Venezia - Per Zaher Rezai: per esercitare il diritto ad un’esistenza dignitosa

Iniziativa al porto di Venezia.

18 / 12 / 2008

Per Zaher Rezai, per tutti coloro che sono costretti a rischiare la vita per esercitare il diritto ad un’esistenza dignitosa. Perché i controlli di frontiera al porto di Venezia non provochino più altre morti.
Sabato 20 dicembre ore 10:30 al Mercato Ittico, Stazione Marittima, Venezia

La terribile storia di Zaher Rezai, il ragazzino schiacciato dal tir sotto il quale si era nascosto e ritrovato in Via Orlanda a Mestre ha tolto il fiato a chiunque ne sia venuto a conoscenza.
Al di là della commozione, però, dentro di noi è vivo anche un sentimento di indignazione profonda che accompagna il dolore e ci spinge a cercare le cause di quanto è accaduto. Zaher era afghano e fuggiva da una storia di guerre e persecuzioni. Zaher non è morto per una disgrazia. Esistono cause e responsabilità individuabili. Tra queste, inequivocabilmente, ha avuto un ruolo anche il sistema di controlli vigente al Porto di Venezia, oltre che la violazione costante dei diritti fondamentali perpetrata a danno di migranti e richiedenti asilo da parte della Grecia.
Se Zaher si è nascosto sotto il tir che poi lo ha ucciso è perché aveva fondato timore di essere respinto verso l’inferno della Grecia. Tutti coloro che fuggono sanno bene, infatti, che la possibilità di esercitare il diritto a chiedere asilo politico o di venire accolti se si è minorenni non è garantita alle frontiere portuali dell’Adriatico.
La modalità con cui vengono effettuati i respingimenti alla frontiera del porto di Venezia, oltre che poco umana, è contestabile anche dal punto di vista giuridico e viola apertamente le direttive comunitarie sull’asilo, la Convenzione europea a salvaguardia dei diritti dell’uomo, ma anche decreti legislativi e circolari del ministero dell’interno italiani, nonché il testo Unico sull’immigrazione.

Ricordare Zaher significa anche dire basta a questo sistema di controllo alla frontiera del porto di Venezia.
Per questo chiediamo:

- Che la polizia di frontiera interrompa la prassi dei respingimenti indiscriminati e permetta a tutti i migranti e ai richiedenti asilo di accedere al servizio di accoglienza del porto per venire informati dei propri diritti.

- Che gli enti deputati all’accoglienza dei migranti e dei richiedenti asilo subordinino il loro lavoro al porto all’impegno del Ministero dell’Interno, della Prefettura, dell’autorità portuale e della polizia di frontiera di rispettare i diritti dei migranti e dei richiedenti asilo e di applicare la normativa vigente in materia della loro protezione.

- Che a Venezia, ‘città dell’accoglienza’, le risorse disponibili vengano investite nel potenziamento dei servizi di accoglienza piuttosto che nell’apparato di militarizzazione delle frontiere o nella costruzione di Centri di detenzione per migranti come è stato più volte ipotizzato nell’ultimo periodo.

Per tutto questo i liberi cittadini di questa città sono invitati ad incontrarsi Sabato proprio di fronte al porto, dove partono e arrivano le navi dalla Grecia e dove centinaia di migranti e richiedenti asilo vengono respinti ogni anno.

Quel giorno voleranno alti gli aquiloni con il nome di Zaher

La rete di associazioni Tuttiidirittiumanipertutti

Vedi anche:
Un bambino morto a Venezia per fuggire ai controlli. Il comunicato della rete veneziana Tuttidirittiumani per tutti
Diritti respinti. Gli atti dell’assemblea cittadina sul porto di Venezia.Tutto quello che bisognerebbe sapere su migranti e richiedenti asilo alle frontiere dell’Adriatico