Venezia - Zaia, basta balle nucleari!

Presidio dei comitati veneti contro il nucleare a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio Regionale nella giornata mondiale per l'acqua

22 / 3 / 2011

Un centinaio di attivisti dei comitati referendari veneti "Vota SI' per fermare il nucleare" e "Due Sì per l'acqua bene comune" si sono ritrovati oggi in presidio a Venezia presso la sede del Consiglio Regionale per ribadire la loro contrarietà al progetto governativo sul nucleare.

Gli attivisti hanno denunciato la contraddittorietà delle politiche del governatore Zaia, che se da una parte dichiara che non sarà costruita nessuna centrale atomica in Veneto, dall'altra approva, nell'ambito della conferenza Stato-Regioni, il decreto legislativo proposto dal Governo Berlusconi, che di fatto permette di imporre la localizzazione dei nuovi impianti nucleari sulla testa delle popolazioni, anche in presenza di un parere contrario degli Enti Locali.

Nei numerosi interventi è stata poi ribadita l'assoluta comunanza con le battaglie per i beni comuni e, quindi, lanciata con forza la partecipazione alla grande manifestazione nazionale per l'acqua pubblica e contro il nucleare del prossimo 26 marzo a Roma.

Una delegazione dei Comitati ha poi incontrato i capigruppo del Consiglio Regionale, chiedendo che innanzitutto che vi fosse una presa di posizione inequivocabile contro la costruzione in Veneto, e nelle altre regioni, di centrali nucleari, fino ad esprimere un parere negativo al decreto legislativo sull'individuazione dei siti.

E' stata, in secondo luogo, ribadita la richiesta di accorpamento delle date della consultazione referendaria con le elezioni amministrative, per favorire la partecipazione popolare e risparmiare 400 milioni di euro dei contribuenti.

Infine, è stata confermata la necessità di pensare all'impiego di fonti energetiche alternative, chiedendo la reintroduzione degli incentivi al settore fotovoltaico recentemente tagliati dal Governo.

Le dichiarazioni della delegazione che ha incontrato i capigruppo:

Gli interventi dal presidio:

Ecco la lettera inviata ai Capigruppo del Consiglio Regionale:


Signor Presidente,
Signore e Signori Capigruppo,

il 3 marzo scorso, a Roma, la Regione Veneto ha dato il via libera al decreto legislativo, predisposto dal Governo nazionale, relativo ai criteri di localizzazione degli impianti nucleari e dei depositi di rifiuti in Italia. Un decreto bocciato dalla maggioranza delle Regioni, ma non dal Veneto. La nostra Regione ha infatti espresso parere favorevole insieme a Campania, Lombardia e Piemonte. Il Presidente Zaia si è subito premurato di rassicurare i cittadini veneti: “No, in Veneto una centrale nucleare non si farà”.

Ma non basta certo a rassicurare noi e tutti i cittadini una dichiarazione di fronte alle telecamere. Soprattutto se il Presidente della Giunta regionale, contemporaneamente e in un sede ufficiale, si pronuncia a favore di un decreto che considera “non vincolante” il parere delle Regioni. La conseguenza pratica le Regioni possono dire quello che vogliono, ma alla fine saranno il Governo nazionale e gli investitori privati a decidere dove imporre le nuove centrali nucleari. Altro che “decidono i territori” !

E’ una norma autoritaria che assume per il nostro Veneto un significato particolare. Siamo infatti con il Delta, Chioggia e Cavarzere, il Polesine e la Bassa Veronese con Legnago, una delle aree dove più probabilmente ricadrà la scelta di uno o più siti destinati alla costruzione delle nuove centrali.

Ora che l’evidenza dei fatti e la crudezza delle immagini che ci giungono dal Giappone confermano l’intrinseca insicurezza del nucleare chiediamo alla Regione Veneto, al suo Presidente, alla sua Giunta, al Consiglio Regionale di:

- pronunciarsi formalmente per il NO all’istallazione di impianti nucleari, sul nostro territorio, come altrove;

- ritirare il consenso al decreto legislativo del Governo;

- pronunciarsi per l’accorpamento della data del referendum con le elezioni amministrative, per risparmiare 400 milioni di euro e favorire la partecipazione popolare.

Il disastro in atto a Fukushima conferma tragicamente che la scelta nucleare è irresponsabile, pericolosissima per la salute di tutti noi, antieconomica e condannata dalla storia.

Ma impone anche, sul tema energetico, di superare una volta per tutte posizioni ambigue e strumentali. Non possiamo fidarci di ripensamenti tattici o di temporanee moratorie.

Siamo ancora in tempo per fermare questa scelta di morte in Italia: possiamo farlo attraverso l’abrogazione della legge 99/2009 sul ritorno al nucleare, sottoposta al previsto referendum, e di tutti gli atti conseguenti.

L’alternativa all’attuale modello fondato sui combustibili fossili e alla scelta dell’atomo è il ricorso a fonti energetiche pulite e rinnovabili, come quella solare del fotovoltaico, il cui meccanismo d’incentivazione è oggi sotto l’attacco del Governo nazionale.
Il Veneto già oggi è sede di grandi e piccole imprese che hanno investito sullo sviluppo delle energie rinnovabili e creano lavoro pulito, ricerca e innovazione per migliaia di persone. E’ questo il futuro possibile che vogliamo per la nostra terra.

Comitato regionale veneto "Vota SI' per fermare il nucleare"

Ecco un lancio ANSA sull'iniziativa:

POL:NUCLEARE
2011-03-22 12:49
NUCLEARE: PROTESTA COMITATO PER IL NO A VENEZIA
DELEGAZIONE INCONTRA PARTE CAPIGRUPPO CONSIGLIO REGIONALE
VENEZIA
(ANSA) - VENEZIA, 22 MAR - Il comitato referendario veneto 'Vota si' per fermare il nuclearé, anticipando la manifestazione nazionale del 27 a Roma contro il nucleare e per l'acqua bene comune, ha dato vita a una iniziativa per ribadire il proprio no all'energia atomica a Venezia. Una delegazione del comitato ha avuto un incontro con buona parte dei capigruppo in Consiglio regionale veneto. "Siamo qui - ha spiegato Oscar Mancini, portavoce del comitato - per rivendicare coerenza dal presidente della Giunta, Luca Zaia, che va a Roma e dice sì al decreto che stabilisce i criteri per l'insediamento di impianti nucleari e poi torna in Veneto e, davanti a una telecamera, rassicura i Veneti che qui il nucleare non si farà mai. Le parole non servono: ci vuole un pronunciamento formale che preveda il ritiro allo sciagurato assenso al decreto del Governo". Tra le altre richieste del comitato, la rivendicazione di una presa di posizione del Consiglio regionale per "non buttare 400 milioni di euro non accorpando le amministrative e il referendum" e la richiesta, alla Giunta regionale, di sollecitare il Governo a ripristinare gli incentivi alle energie rinnovabili. "Questo - ha ripreso Mancini - è un settore che non conosceva la crisi e nel quale invece, dopo i tagli, si comincia a discutere di cassa integrazione e di licenziamenti. Bisogna scegliere se investire nel futuro, cioé sulle energie rinnovabili, o sul nucleare, che, al di là degli intrinsechi pericoli che tutti conoscono, é anche costoso". Presente all'incontro, facendo parte del comitato, anche il consigliere comunale di Venezia, Beppe Caccia. "Il nucelare - ha detto - non è la risposta alla questione energetica, perché, tra le altre cose, crea gli stessi problemi di approvvigionamento del petrolio, visto che le risorse di uranio stimate non coprono più di cinquant'anni. La vera alternativa, anche in termini di democrazia, è il fotovoltaico, in cui il Veneto è all'avanguardia". (ANSA).
YWQ-NR/PAS S41 QBXV