San Juan Copala

20 / 5 / 2010

AI MEZZI DI COMUNICAZIONE ONESTI: STATALI, NAZIONALI E INTERNAZIONALI
ALLA OTRA CAMPAÑA
ALLE ORGANIZZAZIONI SOCIALI
AL POPOLO DE LESSICO
ALLE ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE

Dopo venti giorni dal brutale assassinio dei nostri compagni ALBERTA CARIÑO TRUJILLO Y JYRI JAAKKOLA, quando anche altri compagni sono stati feriti con armi di grosso calibro da gruppi che si identificano appieno con il potere dello stato, finora non c’é stata giustizia. Tale contesto di impunitá ha propiziato che il gruppo paramilitare che si autodenomina “organizzazione sociale” (UBISORT), compia un altro attacco contro gli abitanti del Municipio Autonomo, obbedendo agli ordini che
vengono dai palazzi di governo, sequestrando il giorno 14 di maggio alle compagne MARGARITA LOPEZ MARTINEZ Y SUSANA MARTINEZ, fermandole circa due ore, durante le quali ricevettero minacce di ogni tipo. Il 15 maggio lo stesso gruppo, comandato da
RUFINO Y ANASTACIO JUÁREZ HERNÁNDEZ,, ha sequestrato dodici donne abitanti nel Municipio Autonomo di San Juan Copala per un’intera notte, durante la quale sono state picchate, minacciate e derubate dei loro averi, compresi i generi alimentari
che avevano appena comprato nel mercato di Justlahuaca, e soldi che avevano riscosso del programma Oportunidades. Si tratta di FELIPA DE JESÚS SUÁREZ, JOAQUINA VELASCO AGUILERA, MARTIMIANA AGUILERA, ISABEL BAUTISTA RAMÍREZ, MARCELINA RAMÍREZ, LORENA
MERINO MARTÍNEZ, LETICIA VELASCO AGUILERA (bambina), ROSARIO VELASCO ALLENDE (bambina), JOSEFA RAMIREZ BAUTISTA (bambina), due bambini di quattro e uno di un anno.

PER TUTTO QUESTO ANNUNCIAMO:

PRIMO: Che a partire da oggi, a causa di tutte le aggressioni permanenti e continue che sono state commesse contro gli abitanti del Municipio Autonomo di San Juan Copala e di coloro che ci mostrano solidarietá, posponiamo il dialogo [con lorganizzazioni MULT e UBISORT] che stavamo sostenendo prima di questi fatti, cosí come ogni forma di dialogo con il governo dello stato, fino a che non si applichi la
giustizia in modo trasparente contro i responsabili materiali ed intellettuali di questo massascro, e si smetta di coprire e giustificare i paramilitari che
annunciano e realizzano publicamente le loro minacce.

SECONDO: Capiamo che, come movimento comunitario che lotta per decidere liberamente senza vivere sotto il giogo di caciques che ci manipolano e vivono della nostra povertá, molte volte ci siamo sbagliati nel cammino, non per cattiva intenzione
quanto per inesperienza. Pertanto, a partire da oggi vogliamo che sappiate che tutte le azioni che realizzeremo per consolidare il NOSTRO MUNICIPIO AUTONOMO saranno determinate dal NOSTRO CONSIGLIO COMUNITARIO, dopo aver consultato le assemblee delle comunitá; stiamo giá lavorando per creare una struttura formata da diverse commissioni che daremo a conoscere al momento opportuno.
Chiariamo che questa lotta di resistenza ha come obiettivo finale recuperare la nostra storia e la nostra cultura, con grande rispetto alla nostra madre terra;
raggiungere la vita degna che tutti desideriamo, dove imperino la pace e la giustizia, per questo il nostro refrente di lotta é senza dubbio il MOVIMENTO ZAPATISTA, CHE PLASMA I SUOI ACCORDI NELLE GIUNTE DEL BUON GOVERNO, questo é ció che
vogliamo per i nostri popoli e sappiamo che, prima o poi, raggiungeremo quest’orizzonte.
Per questo ci rivolgiamo a tutti i nostri fratelli, indigeni e non, che lottate nella Otra Campaña, perché ci acompagniate senza remore in questo cammino che é lo stesso che camminate voi, e quando ci sbagliamo ci aiutiate in modo fraterno e solidale, perché abbiamo capito che solamente unendoci disinteressatamente, quelli che camminiamo in basso e a sinistra, riusciremo a raggiungere l’alba dopo questa
lunga notte di dolore.

TERZO: Rendiamo noto che, di fronte agli incessanti crimini che questo gruppo paramilitare continua a commettere nelle nostre comunitá, abbiamo deciso rinnovare l’appello perché UNA SECONDA CAROVANA DI OSSERVAZIONE E SOLIDARIETÁ si rechi a San Juan Copala l’8 giugno 2010 e rompa l’assedio mediatico, paramilitare e della fame
con cui questo gruppo di banditi mantiene sottomessa la nostra comunitá. Confermiamo che abbiamo chiesto aiuto alla COMMISSIONE DIOCESANA DI GIUSTIZIA E PACE E AL CENTRO REGIONALE DI DIRITTI UMANI “BARTOLOMÉ CARRASCO BRISEÑO”, perché una nostra commissione assieme a loro coordini questo evento dove prenderemo tutte le misure di
sicurezza possibili e convocheremo un gran numero di OSSERVATORI LOCALI, NAZIONALI E INTERNAZIONALI, cosí come mezzi di comunicazione e compagni che vogliano solidarizzarsi con il nostro popolo, che da molti anni i potenti hanno riempito di
dolore e morte.

Infine vogliamo chiarire che alcuni giornalisti insistono in farci apparire come gente che usa armi di grosso calibro. Ribadiamo che é chiaro che non é cosí. Perché
la nostra lotta comunitaria, per mezzo dell’organizzazione pacifica, vuole metter fine alla repressione, all’imposizione e al trattamento crudele a cui siamo stati sottomessi, prima dai governi e poi dalle”organizzazioni” che con bugie e corruzione
ci hanno tolto la nostra parola, le nostre decisioni, ci hanno tolto il diritto a vivere come popoli originari. Non abbiamo armi, non ne abbiamo bisogno; sappiamo che con l’organizzazione e la solidarietá del popolo del MESSICO E DEL MONDO raggiungeremo presto una vita in PACE, con GIUSTIZIA E DIGNITÁ.
18 maggio 2010
Rispettosamente,
Municipio Autonomo di San Juan Copala