Vicenza- Blitz dei No Dal Molin allo scarico abusivo della base lungo il Bacchiglione

Attivisti chiudono lo scarico d'acqua e taglano le reti del Dal Molin

16 / 6 / 2012

Questa mattina una cinquantina di attivista del Presidio No Dal Molin hanno chiuso lo scarico abusivo che versa l'acqua proveniente della base statunitense nel fiume Bacchiglione. Lo scarico è stato sigillato con pannelli di plexiglas per impedire lo scarico illegale di acqua che sta avvenendo ormai da mesi dal Dal Molin. Sono state fatte molte scritte "No War", "No Dal Molin", sulle reti della base. Le stesse reti sono state tagliate, divelte e buttate all'interno della caserma americana, davanti alla camionetta dei Carabinieri che stavano osservando l'iniziativa. Una volta conclusa l'azione, gli attivisti si sono spostati alla rotatoria di Viale Ferrarin per comunicare l'azione che è stata messa in atto.

Di seguito il comunicato del Presidio No Dal Molin:

Blitz dei No Dal Molin allo scarico abusivo della base lungo il Bacchiglione

“A Vicenza sotto processo dovrebbe esserci chi compie abusi e mette a rischio i beni comuni, non i cittadini che difendono la loro terra”

Lunedì 18 giugno si svolgerà la prima udienza del paradossale processo agli oltre 30 attivisti No Dal Molin che, il 16 gennaio 2008, occuparono pacificamente la Prefettura per protestare contro la base, nell’anniversario del via libera di Prodi.

 

Questa mattina oltre 50 attivisti del Presidio No Dal Molin sono tornati allo scarico abusivo posizionato lungo il Bacchiglione, già segnalato alla magistratura che su questo non ha mai proceduto contro chi ha costruito un manufatto illegale, chiudendolo e togliendo una serie di reti posizionate illegalmente lungo l’argine dalle ditte che lavorano alla base, reti che sono state ributtate dentro il cantiere, ai piedi dei due carabinieri accorsi sul luogo.

Tutto questo alla vigilia dell’apertura del processo contro oltre 30 attivisti che occuparono la Prefettura di Vicenza, sede locale del governo, il 16 gennaio 2008, nell’anniversario del via libera di Prodi al Dal Molin a stelle e strisce.

Un processo paradossale, che vede sul banco degli imputati i cittadini che si sono mobilitati per difendere dagli abusi e dai disastri ambientali il proprio territorio.

Un processo paradossale che vede lo Stato italiano, quello che ha imposto con la forza e la violenza la base militare Usa, quello che ha impedito la libera consultazione dei vicentini sulla condivisione della città con quest’opera dannosa e costosa, arrivare a chiedere addirittura oltre 800.000 € di “danni d’immagine”, un euro per ogni cittadino della provincia di Vicenza.

Questo è il modo con cui lo Stato italiano vorrebbe relegare la vicenda Dal Molin a problema di ordine pubblico, in quanto incapace di gestire politicamente l’imposizione alla comunità vicentina di quest’opera devastante. Con la falda a rischio, con tutti i problemi che la base creerà (basti pensare al traffico), a Roma l’unico pensiero è quello di tappare la bocca dei vicentini.

Ancora una volta, come dimostrato dal blitz di stamattina, con la chiusura dello scarico abusivo, il messaggio minaccioso dello Stato non ha colto nel segno.

C’è qualcosa di più importante dei diktat che arrivano da Roma: c’è la giustizia calpestata, la democrazia negata, c’è la dignità di una comunità che disobbedisce alle imposizioni.

Lunedì saremo in tribunale, e invitiamo tutte e tutti a partecipare, dalle ore 9.00, all’udienza per dire, in maniera forte e chiara, che le lotte per la difesa del territorio, dei beni comuni, della democrazia, non si processano.

Altri dovrebbero comparire sul banco degli imputati, anziché starsene tranquilli a godersi i lauti guadagni garantiti dalla costruzione della base. Questo succederebbe in un paese normale, e l’Italia di sicuro non lo è.

 

 

Presidio No Dal Molin

Lista civica Vicenza Libera - No Dal Molin

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Vicenza- taglio reti Dal Molin