Argentina - Dal movimento piquetero al Movimiento de Colectivos. Intervista all'ex Mtd Solano

YaBasta! Marche, viaggio 2011

4 / 10 / 2011

Dal Mtd Solano in avanti

Nella fase odierna, siamo un movimento di collettivi, questo significa che partendo dall'esperienza iniziale del MTD Solano, siamo riusciti a costruire diversi gruppi di lavoro, diversi spazi di elaborazione del pensiero, di formazione, e molti di questi gruppi si sono consolidati come collettivi di lavoro. Da circa 3 anni, abbiamo iniziato a fare una riflessione sul fatto che  tutte le motivazioni che ci hanno portato ad esistere, come MTD Solano, col tempo hanno iniziato a smontarsi, non che siano morte e abbiano perso di significato, tutt' altro, ma noi pensiamo che in un certo senso siano superate, abbiamo scoperto nuove motivazioni riguardo il tema del lavoro, infatti siamo stati capaci di costruire nuovi spazi di lavoro e pensiamo che questo sia dovuto alla ricerca dell'autonomia, anzi ha un senso molto più forte ancora, perchè significa mettere in pratica l'autonomia dei diversi collettivi e coordinare quella costruzione, perciò per noi è molto più interessante quello che stiamo facendo adesso.

Il nostro nome è Movimiento de Colectivos (movimento di collettivi), scelto dopo  aver discusso tantissimo se fosse il caso di mettersi un nuovo nome o no, il gruppo che era il MTD Solano che lavora in Varela, in La Sarita e nel "campo", ha deciso per "Movimiento de colectivos", e all'interno il gruppo di salute si chiama "La enramada".  Ci sono diversi collettivi che sono la continuazione del MTD, in qualche modo si scioglie la dinamica del "Movimento unico" che diventa collettivo, ma la maggior parte dei collettivi, viene delle basi del MTS Solano.  

All'interno di una rete più larga "Cop laukan"


Lavoriamo sempre in rapporto stretto con altri gruppi, come nel tema della comunicazione, infatti molti sono i gruppi di comunicazione e denuncia, ma soprattutto collaboriamo con gruppi che lavorano sulle ricerche alternative, come la coltivazione biologica.

E anche in uno spazio più allargato, cerchiamo di approfondire su tutte le rivendicazioni per la lotta, per la resistenza, questo ci fa riflettere, ci domandiamo in quale Argentina siamo, che per certo non è un Argentina rivoluzionaria, non ci troviamo in una Argentina che ha trasformato le strutture sociali o che abbia superato la disoccupazione...

Le tracce della disoccupazione, della precarietà, della povertà, continuano ad essere vigenti, per questo la resistenza continua; la coordinazione delle lotte è fondamentale, da quel punto di vista siamo parte di un altro coordinamento nuovo, che si chiama Cop laukan:  coordinamento di organizzazioni popolari Laukan (che significa "brote de rebeldia" germoglio di ribellione).    
Le cooperative

Tramite quello che una volta era il contributo dello stato alle famiglie indigenti, "Plan Capo di famiglia", e che oggi si è trasformato in "Plan Argentina trabaja" (piano Argentina lavora) si è realizzata l’ opportunità di creare delle cooperative.

Noi abbiamo combattuto per averle quelle cooperative e siamo riusciti ad ottenerle, ma nello stesso tempo abbiamo continuato con il lavoro che svolgevamo prima, cioè una delle battaglie che abbiamo dovuto affrontare è stato il fatto di non accettare che il governo (con la creazione di questo  piano "Argentina trabaja") ci costringesse a dipendere dai municipi e dallo stato,  facendo un lavoro sottopagato, che era quello che loro ti imponevano, ma che continuasse ad essere un lavoro "barrial" del quartiere, un nostro lavoro, autogestito e auto organizzato dal basso, come facciamo da tanto tempo e che avesse che fare con lo spazio comune nel quartiere, perchè molte volte questo meccanismo si svolge nelle zone più centrali della città, senza considerare il lavoro dei quartieri periferici, e questo tipo di centralizzazione è anche una maniera di farlo diventare più precario. Fortunatamente molti dei movimenti sono riusciti ad avere il riconoscimento delle loro cooperative, che sono un vero e proprio lavoro dal basso.  

Lavoro di riciclo e manutenzione
 
Il lavoro nel nostro quartiere con la cooperativa consiste nella manutenzione delle strade, dei giardinetti, nella raccolta della spazzatura, soprattutto il lavoro con il vicinato nel trattamento dei rifiuti, che è un grosso problema del cono-urbano (la periferia di Buenos Aires) a causa dell’inquinamento dovuto all’ eccesso di materiale inorganico, per il consumo usa e getta, rifiuti che non hanno uno spazio di deposito specifico e quindi li trovi sparsi nelle strade, nei terreni incolti, negli angoli del quartiere.

Facciamo un forte lavoro  di informazione e consapevolezza, sulla raccolta differenziata e sul consumo critico, un lavoro per poter riciclare i rifiuti (plastica, carta, vetro e organico) e dopo una battaglia vinta nel quartiere, contro un progetto per la creazione di un "basural" (spazio dove si butta di tutto per essere poi bruciato)  adesso c’è una proposta di varie organizzazioni per la creazione di un impianto di riciclaggio che darà la possibilità di trattare i rifiuti tramite la raccolta differenziata, e potrà essere anche un opportunità per generare lavoro.

La nostra cooperativa ha già un proprio spazio organizzato per il riciclaggio della plastica, uno spazio dove si accettano le buste del materiale separato, dando la possibilità di non buttare tutto in un terreno abbandonato;  abbiamo anche dei compagni che raccolgono direttamente la plastica nelle case e poi si porta tutto ad un impresa che riutilizza il materiale plastico, producendo "polar" (una stoffa invernale).

Per quanto riguarda il riciclo, una cosa molto interessante che si sta verificando è il riciclo nella costruzione edilizia, come ad esempio l'utilizzo delle bottiglie di vetro per far filtrare la luce, ma addirittura ci sono case che sono state costruite interamente con bottiglie di vetro, perche c’è una visione propositiva per combattere l'inquinamento, anche con il recupero di ciò che si butta via, che va verso la produzione di qualcosa di nuovo e di diverso. Con i compagni che lavorano nel campo, facciamo il compost  (questa è un’attività che viene fatta soprattutto al nostro interno).  Nel quartiere si lavora anche nella manutenzione degli stabili, adesso lavoriamo nella spazio comunitario della Parrocchia, che aveva bisogno di restauri e  manutenzione. 
Lavoro sulla Salute

Stiamo lavorando moltissimo sul tema della salute comunitaria, diciamo salute comunitaria, perchè intendiamo la salute da un punto di vista complessivo, articolando le varie problematiche sociali: povertà, violenza ed emarginazione, che esistono nei quartieri, e lavoriamo partendo da questo principio, cioè pensare la salute partendo da noi stessi, dalle situazioni concrete che viviamo, ad esempio se al centro di salute viene un ragazzo con problemi di apprendimento, questo non vuol dire che nella scuola hanno scoperto che non riesce a leggere e scrivere bene, o non riesce a capire la matematica, ma che ci sono delle cause sociali che lo coinvolgono e che lo portano a vivere questo disagio.

Il nostro lavoro consiste nell’articolare coloro con cui lui si rapporta quotidianamente, la scuola, la famiglia, per poter comprendere perchè ci sia un blocco nello sviluppo di apprendimento, perciò riteniamo che sia un lavoro molto più "integrale" e in questo senso "comunitario".  Progetto salute, riflessologia, erboristeria e psicologia, lavoriamo sul tema del "vincolo comunitario" (cosi lo chiamiamo) che sarebbe il rapporto delle persone con la quotidianità nel risolvere un problema o un dolore fisico, il lavoro in questo campo è collettivo, per ogni caso creiamo una specie di laboratorio dove tutto il gruppo di lavoro, discute, approfondisce, fa ricerca e fa auto formazione permanente riguardo tutti i casi e i problemi a cui stiamo lavorando.

In questo momento la maggioranza delle persone che si avvicinano al centro di salute sono esterne, cioè non sono attivisti del nostro  movimento, e così si crea  un coinvolgimento diretto. Un’altra riflessione che si pone sul nostro lavoro è che fino a qualche tempo fa, facevamo tutto gratis, poi ci siamo resi conto che questo concetto del "gratis" è molto legato al'assistenzialismo, nessuno è obbligato a pagare, ma quello che proponiamo è una sorta di contributo volontario, noi offriamo un servizio e loro offrono qualcosa che possono darci in cambio, o un minimo contributo in denaro secondo le proprie possibilità.

Il nostro spazio è comunitario, unitario, collettivo, e cerchiamo di lavorare perché sia una realtà concreta, una prospettiva veramente "collettiva e comunitaria", e proprio per questo è necessario sostenere il posto comunitariamente.  La frequenza di bambini e giovani nel centro di salute è molto grande, piace molto perchè lavoriamo con laboratori di giochi, ad esempio, se un ragazzino viene per problemi di apprendimento in matematica non è che mettiamo il ragazzo in un tavolo davanti a una lavagna a dare lezioni di matematica, tutt’altro, iniziamo sempre con laboratori di giochi e cerchiamo di stimolare qualche tipo di apprendimento tramite il gioco.

Dalla Salute al lavoro nel campo


Facciamo anche un lavoro sull'alimentazione, cerchiamo di capire come possa influire ciò che mangiamo nello sviluppo di malattie,  oppure come usare una giusta alimentazione per guarire dalla malattia e per ottimizzare la vita. Un importante collegamento al tema dell’alimentazione, è  il nostro progetto sulla produzione di alimenti "biologici", naturali e sani,  per questo abbiamo realizzato una rete con i collettivi che lavorano in campagna, con tanti altri compagni/e che in altri luoghi e in altre terre seminano e producono "sano" e pensano al perchè di questo nuovo stile di vita, di questa ricerca di costruzione collettiva e comunitaria che parte dalla terra, da dove  noi possiamo autogestirci.

I centri di aggregazione per le diverse attività e gruppi di lavoro sono "La Sarita"  en Pasco, nel campo "La Carolina", en Varela "Pico d'oro", "Santa Rosa" e "Villa Monica".

A cura di Susana, YaBasta! Marche

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