Venezia - Free entry! Fare mondi...senza università è impossibile!

Si apre in città una campagna contro la chiusura della facoltà di design e arti

18 / 11 / 2009

Oggi un centinaio di studenti di Cà Foscari, IUAV e Accademia sono usciti dalle università per protestare pubblicamente contro la proposta di riforma universitaria del ministro Gelmini.

L'iniziativa, svoltasi ai Giardini della Biennale in mattinata, è stata caratterizzata dall'entrata gratuita degli studenti all'esposizione di Arti Visive e dalla partecipata conferenza stampa in cui sono stati affrontati i motivi della protesta e la scelta della Biennale come location dell'iniziativa.

In un primo intervento gli studenti di Arti Visive hanno spiegato al pubblico della Biennale e ai giornalisti presenti la situazione attuale della loro Facoltà. Con la chiusura della stessa si interrompe bruscamente un modello di università sperimentale che, con tutte le contraddizioni che può contenere al suo interno, ha proposto in questi anni un approccio differente alla formazione, strettamente legato alla produzione culturale, alla stessa città di Venezia e alle sue grandi Fondazioni, come la Biennale.

Successivamente gli studenti hanno posto la questione della nuova cittadinanza per la città di Venezia, quella studentesca precaria e migrante, che ogni giorno produce nel suo territorio e la costruisce allontanandola dal modello di città-museo, o città-vetrina, rendendola invece viva attraverso i propri desideri, il proprio lavoro, i propri modi di vita.

La conferenza stampa si è poi conclusa riprendendo i temi che in queste settimane hanno visto migliaia di studenti scendere di nuovo nelle strade delle diverse città d'Italia per riprendere la parola sul proprio futuro e ribadendo la volontà di costruire un'università differente contro una riforma, quella del ministro Gelmini, che dietro la retorica della meritocrazia nasconde un attacco al mondo della formazione, alla ricerca e una continua dequalificazione dell'Università.
Tutto questo mantenendo la situazione attuale rispetto ai poteri forti all'interno dell'istituzione universitaria, che certo non vengono smantellati ma rafforzati e la situazione di Arti e Design, una facoltà giovane e sperimentale in cui la formazione è costituita anche da professionisti e artisti,  svela il teatrino della meritocrazia in quanto la prima a rischio chiusura.