Messico

Ancora violenza sugli studenti di Ayotzinapa

12 / 11 / 2015

La repressione dello stato messicano contro gli studenti della Escuela Normal Rural Isidro Burgos di Ayotzinapa ha subito negli ultimi giorni un’importante escalation di violenza.
Tale escalation è chiaramente organizzata e avviene in un momento in cui lo stato messicano è in evidente difficoltà a gestire le indagini e il suo coinvolgimento nei fatti di Iguala del 26 settembre 2014.

Pochi giorni fa, dalle pagine del Milenio, il direttore stesso ha utilizzato una fantomatica intercettazione telefonica a Omar Garcia per accusare alcuni studenti di appartenere a un gruppo criminale della zona, Los Rojos. A questa accusa di infiltrazione criminale nella scuola, ha risposto lo stesso Omar Garcia con un comunicato (qui il link in italiano), in cui chiarisce che questo è un attacco repressivo del governo alla lotta degli studenti.

La sera del 11 novembre poi, sette autobus di studenti (250 ragazzi) sono stati attaccati dalla polizia in assetto antisommossa, sulla strada che collega Tixtla a Chilpanchingo, la capitale della regione. Oltre 600 gli agenti impiegati nell’operazione. I racconti (li potete trovare su Desinformemonos) degli studenti parlano di un agguato premeditato e vigliacco, alle spalle, con gas lacrimogeni sparati dentro agli autobus e una caccia all’uomo spietata , con gli studenti che sono riusciti a fuggire sui monti circostanti.

Alcuni testimoni raccontano che la polizia gridava loro cose tipo: “Questo succede a mettersi coi criminali”. Frase che fa sorridere, in un Paese in cui è conclamato il legame tra il crimine organizzato e le forze di polizia tutte!Al momento in cui scriviamo, il resoconto della giornata di repressione parla di 8 studenti ricoverati in ospedale (alcuni versano in gravi condizioni), 13 arrestati e addirittura 20 desaparecidos. Infatti dopo la caccia all’uomo molti ragazzi sono fuggiti nei monti circostanti ma al momento non hanno ancora fatto ritorno alla scuola.Dalla scuola fanno sapere che è ritornata la tranquillità anche se rimangono in allerta per qualsiasi situazione possa succedere. Altri testimoni raccontano che sono stati attaccati in maniera brutale, senza pietà, selvaggiamente. È stato indegno vedere questa situazione, ma assicurano che la repressione ancora una volta non li spaventa e anzi ogni volta gli da una forza maggiore per continuare a lottare.

Rimaniamo in attesa dell’evolversi della situazione, nel frattempo ricordiamo che #AyotzinapaSomosTodos