Verso il terzo festival No Dal Molin

3 / 8 / 2009

Si aprirà tra un mese il Festival No Dal Molin, giunto quest’anno alla sua terza edizione: undici giorni – dal 2 al 13 settembre – di spettacoli, con musicisti e attori di prim’ordine, ma soprattutto di dibattiti e approfondimenti.

E, del resto, il festival di quest’anno affronterà una situazione radicalmente diversa rispetto a quella delle due edizioni precedenti. Con il cantiere della nuova base militare aperto, ma soprattutto con un’agibilità democratica della città messa a rischio dalla gestione dell’ordine pubblico della questura berica; una gestione, quella del questore Giovanni Sarlo, improntata non sulla garanzia dei diritti democratici dei cittadini, ma sulla necessità di imporre il silenzio a quanti si ostinano a voler impedire lo scempio del proprio territorio.

Con questi nodi deve oggi fare i conti la comunità delle donne e degli uomini che vuol difendere la propria terra dall’imposizione della nuova base di guerra. Perché è evidente che l’apertura del cantiere - senza, è bene ricordarlo, alcuna Valutazione d’Impatto Ambientale - evidenzia l’arroganza con la quale gli statunitensi occupano Vicenza; ed è altrettanto chiara la strategia di chi quell’arroganza deve coprirla e legittimarla: fare, attraverso la paura e l’intimidazione, il deserto laddove oggi c’è un movimento trasversale e partecipato.

Come difendere il diritto della cittadinanza di esprimere il proprio dissenso? E quali strumenti adottare per opporsi efficacemente a un’imposizione? Queste saranno due delle domande alle quali il Festival tenterà, attraverso gli approfondimenti e la discussione collettiva, di dare risposte.

Nel frattempo ci permettiamo di toglierci un piccolo sassolino dalla scarpa. Al termine della prima edizione del festival, nell’ottobre 2007, il commissario Costa scriveva all’allora ministro Parisi che quella era l’ultima espressione di un dissenso locale che sarebbe stato “estirpato alla radice”. Due anni dopo si svolge il terzo festival No Dal Molin; Costa ha perso la sua poltrona da eurodeputato a causa della vicenda vicentina, mentre il movimento vicentino ha solide radici nelle tante ragioni che hanno portato migliaia di donne e uomini a opporsi a questo progetto.

Links Utili: