Sulla questione delle “grandi navi” si va avanti come i gamberi: un
passo avanti a Roma, un passo indietro a Venezia. Proprio nel giorno in
cui il fronte ambientalista accoglie con sollievo l’approvazione a larga
maggioranza in Senato della mozione presentata da Felice Casson che
impegna il Governo a confrontare in tempi certi e con pari dignità tutte
le ipotesi alternative al transito dei mostri del mare in Laguna,
compresa la loro definitiva estromissione, smentendo clamorosamente il
ministro Lupi che voleva il via libera allo scavo del canale Contorta
con la scorciatoia della Legge Obiettivo, arriva la doccia fredda
dell’accordo di programma per la connessione del tram a San Basilio tra
il Comune e l’Autorità Portuale.
Che la rete tramviaria dovesse avere come capolinea l’area attualmente
occupata dalle attività portuali, è cosa risaputa. Nel gennaio 2013 il
Consiglio comunale aveva approvato in questa prospettiva una bozza di
accordo che contemplava, come la città chiede da vent’anni e come da
dieci anni prevede la pianificazione urbanistica del Comune di Venezia,
che la zona di San Basilio fosse gradualmente restituita dal Porto,
sdemanializzata e integrata nel tessuto urbano del popoloso quartiere di
Santa Marta, sviluppando le attività universitarie e completando la
passeggiata delle Zattere.
Il testo dell’accordo, trattato direttamente dall’assessore Ugo
Bergamo (UDC) con l’Autorità Portuale e reso pubblico oggi, si rivela
invece, per dirlo con le parole del consigliere della lista In Comune
Beppe Caccia, come “un inaudito regalo al Porto. In pratica, si consente
all’Autorità Portuale di confermare tutta l’area di San Basilio come
terminal marittimo, di ampliare le strutture già esistenti, per far
spazio alle grandi navi anche lungo il canale della Giudecca. Con un
regalino da 8 milioni di euro.”
Caccia ha incontrato la stampa a Ca’ Farsetti assieme ai colleghi
Camilla Seibezzi (lista In Comune) e Sebastiano Bonzio (Rifondazione).
Tre consiglieri, come ha notato Bonzio, che sono “sufficienti a far
mancare la maggioranza necessaria a far passare in Consiglio comunale un
tale accordo.” Un accordo che farebbe ritornare indietro Venezia di una
decina di anni, quando cominciarono le trattative per cercare di
restituire alla città l’area portuale di San Basilio e la riva che corre
lungo il canale della Scomenzera.
In quest’ottica, con la delibera del 14 gennaio 2013, il Consiglio
comunale prevedeva, tra le altre cose, anche la costruzione di un
parcheggio multipiano su uno dei moli della Marittima, con almeno il 30%
dei posti auto destinato ai veneziani, nella prospettiva di definire
l’uso dell’area sulla base dell’art. 35bis del Pat (Piano di assetto del
territorio) che definisce l’obiettivo dell’estromissione dalla Laguna
delle navi di dimensioni “incompatibili”.
All’assessore alla Mobilità Bergamo era stato dato l’incarico di
trattare con l’Autorità Portuale e stabilire il testo definitivo
dell’accordo di programma. Il problema sta tutto qua. L’accordo che
Bergamo ha firmato a nome del Comune, hanno spiegato Bonzio, Seibezzi e
Caccia carte alla mano, dice tutt’altro! Il parcheggio sarà a raso e
riservato, in pratica, a forze dell’ordine, dipendenti del porto e
turisti. Le stesse destinazioni d’uso degli edifici, già magazzini, che
ospitano le aule didattiche delle università Ca’ Foscari Iuav vengono
riclassificate come “attività portuali”. E il Porto vuole mantenere il
controllo di tutte le banchine per far posto alle grandi navi, quanto
queste non trovano spazio sufficiente per ormeggiare nel solo bacino
della Marittima. Viene inoltre cancellato il contributo che il Porto
dovrebbe versare al Comune per le opere accessorie, ma l’accordo impegna
anzi proprio l’Amministrazione comunale a pagare 8 milioni di euro di
canoni per il transito del tram in area portuale.
“Approvare questo accordo – conclude Beppe Caccia – significherebbe una resa alla lobby delle crociere: altro che tram, questo è un cavallo di Troia per lasciare per sempre le grandi navi tra Marittima e San Basilio. Il sindaco e gli altri consiglieri di maggioranza abbiano ben chiaro che, quando arriverà in aula per l’approvazione, noi non lo faremo passare. A qualsiasi costo.”