L'Argentina resiste ancora

Buenos Aires - La dignità del Bauen non si vende, si difende!

Giornata di mobilitazione in difesa della cooperativa “Bauen en autogestiòn” e in difesa delle empresas recuperadas, per una “ley de expropriaciòn nacional ya”!

23 / 4 / 2012

Buenos Aires 19 aprile: una giornata importante per la difesa delle fabbriche recuperate e in particolare del Bauen Hotel recuperado. Diverse centinaia di lavoratori del Bauen e delle fabbriche occupate e autogestite dai lavoratori hanno partecipato oggi alla manifestazione partita alle 10 dal Bauen Hotel raggiungendo il tribunale dove era in corso una seduta del processo intentato dall'ex proprietà che richiede lo sgombero e il reintegro in possesso dello stabile: sgombero già approvato da diverse sentenze giudiziarie, ma rispetto al quale, per la forza della mobilitazione e della apertura possibile di una trattativa, il giudice ha deciso di prendere tempo prima di renderlo esecutivo.

Una storia particolare che merita di essere raccontata, che oggi è stata difesa dalla forza della determinazione di oltre 150 lavoratori della cooperativa e da delegazioni di diverse esperienze autogestite della città di Buenos Aires e non solo, ottenendo con la determinazione di anni diautogestione un primo successo: si aprirà un tavolo di trattativa sull'assegnazione dell'hotel attraverso una ley de expropriaciòn specifica per il Bauen.

La storia del Bauen autogestito inizia dieci anni fa, nel pieno della crisi economica argentina, e ci parla della trasformazione e della sperimentazione dentro ad un hotel storico, situato al centro della capital federal, in Callao e Corrientes, a pochi passi dal Congresso.

Uno dei primi hotel a quattro stelle di proprietà argentina, uno degli hotel più importanti e storici della capitale argentina.

Iurkovich, proprietario dell'hotel, fonda il proprio successo economico come imprenditore nel periodo della dittatura, tessendo relazioni forti con il governo militare, e continua ad intrattenere relazioni privilegiate con il governo di Menem negli anni novanta. Gli anni del neoliberismo sfrenato, delle privatizzazioni,dei licenziamenti, dei ricatti contro i lavoratori. Da oltre duecento lavoratori l'organico viene ridotto a 80 persone, che nel 2002 vengono brutalmente licenziate. L'Hotel fallisce, il proprietario non paga gli indennizzi e trattiene i soldi dei lavoratori rimasti per mesi senza stipendio per finanziare un nuovo hotel, il Bauen Suite, che sorge a pochi passi dal vecchio Bauen Hotel. Ma quello che gli attuali occupanti del Bauen chiamano il ”fallimento pilotato” e progettato del padrone, che lascia sul lastrico i lavoratori senza stipendi né indennizzi, si rivelerà solo un modo truffaldino per licenziare i lavoratori, e non pagare l'immenso debito contratto a causa dei finanziamenti regalatigli dalla giunta militare. I lavoratori però decidono, sull'onda del dilagare in Argentina delle esperienze di occupazione e autogestione delle fabbriche, di reagire.

Cominciano le riunioni, inizialmente per capire come fare causa al padrone per l'indennizzo che spetta per legge ai lavoratori licenziati: poi la decisione, di occupare l'hotel, inizialmente per evitare che la proprietà porti via i beni interni all'hotel, e dopo un po' di tempo nasce l'idea di autogestire l'hotel.

 “Il passaggio più complesso” dicono i lavoratori del Bauen en autogestion “non è stato quello di occupare e resistere, quanto piuttosto il poter pensare di poter lavorare senza un padrone. Sembrava una follia, non esisteva nella mente di molti lavoratori l'idea di poter fare a meno del padrone. 

Ma pian piano abbiamo costruito qualcosa che, con molta fatica, con molti problemi, è oggi una cooperativa che autogestisce l'hotel, è cresciuta negli anni e sta sperimentando un modo nuovo di lavorare, di cooperare e di immaginare un hotel e la sua gestione in modo completamente nuovo. E da qui non ce ne andiamo”.

Centosessanta persone lavorano oggi presso la cooperativa Bauen, sperimentando e vivendo giorno per giorno il lavoro senza padrone, parte di quella enorme e variegata esperienza che coinvolge migliaia di lavoratori in diversi settori e diversi luoghi dell'Argentina. 

“Estos son, acà son, los obreros sin patròn” cantavano oggi le centinaia di persone riunite al corteo. Delegazioni della empresa recuperada de arte grafica Chilavert, della Zanon di Neuquèn in Patagonia, della Impa, del Proyecto Sur e della coordinadora delle cooperative de trabajo di diversi movimenti e empresas recuperadas della capital federale e della provincia di Buenos Aires hanno portato il loro sostegno alla battaglia dei lavoratori del Bauen: contro la richiesta di sgombero della proprietà, la marcha chiedeva a gran voce una legge di espropriazione che assegni, come già avvenuto in altri casi, l'hotel alla cooperativa che da dieci anni lo autogestisce.

E oggi l'incontro con il giudice a cui ha partecipato la delegazione del Bauen, accompagnata da Nora Cortinas, esponente di spicco delle Madres de plaza de Mayo, ha segnato un passaggio significativo per lo sviluppo della vicenda Bauen, con la promessa di un'apertura di un tavolo di trattativa sulla questione dell'assegnazione e il blocco temporaneo (si parla di un mese) dello sgombero.

Un percorso da difendere e costruire con forza, ma sopratutto un percorso che parla con le moltitudinarie voci delle diverse e variegate esperienze di fabbriche recuperate che chiedono, e oggi con forza lo hanno richiesto tutte le componenti presenti in piazza, una legge nazionale di espropriazione che riconosca tutte le esperienze recuperate e assegni ai lavoratori le fabbriche.

“Iurkovich basura, vos sos la dictadura” era cantato in coro da centinaia di lavoratori questa mattina, per denunciare i legami tra potentati economici e regime militare, come già il 24 marzo i movimenti sociali hanno posto con forza durante la marcha con migliaia di persone fino a Plaza de Mayo con lo slogan “Los grupos economicos tambièn fueron la dictadura”.

Dopo l'uscita della delegazione dal tribunale, i manifestanti sono tornati in corteo all'hotel, bloccando Avenida Corrientes e fermandosi sotto il Bauen Suite, proprietà del padrone del Bauen, per ribadire ancora una volta che “El Bauen es de los trabajadores, a quien no le gusta que se joden”. 

Per ribadire con forza che l'esperienza di autogestione delle fabbriche in questi anni è solo l'inizio di un percorso che intende cambiare radicalmente il presente e il futuro non solo dei lavoratori coinvolti, ma dell'intera Argentina. 

articolo a cura di Alioscia Castronovo da Buenos Aires

Video presidio del Bauen: interventi di operai della Zanon e Chilavert

Intervento di un lavoratore del Bauen e cori sotto il tribunale