Australia - Un Marzo in Marcia

Per l'ambiente e i diritti

15 / 3 / 2014

Tre giornate di “March in march” (Marcia a marzo) in Australia, a partire da oggi, nei giorni del 15 – 16 – 17, contro il governo australiano di Tony Abbott.

Il leader del Partito Liberale dell’Australia e primo ministro del paese, è alla guida di un governo insediatosi dopo le elezioni nazionali dello scorso settembre; le sue politiche sono finite sotto le critiche ed hanno fatto da deterrente per la protesta organizzata da parte di realtà, organizzazioni e cittadini australiani, che scenderanno nelle piazze di decine di città del paese in marce di protesta pacifiche, e nella capitale, Camberra, il corteo terminerà sotto la sede del Parlamento australiano.

“La democrazia non si ferma alle urne . E 'il diritto , se non il dovere , di tutti gli australiani a tenere i nostri rappresentanti eletti a rendere conto , per ricordare loro che sono , soprattutto, i rappresentanti governativi “, si legge nei documenti diffusi sul web dalle realtà che hanno aderito unitariamente alla mobilitazione, ed ancora: “Le persone protestano contro un gran numero di politiche e decisioni in corso di attuazione da parte del governo del Partito Nazionale Liberale, che sono in negazione degli interessi e l'immagine della nostra nazione, e sono un affronto al bene comune. Noi crediamo che le decisioni che sono state fatte nel nostro nome siano ingiuste , prive di integrità , costose e creino divisioni”.

In sintesi, l’Australia progressista, nelle sue varie sfaccettature, si ricompone contro le politiche neo – liberiste di Abbott. Sotto il tiro di chi manifesterà, c’è la critica ai tentativi di tagliare e privatizzare la sanità e l’istruzione, di tagliare sulla emittente pubblica radio televisiva “Abc” e di inzepparla di pubblicità privata, e favorire le politiche del “corporate welfare”, che fanno solo gli interessi delle multinazionali ai danni dei cittadini, politiche portate avanti dal governo di Abbott. La questione del riscaldamento globale è molto sentita dagli attivisti australiani, almeno stando alle manifestazioni dello scorso autunno, che per loro è la stagione estiva.

Decine di migliaia di australiani hanno marciato in tante città, il sito della Abc e di Green Left Weekly hanno parlato di un totale di 60 mila partecipanti (su un totale di 22 milioni di abitanti nel paese). Poi, la questione spinosa dei richiedenti asilo rinchiusi nei centri di detenzione. Nel link di seguito, la notizia pubblicata dal “Fatto Quotidiano” nello scorso febbraio , sulla vicenda dell’assassinio da parte della polizia australiana di un richiedente asilo iraniano Reza Berati.

Molti cittadini australiani, e le organizzazioni che si battono per i diritti dei richiedenti asilo, rinchiusi in centri di detenzione trattenuti nelle piccole isole a largo della costa australiana o nel deserto, sono scesi nei giorni successivi a marciare per le strade australiane, in diverse città del paese, in cortei svolti di sera con candele in mano.

Per sapere qualcosa di più sulla situazione dei richiedenti asilo in Australia, su questo link l’intervista ad un’attivista della Rights Refugees Action Network, Sarah Ross (intervistata lo scorso mese di gennaio dalla Abc Radio), pubblicata sul blog di Esc Infomigrante A prendere parte attivamente alla marcia di marzo, annunciata già dallo scorso gennaio, ci sono anche le realtà della sinistra apertamente anticapitalista, che proprio in questi ultimi giorni ha segnato un traguardo importante, dato che il settimanale Green Left Weekly ha raggiunto la sua millesima edizione lo scorso 11 marzo.

Nasce nel 1990 per “presentare il punto di vista escluse dai media grande business”, è una fonte indipendente di notizie locali, sull’Australia e internazionali, fornisce un'analisi di sinistra e indirizza alla discussione da un punto di vista dei movimenti anti- capitalisti e socialisti. Tra i temi solitamente affrontati, quelli che sono emersi durante la tre gioni di proteste in Australia: riscaldamento globale ed ambiente, diritti dei lavoratori, delle donne, dei rifugiati e degli aborigeni, la critica all’intervento militare dell’Australia nella regione asia – pacifico.