Brasile - Tra il calcio e la repressione!

18 / 6 / 2013

Tratto da Journal do Brasil - Tradotto da Stefano Caselli

Le mobilitazioni che sono iniziate a San Paolo hanno tra i suoi principali obiettivi quello di opporsi all’aumento del biglietto del trasporto pubblico (e non solo). Si sono verificati incidenti in varie città e la Presidente Rousseff ha affermato che “le manifestazioni pacifiche sono legittime”

San Paolo, Rio de Janeiro e Belo Horizonte, che insieme costituiscono il triangolo del potere economico del Brasile, insieme con Brasilia, il cuore politico del paese, sono state ieri scenario di molteplici manifestazioni contro le spese sostenute per la Confederations Cup ed il Mondiale di calcio 2014, ma soprattutto come reazione alla repressione da parte della polizia per le manifestazioni dei giorni scorsi. Le manifestazioni, avvenute anche in altre città, hanno come obiettivo quello di protestare contro l’aumento della tariffa dei trasporti pubblici, rivendicazione che, con quella di ieri, ha già provocato 5 giornate di paralisi a San paolo. In particolare la giornata di Giovedì è stata brutalmente repressa da parte della polizia, generando reazioni di ripudio in tutto il Brasile. “Le manifestazioni pacifiche sono legittime e proprie della democrazia” ha affermato la Presidente Dilma Rousseff come risposta alle mobilitazioni, per poi aggiungere “è normale che i giovani manifestino”.

Rio Blanco, il corso principale di Rio de Janeiro e le strade adiacenti, sono state bloccate da 40 mila persone. La polizia militare (PM) ha accompagnato l’intero corteo. “Senza violenza” e “Scendi in strada contro i rincari” erano gli slogan dei manifestanti che hanno trovato l’appoggio dei vicini e dei commercianti che si sono aggiunti alla mobilitazione. Il corteo che per quattro ore si è svolto in maniera pacifica, ha vissuto momenti di grande tensione quando un gruppo isolato ha iniziato a bruciare macchine per poi attaccare la sede dell’Assemblea Legislativa con bombe molotov; mente la polizia rispondeva con gas lacrimogeni e getti di spray urticante. Il presidente dell’Assemblea qualifica l’episodio come “atto di terrorismo”.

Non è per i pochi centesimi (di aumento). Questo è un atto di repressione ad una legittima richiesta, il che rispecchia la mancanza di dialogo con i giovani precari ormai senza un futuro” commenta un manifestante di 56 anni. Forse è questo il vero motivo per cui la maggior parte dei manifestanti è sceso nelle strade della capitale fluminense.

A Belho Horizonte, la terza citta in ordine di importanza del paese, circa 20.000 persone hanno aderito alle proteste, nelle quali ci sono stati scontri con la polizia. Anche in questo caso c’è stata una reazione spropositata da parte della PM che ha portato a feriti e arresti.

Scontri anche a Brasilia quando i manifestanti hanno cercato di entrare nella sede del Congresso Nazionale. “Approfittiamo di questo momento nel quale il mondo intero guarda al Brasile per richiamare l’attenzione su vecchie tematiche che da sempre ci affliggono. C’è gente in questo paese che fa file di 12 ore fuori dagli ospedali e ciò nonostante non riesce ad essere visitata” così riassume alla TV Globo una giovane donna.

A San Paolo, epicentro delle proteste iniziate dieci giorni fa e che si sono rapidamente diffuse in tutto il paese, il corteo contro l’aumento del biglietto e contro la repressione è iniziato nella serata di ieri e ha visto la partecipazione di 60.000 persone che hanno occupato l’intero centro della citta. Le proteste nella più grande metropoli sud americana sono state convocate dal Movimiento Pase Libre, che rivendica tra le altre cose il diritto alla mobilità. A questo appello, duramente represso giovedì scorso, si sono uniti diversi gruppi da tutto il paese che considerano un “inutile spreco” di soldi i milioni investiti per le celebrazioni sportive laddove mancano fondi per la sanità, l’educazione ed il diritto alla casa.

Il Ministro dello Sport, Aldo Rebelo, avverte, da parte sua, che il governo non tollererà che le proteste, come quelle avvenute ore prima nelle prossimità degli stadi dove si giocavano le partite della Confederations Cup, pregiudichino le gare. “Non permetteremo che nessuna di queste manifestazioni interferisca con gli eventi prefissati e per i quali ci siamo impegnati con le autorità” ha commentato il Sindaco di Rio de Janeiro quando domenica ci sono stati duri scontri tra manifestanti e PM attorno al Maracanà poco prima della partita Italia-Messico.

Anche sabato, poco prima di Brasile-Giappone, nelle immediate vicinanze del Estadio Nacional Mané Garrincha, a Brasilia, i manifestanti sono stati attaccati con gas lacrimogeni e proiettili di gomma. “Coloro che pensano di poter intervenire con la realizzazione di questi eventi si scontreranno con la determinazione del Governo” ha enfatizzato Rebelo.

Il ministro inoltre non crede che le manifestazioni pregiudichino l’immagine del Brasile rispetto al resto del mondo, anzi, spera che guardando le immagini il mondo si renda conto di come il Brasile sia un paese democratico e capace di garantire l’ordine.