedono perché vengono identificati con impronte digitali in ogni Stato nel quale sono transitati (Serbia, Croazia) preoccupandosi che il motivo non sia legato al rimpatrio, quando è noto a tutti che in Germania le identificazioni, precedentemente effettuate, non verranno poi prese in considerazione.

Dai racconti dei volontari si capisce che la situazione è migliorata nel tempo, le settimane precedenti il confine austriaco permetteva l’ingresso di 50 persone ogni ora rendendo tutto lento e causando ansie e tensioni tra i migranti: ora il processo di trasferimento ammette 500 persone a volta. 
Nel tragitto in treno vengono forniti pacchetti di cibo, mentre nei campi solitamente il pranzo viene preparato per chi arriva la mattina e la cena per coloro che giungono la sera; il secondo flusso, quello arrivato alle 17, ha passato nel campo solo 30 minuti per poi passare il confine diretto in Austria.
La principale difficoltà per queste persone è non avere informazioni e spesso ai volontari viene proibito di dargliene, come ad esempio gli orari in cui passeranno ed i tempi di attesa; i volontari presenti sono pochi, ma vengono percepiti come di troppo e non molto graditi.

Abbiamo assistito a due diverse modalità di trattamento sia nei nostri confronti che in quelli dei migranti.
Ieri, in questa zona, la polizia slovena era al comando delle operazioni e per carenza di personale è stata affiancata dall’esercito che ha mantenuto un atteggiamento corretto e solidale con le persone, lasciandoci stare all’interno del campo e controllando solo che la situazione scorresse senza problemi.
Questa mattina però la situazione è cambiata, al comando c’è solo la polizia e non ci fa avvicinare alle persone. Riusciamo ad intrufolarci lo stesso grazie ad una delle organizzazioni che possono accedere alla struttura, e notiamo che sono molto bruschi anche con i migranti in fila, a volte li spingono per farli andare velocemente, ci viene comunque proibito dare cibo ed indumenti.

Il numero di arrivi è aumentato: il primo treno giunge alle 9.30, alle 8.00 il primo gruppo di persone, trattenuto la notte, è partito per l’Austria.
Alcuni volontari ci informano che sono in attesa di un grande flusso tra mercoledì e giovedì: circa 26.000 persone in arrivo sia con i treni che con i bus.

 
Anja e Tobia, #overthefortress 10 novembre 2015