Argentina - Fracking, neocolonialismo e resistenza internazionale

Intervista a Esteban Servat, attivista climatico argentino esiliato in Germania.

30 / 5 / 2022

Durante il meeting internazionale dei movimenti climatici svoltosi al Centro Sociale Rivolta abbiamo incontrato Esteban Servat, attivista climatico argentino esiliato in Germania.

In Argentina – ha raccontato l’attivista – esiste uno dei più grandi e pericolosi progetti estrattivisti del continente sudamericano, il progetto di estrazione petrolifera di Vaca Muerta. Come il progetto di Vaca Muerta ne esistono molti altri nel paese, pericolosi in quanto utilizzando la tecnica della fratturazione idraulica, il cosiddetto fracking, producono delle ripercussioni ambientali drammatiche per il territorio e per la popolazione.

Progetti estrattivisti che sono legati a doppio filo alle politiche economiche imposte al paese dal Fondo Monetario Internazionale, dal momento che il fracking, come altre metodologie di sfruttamento delle risorse, sono strumenti attraverso i quali il capitalismo raggiunge il suo obiettivo, l’accumulo infinito di ricchezza. 

Strategia centrale di questo paradigma è proprio il debito con cui per esempio il Fondo Monetario Internazionale sta obbligando l’Argentina a guida progressista ad aumentare e a difendere i progetti estrattivisti per ottenere prestiti dallo stesso FMI necessari per estinguere il debito.

Esiste tuttavia una profonda coscienza ambientalista nel paese, rappresentata da quei movimenti che, anche da oltre 20 anni resistono ai progetti estrattivi difendendo il territorio e i beni comuni come l’acqua. 

A fianco delle legittime proteste delle popolazioni coinvolte in processi di sviluppo devastanti vi è anche l’importante campagna per l’estinzione del debito per i paesi del sud globale, senza il quale, il circolo vizioso continuerà a ripetersi all’infinito. O alla fine delle risorse e della Terra.