Venezia - Oltre 500 in corteo per la casa

In centinaia hanno risposto all’appello, promosso dall’Assemblea Sociale per la Casa, per una mobilitazione per il diritto all’abitare

20 / 5 / 2017

L’orario era un po’ ostico alla partecipazione, ammettono gli organizzatori, è stato scelto perché ancora orario d’ufficio - quindi lavorativo per coloro che siedono sugli scranni del consiglio regionale. Invece Palazzo Ferro Fini, sede della giunta del Veneto, venerdì pomeriggio è chiuso, vuoto, mentre le calli della città storica si sono riempite - questa volta non delle orde di turisti ma di cittadine e cittadini, di ogni età, desiderosi di portare la loro voce presso le istituzioni, di marcare la loro esistenza in una città, Venezia, troppo spesso considerata una sorta di parco tematico a usufrutto esclusivo dei visitatori. 

corteo asc

In oltre 500 ieri si sono riprese, e ripresi, le calli del lusso, dei grandi marchi, rispondendo all'appello dell'ASC. Calli difficilmente attraversate e vissute dai residenti, che solitamente scorrono veloci per raggiungere i posti di lavoro sgomitando tra turisti di fronte alle vetrine. Hanno portato con loro tavole e vino, insieme a cicchetti e filo per stendere i panni. Hanno portato la vita dei quartieri popolari, ancora abitati da veneziane e veneziani doc, o d’adozione

corteo asc

tavolata asc

I cartelli che hanno esposto durante tutto il percorso sono categorici - “diritto di residenza”, “amo Venezia quindi occupo per rimanere” - così come gli slogan urlati ritmicamente per le calli. Ad aprire il corteo, colorato e determinato, i bambini - figlie e figli degli occupanti di casa. Che si sono ritrovati ancora una volta a giocare assieme, pur venendo da zone, scuole e background differenti. In molti di loro si conoscono dalle assemblee a cui li hanno portati i genitori, fin da quando dovevano ancora muovere i primi passi. Sono cresciuti assieme, tra assemblee e picchetti antisfratto. Per loro tutto è un gioco, e rimanere a vivere a Venezia assolutamente normalità.

bimbi asc

Negli ultimi anni l’Assemblea Sociale per la casa è cresciuta, causa la stagnazione di una crisi che sembra non avere fine. Molti residenti della città storica si sono trovati in difficoltà con gli affitti e non hanno avuto aiuto da parte delle istituzioni comunali - tra commissariamenti e tagli a welfare e servizi per andare a pari con il bilancio cittadino. Pezzi della città sono stati svenduti o messi all’asta per fare cassa, nel frattempo centinaia di case di proprietà dell’ATER (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale) rimangono sbarrate e abbandonate al degrado, perché non ci sono i finanziamenti necessari per risistemarle e metterle a norma. Non si effettuano nemmeno più bandi di assegnazione, le liste sono bloccate e i cittadini in attesa. La legge regionale 10/96 - che determina i punteggi delle graduatorie - è obsoleta, e ferma a una fotografia della società che non esiste più - dal posto fisso ai nuclei familiari numerosi. Il sindacato Unione Inquilini, dal microfono, racconta delle chiamate notturne di anziani, e malati, sotto sfratto. Spaventati di vedersi togliere la casa, di finire in strada. 

unione inquilini

panda venezia

Nella città storica le case occupate dall’Assemblea Sociale per la Casa sono oltre 60, abitate da famiglie o da giovani precari, da studenti e single, italiani e stranieri. Persone, cittadine e cittadini, che hanno sempre vissuto in “isola”, o che qui hanno studiato e hanno deciso di restare. Hanno rimesso a posto le proprie abitazioni, spesso ritrovate in condizioni pietose, dedicando ad esse tempo e denaro. Aiutandosi a vicenda, in maniera cooperante - che fosse per pitturare o per aspettare l’ufficiale giudiziario in occasione degli sfratti. Erano tutte e tutti qui, ieri, a manifestare. Partiti dal Campo hanno raggiunto calle larga XXII Marzo. Con loro i cittadini e le cittadine che negli ultimi mesi hanno messo in campo decine e decine di iniziative per la salvaguardia della città e dei suoi abitanti, dal Comitato No Grandi Navi a Venessia.com, al Gruppo25 aprile, da Generazione 90 al collettivo di fotoreporter Awakening. Insieme, residenti o in attesa di diventarlo, per chiedere delle politiche capaci di sostenere chi a Venezia decide di rimanere, e non si arrende all’idea che diventi una città “morta”, svuotata di residenti e vita, un parco giochi pronto a “chiudere” quando i visitatori “escono”. 

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Le soluzioni ci sono, e in diverse città italiane ed europee sono anche state sperimentate. L’ASC sono anni che propone un progetto di assegnazione e autorecupero per rimettere a valore il patrimonio pubblico abbandonato e determinare nuove pratiche di cooperazione e residenza, lontane dalla speculazione e dall’idea di messa a profitto del patrimonio comune. Il progetto ieri lo hanno consegnato in Regione, non all'Assessora alla casa - assente - ma con la promessa di mettere in piedi un incontro. 

Chi ieri era per le calli dimostrava e raccontava un’idea diversa di città. Una città che sfida quotidianamente la conta mortifera dei residenti - 1600 in meno dall'insediamento della giunta Brugnaro. Una città che s vuole viva ed abitata, non solamente attraversata. Una città che necessita di essere presa in cura e difesa  - da chi vuole speculare su di essa, o da chi vuole svuotarla e renderla una bella e fragile vetrina.