Sui fatti di sabato dura presa di posizione anche della CGIL

Venezia - il Consiglio comunale condanna i divieti a manifestare del ministro Maroni

Il Centrosinistra solidale con i feriti nelle cariche di sabato: "mai più una violenza del genere contro la Città"

20 / 9 / 2011


Martedì mattina – 20 settembre – i titoli di apertura della stampa locale veneziana erano tutti dedicati all’esito della seduta del Consiglio comunale, dove – alla presenza di una foltissima delegazione dei promotori della manifestazione “Venezia bene comune” – solo la mancanza del numero legale ha rinviato l’approvazione formale di un documento, sottoscritto da tutte le forze politiche di maggioranza del Centrosinistra, che condanna esplicitamente i divieti a manifestare imposti dal ministro dell’Interno Maroni in occasione dell’iniziativa di sabato scorso.

Per il Gazzettino: “Il Comune ‘assolve’ i disobbedienti – In Consiglio mozione di solidarietà coi manifestanti e critiche alla gestione dell’ordine pubblico – Nel mirino il ministro degli Interni Maroni – Il Consiglio: mai più queste violenze a Venezia”; per la Nuova Venezia: “Impiego della polizia sproporzionato. Ma manca il numero legale” e “Venezia ha subito una violenza”; per il Corriere del Veneto: “Corteo anti-Lega: solidarietà senza voto”.

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Ecco il testo integrale della mozione, presentata lunedì pomeriggio al termine del dibattito in Consiglio Comunale dai consiglieri Claudio Borghello (capogruppo del Partito Democratico), Giacomo Guzzo (capogruppo di Italia dei Valori), Ennio Fortuna (UDC), Camilla Seibezzi (Lista “in comune”), Sebastiano Bonzio (FdS – PRC) e Marco Gavagnin (movimento “cinquestelle”):

Mozione

VENEZIA BENE COMUNE

Il Consiglio Comunale di Venezia

richiamato l’art. 17 della Costituzione repubblicana;

riaffermata la tradizione democratica, aperta, solidale e cosmopolita della nostra Città;

visto che, nella giornata di sabato 17 settembre, la manifestazione “Venezia è bene comune”, convocata da associazioni e movimenti, forze politiche e sindacali e regolarmente notificata ai competenti organi, è stata oggetto di discutibili e tardive limitazioni, sulla base di motivazioni non chiare, decise direttamente dal Ministero degli Interni;

visto lo sproporzionato spiegamento delle Forze dell’Ordine;

visto che la stessa manifestazione, cui partecipavano alcune migliaia di cittadini, è stata bloccata per ore all’imbocco di Lista di Spagna, dando luogo a tensioni e scontri tra i manifestanti e le Forze dell’Ordine;

visto che, nel corso degli scontri, sono rimasti feriti e contusi consiglieri comunali, manifestanti e uomini delle Forze dell’Ordine; il flusso dei passanti da e per la Stazione Ferroviaria è stato interrotto; le normali attività produttive e commerciali intralciate;

ESPRIME

la propria piena solidarietà ai consiglieri comunali, agli altri esponenti istituzionali, ai cittadini manifestanti e agli operatori delle Forze dell’Ordine rimasti feriti e contusi; il proprio rifiuto dell’uso della forza e della violenza da qualsiasi parte esso provenga;

il proprio dissenso per la gestione dell’ordine pubblico, tenuta in questa occasione da parte del Ministero degli Interni, che non è coerente con i principi costituzionali e con il diritto a manifestare le proprie idee storicamente garantito dal governo locale della Città;

tutto il disappunto per le immotivate e tardive limitazioni di manifestare civilmente e pacificamente a Venezia;

l’auspicio e la richiesta, a tutti i soggetti coinvolti e in particolare a quanti compete la gestione istituzionale dell’ordine pubblico, che tali situazioni non abbiano mai più a ripetersi e che tutti si impegnino a rispettare il carattere democratico, aperto e solidale della nostra Città;

respinge le parole usate ieri dal palco da un ministro della Repubblica nei confronti dei manifestanti.

Venezia, 19 settembre 2011


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Sul divieto a manifestare e le cariche di polizia contro la manifestazione anti-Lega, è intervenuta lunedì 19 settembre con un suo comunicato anche la CGIL – Camera del lavoro metropolitana di Venezia, che riportiamo dal Gazzettino:

La Cgil: «Impedita la libertà di manifestare»

La segreteria veneziana della Cgil non ha dubbi: Beppe Caccia, Sebastiano Bonzio e Pie-trangelo Pettenò sono stati «le vittime di decisioni sbagliate e a loro va la nostra solidarietà». In una nota diffusa ieri, il sindacato parte da una premessa, nel valutare gli episodi di sabato pomeriggio ai piedi del ponte degli Scalzi. «Venezia - scrive la Cgil - per definizione e storia è città cosmopolita aperta a tutti, città estranea alla violenza e città libera di manifestare. Sabato pomeriggio ha subitoo un atto contrario alla propria tradizione». «Chi ha responsabilità precise nel merito - prosegue la nota - le espliciti in modo trasparente alla città, dica perché hanno impedito una libera e pacifica manifestazione. La Camera del Lavoro di Venezia condanna l'aggressione subita dai consiglieri comunali Giuseppe Caccia e Sebastiano Bonzio e dal consigliere regionale Pietrangelo Pettenò». «Ed è vicina - conclude - ai cittadini veneziani che ormai da anni in modo indifferente e pacifico sopportano questa kermesse leghista e ai quali sabato è stato impedito di dimostrare il loro dissenso».

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Ecco, infine, il testo integrale del messaggio di Beppe Caccia, letto all’inizio della seduta del Consiglio Comunale:

Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, Signori della Giunta presenti,

purtroppo le mie condizioni di salute, col trauma cranico commotivo in conseguenza delle manganellate ricevute alla testa sabato pomeriggio, e precise disposizioni dei medici curanti mi impediscono di partecipare alla seduta odierna del Consiglio Comunale.

Ma le violenze subite dal sottoscritto, e da altri inermi cittadini che manifestavano, sono poca cosa di fronte alla violenza subita dalla nostra Città, con gli illegittimi divieti frapposti all’esercizio del dirittto costituzionale a manifestare, per diretta volontà del ministro dell’Interno Maroni.

La reazione di Venezia all’annuale, sempre più stanco e meno partecipato, raduno dei sedicenti “Popoli Padani” si è manifestata e si manifesta infatti in molte e diverse forme. Perché Venezia è geneticamente estranea e storicamente ostile alla proposta della Lega: città aperta e cosmopolita, rispettosa delle differenze, vocata al meticciato, nel suo glorioso passato e nel suo complicato presente.

La manifestazione, promossa sabato da un vasto arco di associazioni, forze politiche e sindacali, da una parte certo, ma ben radicata in questa città, esprimeva in termini inediti la domanda di un’alternativa al disastro che la gestione governativa, quindi anche e soprattutto leghista, della crisi ci consegna. Basti pensare alle conseguenze drammatiche della Manovra finanziaria per il nostro Comune e quindi per i nostri concittadini. Una Manovra voluta e votata a Roma da chi gridava “padroni a casa nostra”.

Vi è la necessità di una risposta nuova, in avanti, da parte di tutte le forze sociali e politiche democratiche al tradimento anche delle legittime aspettative - di federalismo, autogoverno, giustizia fiscale e distributiva per i ceti produttivi - che la Lega stessa aveva generato.

E’ per paura di queste ragioni che il ministro degli Interni Maroni ha commissariato e occupato da sabato la nostra Città, ha gestito la Polizia di Stato come se fosse la sua Guardia padana, ha scelto di vietare nei fatti e di far attaccare una manifestazione pacifica.

Ricordando a tutti noi come la domanda di cambiamento e quella di democrazia siano, oggi nel nostro Paese, inseparabili. Grazie.


Giuseppe Caccia
consigliere comunale di Venezia