dal Manifesto del 14 Febbraio 2010

Valerio, Emilio, Simone, Geppo Gli amici che non ci sono più

tratto dal romanzo Roma Ko di Duka e Philopat.

16 / 2 / 2010

In zona da me erano iniziate le risse con quelli della sezione del Pci - perché in quartiere ci staccavano i nostri manifesti - ma noi li riattaccavamo... Vengono - ci minacciano - poi un giorno si piazza un blindato dalle nostre parti. Tempo un paio d'ore e dieci o dodici militanti del Partito comunista ci provocano apposta - durante la rissa il blindato carica - quelli del Pci fanno subito gli infami - «Sono loro che ce stanno a mena'!»... Due amici miei vengono cuccati all'istante e riempiti di botte. Prima da quelli del Pci - poi dai carabinieri - poi dai genitori - perché eravamo tutti minorenni. Botte su botte... Il giorno dopo stavano con una faccia così - le avevano pigliate da tutti. Io invece ero scappato in chiesa - una volta dentro mi ero messo di fianco al prete - quello che m'aveva battezzato - la comunione - i boy scout... Cercavo con due occhi così la sua indulgenza... «Che fai?» - e io - «Stiamo davanti al confessionale - mi confesso» - «Ma che fai?» «Eeeh...» Per fortuna non m'ha venduto... Dopo questa disavventura decidiamo di entrare nei comitati autonomi operai di Valle Melaina che facevano riferimento ai Volsci... Perciò in corteo ci toccava sempre stare in testa o in coda - o allo sfondamento o alla parata de culo. Non per obbedienza - ma per senso del dovere - d'altronde il primo libro che avevo letto non era certo stato il Manifesto del partito comunista di Marx - ma Per chi suona la campana di Hemingway. Comunque correva l'anno 1979 ed ero andato ad assistere al mio primo processo - quello per l'arresto di Valerio Verbano e altri suoi compagni. Valerio lo conoscevo di vista - ero amico di due suoi coimputati - Emilio e Simone... Emilio non so bene cosa faccia adesso - ma mi hanno detto che ha lavorato per Publitalia... Simone invece è morto per conseguenze dell'Aids. In quel processo Verbano si era preso più degli altri perché gli avevano beccato una pistola in casa e anche un dossier con tanto di fotografie - un'inchiesta sui fascisti a Roma - con le connivenze - i luoghi dove facevano riunioni - indagini sulle persone estranee che avevano partecipato - anche ufficiali dell'esercito e poliziotti... Era un dossier scottante finito in mano a un magistrato famoso che poi fu ucciso dai Nar... Pensiamo sia questo il motivo per cui Verbano fu ucciso dentro casa sua... I killer entrarono bussando - lui stava ancora a scuola - c'erano i genitori... Li legarono alle sedie imbavagliandoli - aspettarono tranquilli il rientro di Valerio... Appena arrivò gli spararono dentro casa - davanti agli occhi del padre e della madre immobilizzati... Aveva diciotto anni... In quei giorni cupi avevano chiuso pure Radio Onda Rossa - c'erano stati gli arresti di quattro o cinque redattori - altri erano latitanti.... Mi ricordo che la notizia l'avevo sentita da Radio Proletaria e ci eravamo trovati davanti al liceo scientifico Archimede per fare un corteo... Era uno dei momenti più bui - avevano arrestato anche un famoso leader dei compagni - Daniele Pifano - per la storia dei famosi cannocchiali.
Il corteo dall'Archimede era andato giù per Valle Melaina - poi il Tufello per via delle Isole Cursolane fino a Monte Sacro per terminare in piazza Sempione... La polizia lo aveva permesso - anche se in quel periodo vietavano tutti i cortei. La mattina dopo c'era il concentramento dentro all'Università in piazzale della Minerva. Dalle scalinate del rettorato un compagno dei Volsci - un tipo che c'aveva il tic di toccarsi sempre il baffetto - aveva fatto un intervento da gelare il sangue a tutti i compagni - molti dei quali si toccavano i coglioni... «Ben tornati compagni - per rivedervi ci voleva il morto...» Tutto ciò perché dopo tanto tempo si vedevano ventimila persone in piazza... Una volta uscito dall'Università - il corteo era stato immediatamente caricato - durante la fuga si era sentito un botto - poi dai telegiornali avevamo saputo che era saltata la sede dei fascisti del Fuan di via Pavia... Un paio di giorni dopo c'erano stati i funerali e di nuovo cariche della polizia all'uscita del cimitero - davanti al piazzale del Verano. La polizia affacciata alle finestre del commissariato di San Lorenzo sparava sui passanti in fuga. Ci sono le foto anche sulla rivista "I Volsci" - si vede la polizia con le pistole - non è una cazzata che mi sto inventando io o una leggenda metropolitana... Ho voluto dire questa cosa per farti capire che era proprio un periodo davvero nero dove i fascisti ammazzavano di più - quelli della banda Fioravanti per esempio terrorizzavano tutta Roma e avevano colpito nel mucchio uccidendo il povero Scialabba - un compagno di Cinecittà... Non avevano un obiettivo - sparavano a caso sulla prima persona che incontravano - bastava avere il capello un po' più lungo - che marcava da peloso - come si diceva all'epoca - e ti costava una pistolettata...
Nel casino di quei tempi stavo sempre a fianco di un grande amico - Emilio - per almeno quattro anni le storie politiche le facevo insieme a lui - anche se cominciavo a intripparmi con la musica. Sempre nel '79 andai a vedere Patti Smith a Firenze e anche se quella volta fece un po' pena - l'ambiente dei concerti mi piaceva sempre di più... Comunque con Emilio - nonostante il periodo merdoso - andava tutto abbastanza bene - sfangavamo la giornata senza troppi sussulti e intanto da lui imparavo molto. Emilio ha avuto un ruolo importante nella mia formazione - lui studiava Max Weber Marcuse e Foucault - per citare solo alcuni dei suoi autori preferiti - io non riuscivo a impegnarmi tanto - però lo sentivo parlare con quelli più grandi - ed ero l'unico tra i suoi amici a dargli retta - per tutti gli altri era uno spaccacoglioni - soprattutto da quando ci aveva portati al cinema Astra al Tufello a vedere Il giardino dei misteri di Compton House... Emilio mi passava dei libri da leggere - per esempio Il ritratto di Dorian Gray - forse mi aveva inquadrato anche lui come un dandy venuto dallo spazio... Vista la mia incapacità di adattarmi alla vita su questo pianeta - ho sempre pensato di essere arrivato qui dallo spazio e avendo bevuto troppo per festeggiare l'approdo non ho più ricordato dove ho parcheggiato l'astronave... Vabbè! Dopo anni che si girava insieme improvvisamente Emilio mi viene a dire - «A' Marchetto che cazzo ci stiamo a fare lì in mezzo. Siamo le migliori intelligenze della nostra generazione - tra poco qualsiasi cretino si farà un mucchio di grana... Dobbiamo diventare yuppie e farli noi i soldi»... Mannaggia, avrei dovuto ascoltarlo... Lui s'è fatto ricco con Publitalia - io sono qui a fare il coglione senza un soldo... Però l'avevo tenuto buono il suo invito a quella lettura che calzava alla perfezione sull'ontologia del mio stile - oggi io dico alla mia paura di crescere... Una volta letto quel libro infatti mi ero allontanato un po' dalla politica. Stava per iniziare la stagione di Villa Ada.
«E dell'altro amico, quello che poi è morto di Aids?»
«Simone! Di Simone mi prende male sapere come è finito... Tra l'altro Simone, nel suo periodo tossico, era diventato molto amico di Geppo e aveva iniziato a venire allo stadio con noi, qualche anno dopo è morto anche Geppo... Mi sto perdendo... È troppo triste ricordare tutti gli amici che sono scomparsi».