Buenos Aires - Repressione violenta all'Ospedale Neuropsichiatrico Borda

Contributo a cura di Ya Basta! Marche

30 / 4 / 2013

Venerdì 26 aprile, verso le 6 del mattino, agenti della Polizia Metropolitana hanno fatto irruzione all'interno dell'Ospedale Neuropsichiatrico Borda per reprimere la resistenza pacifica che operatori sociali, utenti e rappresentanti della società civile che difendono la salute pubblica, stanno attuando da mesi contro la volontà del governatore Macri di costruire un centro civico. La repressione oltrechè violenta ha rappresentato un'azione anticostituzionale e illegale.

Gli agenti della polizia metropolitana hanno attuato un'operazione volta alla demolizione di edifici che ospitavano il laboratorio protetto 19, laboratorio riabilitativo ed artistico, arrestando otto persone tra le quali medici, operatori sociali e giornalisti e ferendone almeno 50.  Lo sfratto, deciso senza il consenso della Camera del governo porteño, è un'azione totalmente illegale.

Ci sono infatti due cause in atto che bloccano la costruzione del cantiere del centro civico tanto voluto dal governatore Macri. Secondo il piano del governo della città di Buenos Aires infatti l'area del Borda dovrebbe ospitare un centro civico e spedire gli internati del manicomio in strutture private.
Le parole della lotta contro la chiusura, priva di qualsiasi visione prospettica e strategica, dell’Ospedale Psichiatrico “Josè Borda”, sono "No al centro civico, si alla de-manicomializzazione".
Nel piano di intervento infatti non è prevista l’idea del diritto alla salute e che questo diritto sia tutelato dal settore pubblico. Il modo di affrontare la situazione manicomiale non può essere quello di sfruttare gli utenti interni e privatizzare il servizio sanitario; l’unica via d’intervento è quella di creare strutture alternative, delocalizzate sul territorio, per avviare il processo di demanicomializzazione, come sancito nella Legge sulla salute mentale approvata recentemente.  

"Ciò che è da condannare è la violenta repressione. Stiamo parlando di un ospedale pubblico dove si  lavora per la  salute mentale" invece "la legge nazionale non si applica e ciò che regna è abbandono e deterioramento e pazienti che tutti i mesi sono portati dal sistema pubblico a quello privato" dice Alfredo Olivera di Radio La Colifata in un'intervista subito dopo il fatto [Ascolta l'intervista]

L'intervento demolitore della polizia metropolitana rientra pienamente nella logica di privatizzazione del governatore della città che è stato prontamente ripreso dalla Giustizia con la proibizione di installare o modificare qualsiasi tipo di struttura nell'ospedale Borda fino a che non lo decida la Camera. Macri e altri funzionari hanno ricevuto inoltre una multa per aver iniziato i lavori senza aspettare la risoluzione finale del Tribunale [Fonte: Diario Registrado]

Ma dopo la repressione del venerdi 26 aprile, il movimento sociale della comunità dell’ospedale Borda, si è dato subito appuntamento per due giornate intense,  sabato 27 e domenica 28,  nei giardini dell'ospedale. Laboratori, assemblee, musica, murales, radio aperta La Colifata e una partecipazione senza precedenti riaffermando ancora una volta la lotta contro la privatizzazione della salute pubblica.

"Di fronte ai gravissimi fatti che ha avuto come protagonista la polizia metropolitana durante la repressione di venerdi 26 nel Borda lanciamo una petizione in modo che l'Onorevole Legislatura della C.A.B.A promuova un processo politico all'attuale capo di governo della città, Mauricio Macri" questo l'incipit della petizione che sta già circolando in rete [Firma la petizione online]

- La lettera aperta di Radio senza muri, Ya Basta! Marche e Rassegna Malati di niente (gennaio 2013) [Leggi la lettera aperta]

- La galleria fotografica sulle giornate di iniziativa di sabato 27 e domenica 28 [Guarda la gallery]

La video-testimonianza sul laboratorio protetto n°19

L'irruzione della polizia al Borda

Le macerie del lab. n°19 demolito