Vicenza- Chiusura del Festival No Dal Molin al Parco della Pace

I cittadini di Vicenza passeggiano nel Parco della Pace con il sindaco Variati

12 / 9 / 2011

Una lunga passeggiata nel verde, tra le lepri che scappavano dai cani e lo stupore di scoprire quanto è vasta l'area, quanto lontano l'orizzonte degli alberi, quante le opportunità che si aprono alla città; la passeggiata all'interno del Parco della Pace, con la presenza di duecento persone e del sindaco Variati, è l'elemento simbolico che fa da ponte ideale tra un percorso che si chiude, quello bello e partecipato del Festival No Dal Molin 2011, e un altro che si apre: quello dell'ideazione, della costruzione e della gestione dell'area che gli statunitensi avrebbero voluto militarizzare e che, invece, è entrata nel patrimonio comune della città.

L’ultima giornata del Festival NoDalMolin 2011 ha visto centinaia di persone passeggiare liberamente per la prima volta all’interno del Dal Molin, alla scoperta di quest’area; una chiusura di Festival che, evidentemente, parla dei percorsi sociali dei prossimi mesi, sintetizzando nella sua simbolicità i tanti temi trattati durante queste due settimane di dibattiti e spettacoli.

E’ stato, sicuramente, il Festival più partecipato di questi cinque anni; migliaia di persone ne hanno attraversato gli stand, gli spazi di approfondimento, hanno incontrato relatori e artisti, confrontandosi sulla democrazia, sui beni comuni, sulla crisi economica attraverso la quale chi governa vorrebbe restringere ulteriormente gli spazi di partecipazione.

Una partecipazione che rappresenta la speranza dei prossimi mesi; dopo l’entusiasmante esito dei referendum, lo scorso giugno, il nostro spazio è quello dei beni comuni, della ricerca collettiva di nuovi modelli di democrazia, della costruzione quotidiana di momenti di mobilitazione che sappiano alludere a un’alternativa possibile. Perché cambiare questo mondo significa anche mettere in discussione le fondamenta su cui poggia la militarizzazione dei territori.

Ed è per questo che il Festival rappresenta solo un momento di passaggio, uno spazio di approfondimento: il nostro percorso sociale, invece è ancora tutto da costruire e sarà il frutto di quanto sapremo fare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

E, da questo punto di vista, il Festival è stato anche uno straordinario spazio di relazioni; nato come un bene comune, infatti, esso si è trasformato in un grande laboratorio di confronto tra comitati, realtà associative e movimenti territoriali della provincia vicentina che lo hanno fatto proprio. Un laboratorio che, nelle prossime settimane, cercherà di mettere radici, per costruire, insieme, lo spazio dei beni comuni.

intervento Marco Palma