Verona - Da Gecchele un sit-in delle braccianti agricole

«Gli stipendi sono troppo bassi rispetto alle ore effettive di lavoro» Il titolare: «Le dipendenti sono tutte in regola con il contratto»

20 / 12 / 2010

Cologna Veneta (Verona). Sit-in di protesta all'esterno dell'azienda agricola, con striscioni, bandiere e palloncini, al grido di «dignità e lavoro». Una quindicina di lavoratrici ha inscenato ieri mattina una manifestazione davanti ai cancelli della «Gecchele» di San Sebastiano, ditta che trasforma prodotti ortofrutticoli. Le braccianti rivendicavano condizioni di lavoro più dignitose, stipendi arretrati ed orari che consentano di conciliare l'occupazione con l'accudimento della famiglia e dei figli. Durante la protesta, che è durata poco più di un'ora, alcuni fornitori della «Gecchele» con i loro camion sono stati rallentati nelle manovre di ingresso e di uscita dallo stabilimento. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Cologna e la polizia locale per garantire la sicurezza e il regolare flusso veicolare.

Le ragazze hanno raccontato ai sindacati di percepire stipendi troppo bassi in relazione alle ore lavorate. «Spesso facciamo 12 ore di lavoro, ma veniamo pagate per un terzo delle ore», racconta Rachida. «Abbiamo atteso per tre mesi lo stipendio e quando abbiamo chiesto che ci venissero pagati gli arretrati ci hanno messo alla porta». Altre lavoratrici, come Sanaguira, riferiscono di contributi non pagati, di permessi negati. «Ho una figlia disabile, ma non mi concedono di andare a casa alle 17 per assisterla. Spesso rimaniamo in azienda fino a mezzanotte, o anche fino all'una», rivela Saran.

Il rappresentante di ADL-COBAS Khaled Benammar ha avuto un primo incontro in mattinata con il titolare Mirko Gecchele, e un secondo nel pomeriggio con Gecchele e i rappresentanti della Coldiretti. «Chiediamo che venga applicato alle braccianti il contratto collettivo nazionale», dice Benammar. «E che vengano saldati i pregressi non elargiti finora».
Valter Gecchele, fratello del titolare, ribatte con forza alle accuse: «Innanzitutto, voglio precisare che delle 15 manifestanti, solo 6 sono nostre dipendenti. In secondo luogo, faccio presente che le lavoratrici sono tutte in regola con il contratto dell'agricoltura, sono sempre state pagate per le ore che hanno svolto e non abbiamo alcun pregresso insoluto».

L'unico cambiamento che è avvenuto negli ultimi due mesi è stato il rinvio dal 10 al 20 del mese del pagamento degli stipendi. Gecchele ammette che vi sono orari di lavoro particolari «per rispondere alle richieste della grande distribuzione», però vi sono altresì periodi in cui le dipendenti sono impegnate per poche ore al giorno e «ci vengono perfino a chiedere di lavorare di più. Se da un lato vi sono quelle 6 braccianti che protestano, dall'altro abbiamo altre 20 lavoratrici in azienda soddisfatte del loro posto di lavoro e pronte a sostenerci», conclude.