Non si è spento l'eco delle manifestazioni del 7 settembre. Ciò che è accaduto e che sta accadendo è tema di dibattito non solo sui media, indipendenti o no che siano.

"Acai?" "No, fora Cabral!"

L'annosa questione violenza non violenza si abbatte sul Brasile, ma non sui movimenti.

11 / 9 / 2013

L'annosa questione violenza non violenza si abbatte sul Brasile. Mentre i movimenti non sembrano porsi troppo la questione, la stampa non fa che fare riferimento a questo. Immagini di manifestanti che lanciano pietre o altri oggetti raccolti qua e la vengono dipinti come feroci eversori che hanno un solo obiettivo: portare il caos nel Brasile e praticare violenza.

Ora, non serve credo citare tutti gli innumerevoli episodi che hanno visto protagonisti i poliziotti: proiettili (non solo di gomma) sparati ad altezza d'uomo, lacrimogeni e sostanze urticanti sono solo alcuni. Il solito repertorio, e se non bastasse aggiungiamo i molti blindati che si sono scagliati contro i manifestanti a velocità pazzesche. 

Chi scende in piazza lo sa e infatti ad aprire i cortei, può apparire un po' surreale, sono proprio il numeroso stuolo di media attivisti che filmano e fotografano tutto ciò che accade per non lasciare che si racconti una sola… "verità". E sono questi che per la maggior parte dei casi hanno la peggio. Il ragazzo che ha perso un occhio sabato scorso è proprio uno di loro. Anche uno degli investiti a Rio era "armato" unicamente di video camera. Ci sono moltissime immagini in rete ed è facile trovarle.

Poi c'è l'episodio accaduto a Bahia, che se non fosse stato immortalato dai Sem Terra, chi avrebbe creduto che un viceministro spara agli MST che protestano nel suo palazzo?

Detto questo torniamo al punto: chi sono i non violenti per certa stampa brasiliana? Non è violento chi scende in piazza senza ostacolare il traffico, senza fare scritte sul cemento, senza rompere qualche vetrina. Anche qui, tralasciando i commenti che credo vengano spontanei a tutti, soffermiamoci invece su cosa rivendicano questi soggetti non violenti: la pena di morte per reati gravi, maggiore militarizzazione delle favela e dei luoghi in cui vivendoci tanti poveri è più probabile ci sia delinquenza, secondo loro e anche secondo un famoso giornalista di O' Globo

Sono una minoranza, certo. Ma anche se sono dedicati a loro solo piccoli spazi, i giornali ne parlano per contrapporli agli altri nei comportamenti di piazza. 

E questo fa pensare.

Un episodio simpatico mi ha colpito ieri. Sono tornato nei luoghi di Rio dove avevo visto mobilitazioni e occupazioni e tranne qualche manifesto non ci ho trovato molto di significativo. Così decido per una passeggiata ad Ipanema. Li le star sono i venditori di bevande o di dolci sulla spiaggia. Si inventano slogan simpaticissimi per cercare di vendere i loro prodotti. Uno di questi, l'unico munito di un megafono, di quelli moderni, passeggiava tra la gente al Posto Nove, da sempre il luogo di vita sociale per eccellenza se si parla di Rio e spiagge, offrendo il suo super e specialissimo Acai, il migliore di tutta Rio, ovviamente,  mentre nessuno ci faceva assolutamente caso essendoci, come tutti qui, molto abituati a sentirli in sottofondo, alla fine della canzoncina ha sparato perentorio: "Fora Cabral"! E' stato un minuto, ma per un minuto si è sentita forte la risposta di un sacco di gente che all'unisono ha gridato "Fora!". 

Il miglior modo per tastare il polso della situazione è andare in mezzo alla gente, non c'è che dire.