BXL, stay safe

Stadio d’assedio – giorno 4 a livello 4

25 / 11 / 2015

Non si era mai visto prima un “lockdown” di una città per un periodo così lungo, a titolo preventivo e per una minaccia terroristica.

Almeno gli va riconosciuto questo primato, al Belgio, paese surrealista al punto da sovvertire l’hashtag “istituzionale” #‎BrusselsLockdown con una marea virtuale di gattini scatenando una risposta, altrettanto surreale, da parte delle forze dell’ordine. Un paese che sdrammatizza per non interrogarsi su ciò che è cresciuto nel proprio tessuto metropolitano, alimentato da nuovi adepti reclutati appena fuori dal centro, e per sminuire il peso delle misure restrittive della libertà sulla vita di tutti i cittadini.

Così una questione di intelligence, la cattura del ricercato numero uno d’Europa, diventa una trappola per una città intera.

Scuole, metro e università chiuse. Si teme che gli attentati di Parigi possano essere replicati in posti affollati. Gli eventi pubblici sono cancellati, il lavoro diventa telematico. E nemmeno un cane per strada la notte, il coprifuoco non è esplicito ma un dato di fatto dopo il tramonto. D’altronde non c’è molto da fare in giro, per le strade ci sono quasi solo mezzi militari.

Oggi, mercoledì 25 Novembre, la situazione dovrebbe lentamente tornare alla normalità anche se il livello d’allerta per Bruxelles è previsto a livello 4 fino a lunedì prossimo, secondo l'OCAM, l'Organo di Coordinazione e Analisi della Minaccia.

Scuole e trasporti riapriranno, ma strettamente sorvegliate. Per questa operazione centinaia di forze speciali sono state reclutate in giro per il paese.

Ogni giorno, da sabato a questa parte, noi che viviamo nella capitale belga attendiamo con ansia la conferenza stampa presieduta dal primo ministro, Charles Michel,  per sapere come vivremo il nostro domani. Mi sembra di essere in 1984 di Orwell.

Il passo successivo sarà un controllo di massa, piuttosto che un controllo mirato?

La politica autoritaria usa tutte le occasioni per poter aumentare il controllo sui cittadini, lo sappiamo, per questo bisogna rimanere vigili: la libertà in un attimo viene mangiata dalla sicurezza, quando le misure volte a renderci più sicuri erodono le nostre libertà fondamentali.

In questa ondata sicuritaria quale spazio sarà lasciato all’antagonismo, alle lotte per i diritti?

Le prime conseguenze sono già davanti agli occhi di tutti, tra queste l’annullamento della Marcia mondiale per il clima prevista a Parigi prima dell’apertura del summit COP-21. Quale pressione potrà esercitare ancora la società civile sulle decisioni da prendere al summit che discuterà del nostro futuro e di quello dell’intero pianeta?

Quando ti colgono alla sprovvista la reazione è sempre esagerata a rischio del  panico collettivo. 

Il risultato è la paura del Governo Belga di non avere per niente il controllo della situazione spinto alla chiusura e al lockdown di un’intera metropoli sulle basi di “dubbi vaghi ben fondati”. A very concrete and imminent threat.

Per questo ora il Belgio si trova ad attuare misure a detta di tutti esagerate e non giustificate in nome della sicurezza collettiva. Charles Michel nelle sue conferenze stampa dovrebbe solamente dire: “non sappiamo proprio che pesci prendere, e per questo che ci siamo dati alla caccia alla cieca nella città deserta.” Si costruisce così la paura della minaccia indefinita. 

Minaccia che ha colpito al cuore e alla mente dei tanti cittadini europei che, purtroppo, per il momento tollerano di dover sacrificare “piccoli pezzi” della propria libertà. L’atteggiamento belga l’ha vinta. C’est le Belgique.

E mentre la capitale europea è livello 4 da 4 giorni, l’aeroporto internazionale è solo a livello 3 e si può arrivare con un aereo dalla Giordania senza nessun controllo alla frontiera. D’altronde la lista dei foreign fighters rientrati ce l’hanno già nel cassetto, solo che non sapevano come utilizzarla, forse stanno alla ricerca delle istruzioni per l’uso.

Mais, "Je ne vais pas a sacrifier ma liberté pour la sécurité."