Venezia - Appello della rete Tuttiidirittiumanipertutti: per un 2 giugno di pace e diritti

La festa della Repubblica che vorremmo

26 / 5 / 2009

Al porto di Venezia
Per dire no a tutte le guerre e alla militarizzazione dei nostri territori

Per difendere chi fugge in cerca di asilo
Per ricordare chi è morto cercando protezione in questo paese



Il 2 giugno, la festa della Repubblica italiana, rappresenta in realtà, fin dalla sua istituzione, una giornata di celebrazione della natura militarista dello Stato, in cui le parate di carri armati e le divise si sostituiscono a qualsiasi aspirazione di pace e di giustizia sociale.
La Repubblica celebrata diventa così quella che fa la guerra nei territori di altri popoli, quella che fa la pace imposta con le armi e con i bombardamenti, con milioni di morti innocenti, come in Iraq o in Afghanistan.


L’immaginario costruito in queste vuote sfilate di eserciti contribuisce alla creazione di quella visione della realtà per cui è la guerra, e non la pace, ad essere l’unico fondamento possibile della nostra società. La stessa guerra che poche settimane fa ha prodotto in Afghanistan l’uccisione da parte di militari italiani di una ragazza di tredici anni, che era in auto con i genitori.
È una guerra che si manifesta anche all’interno dei nostri confini, attraverso l’elaborazione di leggi che, in nome di una sicurezza strumentalmente invocata, e di una insicurezza delocalizzata su capri espiatori che nulla hanno a che fare con le vere cause della crisi generalizzata, vogliono cancellare diritti sanciti come fondamentali e universali anche dalla Costituzione italiana e sui quali, pertanto, dovrebbe fondarsi invece questa Repubblica.

Le prime vittime di queste guerre sono i migranti, in fuga da paesi martoriati o sempre più costretti alla clandestinità: a loro si vorrebbe impedire anche l’esercizio dei diritti più elementari, come quelli alla sanità o all’istruzione. Ma, dopo di loro, la militarizzazione delle città, i sistemi di controllo sempre più capillari e diffusi, stanno lentamente uccidendo la libertà anche di tutti gli altri.

Noi vogliamo un mondo diverso, un paese, una città diversi. E lo rivendichiamo proprio nel giorno della festa della Repubblica italiana, opponendoci a ciò che questa cerimonia è diventata per trovare un nuovo significato a parole come democrazia, uguaglianza, giustizia.

Per questo abbiamo scelto il porto di Venezia, luogo-frontiera in cui ogni giorno arrivano profughi in fuga da guerre che anche l’Italia ha contribuito ad alimentare.

Al porto di Venezia vige un sistema di trattamento dei profughi talmente poco limpido che un procedimento è stato aperto dalla Corte europea per i diritti umani, dopo il ricorso contro lo Stato italiano di alcune delle persone respinte. Persone in cerca di protezione e rifugio, per sfuggire ai respingimenti della polizia di frontiera e riuscire a chiedere asilo come sarebbe loro diritto, spesso muoiono soffocati dentro i container.
Bambini come Zaher Rezai, per cercare di vivere in Italia, muoiono sotto le ruote di un tir, ancora con i giocattoli in tasca.

Il nostro 2 giugno vuole ricordare ciascuna di queste persone, vuole portare al di là del mare un messaggio di pace, vuole trasformare un luogo di frontiera sottratto alla città in un posto di condivisione.

Per questo chiediamo a tutte le realtà e ai singoli, ai gruppi, alle associazioni, a chiunque abbia voglia di trasformare la giornata del 2 giugno in una festa per la pace e per i diritti di tutti, di:

- Riunirsi il 22.5 alle ore 18.30 c/o io Centro Civico di Via Sernaglia a Mestre, per organizzare insieme il nostro 2 giugno, la festa della Repubblica che vorremmo.

Siamo ancora in attesa di ricevere una risposta dall’autorità portuale in merito alla concessione degli spazi necessari alla manifestazione. Aderire a questo appello significa anche dare forza a questa richiesta.


Rete Tuttiidirittiumanipertutti


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