Venezia - #Invendibili: Occupata sede dell'Università Ca'Foscari

La sede di Ca'Bembo è stata occupata come ultimo tentativo di bloccare la svendita delle sedi universitarie voluta dal Rettore Carraro. Quattro giorno di iniziative culturali e dibattiti per restituire lo spazio alla città.

24 / 4 / 2014

Oggi giovedì 24 aprile a Venezia è stata occupata la sede del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali comparati, Ca' Bembo, dell'Università Ca' Foscari. L'abbiamo occupata perché questa sede, assieme a Ca' Cappello e Palazzo Cosulich, è stata negli ultimi mesi bersaglio di un'operazione immobiliare e finanziaria fortemente voluta dal Rettore Carlo Carraro che prevede la “permuta” di questi tre edifici, di grande valore storico ed artistico, con una palazzina molto più moderna e priva di qualsiasi pregio,una palazzina ex-Enel di proprietà Pensplan. In questi mesi noi studenti abbiamo dato vita alla campagna #invendibili, riuscendo a mobilitare docenti, personale tecnico-amministrativo e la cittadinanza di Venezia. Non è solo l'ennesima svendita di patrimonio pubblico a destare il nostro sdegno e la conseguente lotta. Questa operazione si è fin da subito svolta nella più totale mancanza di chiarezza e trasparenza: pagine dei verbali del Consiglio d'Amministrazione riguardanti la questione magicamente omesse dalla pubblicazione, confusione terminologica e risposte elusive, CdA spostati all'ultimo momento in aule “segrete”, atti amministrarivi secretati. Questo aspetto costituisce di fatto la cifra stilistica che ha caratterizzato tutto il mandato di Carraro, indirizzato verso una gestione dell'Università non come luogo di cultura, di formazione e di crescita collettiva, ma come Azienda, come ente mosso per lo più da interessi privatistici, nella mancanza più totale di democrazia reale, di apertura, di confronto con le diverse componenti che danno vita all'Ateneo. Egli è arrivato a denunciare gli studenti che il 15 novembre scorso lo hanno contestato occupando il Rettorato durante un C.d.A., appunto per chiedere chiarezza e risposte trasparenti sulle operazioni in corso. Non ci stupisce: vediamo sempre di più, nei corridoi dei nostri “luoghi di formazione”, la presenza di polizia, celere, Digos, guardia di Finanza, a sottolineare come anche all'interno di scuole e università la fa da padrone la tutela degli interessi dei vertici, piuttosto che la difesa di una democrazia condivisa da tutta la comunità.

La nostra protesta non vuole limitarsi al voler tutelare quelle che, a nostro avviso, non sono solo sedi universitarie, ma veri e propri luoghi di cultura e aggregazione cittadina, attraversati da tant@, studenti e non. Assistiamo, con questa operazione, all'ennesimo atto di svendita di Venezia, fonte a quanto pare inestinguibile di profitto e lucro: pensiamo alla recente cessione dell'Isola di S. Biagio alla ditta Zamperla per la costruzione di un parco divertimenti a tema veneziano, progetto in cui trova un ruolo non di secondo piano proprio l'Università Ca'Foscari e sua Fondazione; pensiamo al furto della sovranità cittadina sul Canale della Giudecca, sul quale le decisioni vengono prese a Roma, ben lontano dal passaggio delle grandi navi che continuano a devastare la nostra laguna e la nostra città; pensiamo alla recentissima messa all'asta di un'intera isola, Poveglia, bene comune su cui si assiste a una grande indignazione cittadina; pensiamo ancora allo stato di abbandono in cui vengono lasciate centinaia di case pubbliche che costerebbe troppo restaurare e quindi assegnare.

Le operazioni e l'intera gestione universitaria del mandato Carraro ci fa ben vedere il mutamento in corso nell'università pubblica italiana: ci fa ben vedere cosa accade quando si permette ad interessi privati di tipo lobbistico e aziendale di entrare nei consigli di amministrazione delle nostre università; quando il corpo studentesco viene visto essenzialmente come un enorme bacino di manodopera sotto o per nulla retribuita, sottostante al ricatto odioso del “non ti pago ma ti formo”, dimeticando che formare cittadini significa soprattutto dar loro la possibilità di sottrarsi per l'appunto al ricatto del lavoro precario e sottopagato, di garantirsi un futuro fatto di possibilità e di scelte degne e libere (pensiamo ad esempio allo sfruttamento di studenti universitari e medi attraverso forme di tirocinio non retribuito, stage, etc. messe in campo nell Expo2015 di Milano e di fatto già diventate legge all'interno del JobsAct di Renzi).

La decisione di occupare arriva dopo mesi di mobilitazione in cui tante strade sono state tentate: da iniziative più strettamente studentesche, come l'occupazione del Rettorato del 15 novembre, a momenti assembleari aperti; non solo: sono state fatte interrogazioni parlamentari, audizioni in Consiglio Comunale; è stato istituito un Tavolo tecnico che coivolge anche docenti e studenti per analizzare i problemi effettivi dell'operazione di permuta voluta da Carraro. Sono state stilate 10 domande molto puntuali, che affrontavano nello specifico le problematiche tecniche e logistiche di questa operazione: mancanza di aule, impossibilità a contenere il numero di studenti e docenti per i vari Corsi di Laurea coinvolti, venir meno dell'accesso al grande patrimonio librario attualmente conservato nelle sedi interessate. A tutto ciò Carraro, più volte sollecitato, non è mai riuscito a dare risposte puntuali e soddisfacenti. Ora siamo arrivati al giro di boa: infatti Carraro, in scadenza di mandato, ha convocato in extremis un Consiglio di Amministrazione il 23 maggio, come evidente ultimo tentativo di far approvare e di fatto di portare a termine l'operazione. Lunedì mattina, al termine dell'occupazione, andremo tutti da Carraro per chiedere definitivamente il blocco della svendita delle sedi e della città.

Questa occupazione rappresenta l'atto conclusvo, speriamo, di questo percorso di mobilitazione che è riuscito a smuovere le cose in maniera reale e dal basso. Vuole essere un atto di forza, sicuramente, ma che esprime la sua radicalità anche attraverso i contenuti che porta: contenuti culturali, politici, sociali. Vuole dare un ultimatum a Carraro allo scadere del suo mandato e costituire un monito per i candidati rettore e per chi prenderà il suo posto: noi non siamo in vendita, non sottostaremo mai a queste logiche economiche, non lasceremo mai che interessi di pochi facciano terra bruciata delle nostre vite e dei nostri sogni. L'Università non si svende, Venezia non si svende, i giovani, studenti, precari, non si svendono. Saremo sempre #invendibili, perché pretendiamo un futuro all'altezza dei sogni che abbiamo.

Calendario delle iniziative:

Giovedì 24:

h 21 proiezione del film “Mal'Ombra” di Andrea Segre, a seguire discussione con il regista

Venerdì 25:

apertura della sede e del giardino, spazio aperto, inziative pubbliche e aula studio

Sabato 26:

h 16: “La città è un bene comune” assemblea #invendibili, presentazione del percorso, assemblea aperta con altre realtà del mondo della formazione: Coordinamento Studenti Medi Venezia Mestre, ZoeLab IUAV, Refresh Lab di Trento, Collettivo Comincia Adesso di Trieste

h 21: musica con BomChilom + ZionCuts – live dancehall Open Air

Domenica 27:

Tutta la mattina: spazio bimbi nel giardino di Ca'Bembo

h 16: presentazione “PopEconomix” di Davide Pascutti, dibattito su precarietà e JobsAct in vista del vertice di Torino sulla disoccupazione giovanile. Ne discuteremo con PrecArtKul'tKollektiv che presenteranno il “Manifesto dei mediatori culturali”, Sindacato ADL Cobas.

h 17:30: "Rovesciare il governo dell'uomo indebitato - come lottare nella crisi contro precarietà e diseguaglianze", incontro con Maurizio Lazzarato

H 19: spettacolo teatrale “La Spremuta” di e con Beppe Casales e discussione su Carta di Lampedusa sui diritti dei migranti.

h 21: LiveMusic con Whiskey facile, swing italiano