Nel suo quinto giorno di visita la brigata è arrivata allo stabilimento
balneare El Salvador che appartiene alla comunità di Agua Clara. E’
stata molto cordialmente ricevuta nel paesaggio idilliaco situato sulle
rive del fiume Xumul Ha. Questo luogo esiste grazie all’impegno
assunto dagli Zapatisti per conservare gli spazi naturali.
Il territorio che circonda la comunità di Agua Clara è stato recuperato
con la sollevazione del 1994. La strategia di contrainsurgencia
del malgoverno ha provocato divisioni tra la popolazione. Ora, c’è
gente che sostiene il PRI e l’Organizzazione per la Difesa dei Diritti
Indigeni e Contadini (OPDDIC), che è l’arma che utilizza il malgoverno
per provocare scontri tra le comunità. Il suo carattere paramilitare è
dimostrato dalle numerosissime aggressioni che stanno subendo da quando
quest’organizzazione è arrivata sul posto. (Si vedano i comunicati
della JBG sulle aggressioni subite).
Raccontano che il malgoverno manda la sua gente ad
ammazzare e fare sgomberi. Minacciano, sequestrano e imprigionano
fabbricando dei reati. Inoltre, agenti di polizia vengono sul posto in
gran segreto per spiare.
Per accedere ad Agua Clara bisogna passare prima per due entrate a
pagamento. La prima appartiene alla OPDDIC. Appropriarsi della terra
per venderla e privatizzarla è l’obiettivo di questa organizzazione. La
seconda entrata a pagamento è degli zapatisti che tempo da tempo hanno
recuperato questa terra e l’attività dell’hotel. Molte persone di
diversi paesi vengono a visitare il luogo.
Allo scopo di far allontanare le persone, oltre a richiedere una tariffa
d’ingresso doppia, alcune volte quelli della OPDDIC “spaventano” le
persone che vengono in visita dicendo loro che gli zapatisti sono
“ladri e malviventi”.
Prima, lo stabilimento balneare era un ristorante che poi era diventato
un bar dove si vendevano alcolici. Gli zapatisti hanno recuperato
questo spazio per preservare la natura e creare uno spazio a
disposizione di tutti. Per vigilare e gestire il luogo si organizzano
collettivamente attraverso dei turni. Raccontano alla brigata che
alcuni vengono da regioni molto lontane ma non desistono: “Ora che
siamo qui, non lo cederemo mai”
Sottolineano che la terra non si vende ma è di chi la lavora, ed è il
loro modo di resistere al progetto di privatizzazioni del governo che
usa il pretesto di proteggere la Riserva Naturale. Gli zapatisti non la
gestiscono per fare affari o perché se ne approfittino poche persone.
Affermano che non hanno bisogno dei soldi, ma quello che vogliono è
lavorare. Lavorare la terra collettivamente, preservarla affinché i
loro figli e le generazioni future ne possano godere. “Non abbiamo
vergogna perché non stiamo rubando ma stiamo lavorando la terra. Non
abbandoneremo mai la lotta.” È duro il lavoro che svolgono, ma lo
stesso mostrano il volto della resistenza e della dignità.
(Traduzione “Maribel” –
Bergamo)
Visita ad Agua Clara, Caracol IV “Torbellino de Nuestras Palabras”
Brigata Europea di solidarietà con gli zapatisti - Quinta tappa
16 / 7 / 2010