Venezia - Vince la mobilitazione: nessun CIE a Campalto

16 / 3 / 2011

Dopo le mobilitazioni contro la prospettata costruzione di un Cie a Campalto (Venezia) il Ministero degli Interni risponde al Sindaco di Venezia Orsoni dicendo:  “nessun progetto”.

"Si comunica che né agli atti di questo Dipartimento, né agli atti della Prefettura di Venezia risultano documenti relativi al citato progetto".

Cosi' il Dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione presso il ministero dell’Interno, ha risposto al sindaco di Venezia Giorgio Orsoni che con una missiva del 15 febbraio, per conto dell'Amministrazione veneziana, chiedeva “anche ai fini di una eventuale tutela giurisdizionale” un accesso agli atti nell’ambito della procedura diretta all’individuazione e all’allestimento di un nuovo Centro di identificazione ed espulsione a Venezia, per verificare quel che il ministro Maroni aveva annunciato pubblicamente.

CLAMOROSA MARCIA INDIETRO DI MARONI.

BEPPE CACCIA ("in comune"): "VINCE LA MOBILITAZIONE DEI CITTADINI. ADESSO NECESSARIO VIGILARE"

Per il capogruppo della Lista "in comune" Beppe Caccia, promotore dell'appello "No CIE, né a Campalto, né altrove", la comunicazione ufficiale, con cui il Ministero dell'Interno ha risposto alle contestazioni del Sindaco di Venezia Orsoni, certifica "una clamorosa marcia indietro di Maroni."

"O meglio - aggiunge - sarebbe dire che il ministro leghista c'ha provato. Denotando scarsa serietà istituzionale, aveva pubblicamente dichiarato il suo desiderio di collocare a Venezia una delle galere etniche, che tanto gli piacciono, così per saggiare il terreno e vedere l'effetto che fà."

"Maroni ha avuto, non dimentichiamolo, la risposta che meritava: il rifiuto corale della città ad ospitare sul suo territorio una struttura che nega la dignità e i diritti fondamentali della persona umana. C'è stata la straordinaria mobilitazione dei cittadini a Campalto, il pronunciamento di associazioni, movimenti, organizzazioni sindacali e mondo ecclesiale, un no netto e privo di ambiguità da parte del Sindaco e del Consiglio comunale."

"Il dietrofront del Ministero - conclude Caccia - è una prima vittoria della civiltà, di una cultura dell'accoglienza e dell'inclusione sociale, contro la barbarie della chiusura, della discriminazione e della segregazione. Ma da questo governo possiamo aspettarci di tutto: adesso occorre vigilare affinché non vi siano ulteriori tentativi del genere."