In zona da me erano iniziate le risse con quelli della sezione del Pci
- perché in quartiere ci staccavano i nostri manifesti - ma noi li
riattaccavamo... Vengono - ci minacciano - poi un giorno si piazza un
blindato dalle nostre parti. Tempo un paio d'ore e dieci o dodici
militanti del Partito comunista ci provocano apposta - durante la rissa
il blindato carica - quelli del Pci fanno subito gli infami - «Sono
loro che ce stanno a mena'!»... Due amici miei vengono cuccati
all'istante e riempiti di botte. Prima da quelli del Pci - poi dai
carabinieri - poi dai genitori - perché eravamo tutti minorenni. Botte
su botte... Il giorno dopo stavano con una faccia così - le avevano
pigliate da tutti. Io invece ero scappato in chiesa - una volta dentro
mi ero messo di fianco al prete - quello che m'aveva battezzato - la
comunione - i boy scout... Cercavo con due occhi così la sua
indulgenza... «Che fai?» - e io - «Stiamo davanti al confessionale - mi
confesso» - «Ma che fai?» «Eeeh...» Per fortuna non m'ha venduto...
Dopo questa disavventura decidiamo di entrare nei comitati autonomi
operai di Valle Melaina che facevano riferimento ai Volsci... Perciò in
corteo ci toccava sempre stare in testa o in coda - o allo sfondamento
o alla parata de culo. Non per obbedienza - ma per senso del dovere -
d'altronde il primo libro che avevo letto non era certo stato il
Manifesto del partito comunista di Marx - ma Per chi suona la campana
di Hemingway. Comunque correva l'anno 1979 ed ero andato ad assistere
al mio primo processo - quello per l'arresto di Valerio Verbano e altri
suoi compagni. Valerio lo conoscevo di vista - ero amico di due suoi
coimputati - Emilio e Simone... Emilio non so bene cosa faccia adesso -
ma mi hanno detto che ha lavorato per Publitalia... Simone invece è
morto per conseguenze dell'Aids. In quel processo Verbano si era preso
più degli altri perché gli avevano beccato una pistola in casa e anche
un dossier con tanto di fotografie - un'inchiesta sui fascisti a Roma -
con le connivenze - i luoghi dove facevano riunioni - indagini sulle
persone estranee che avevano partecipato - anche ufficiali
dell'esercito e poliziotti... Era un dossier scottante finito in mano a
un magistrato famoso che poi fu ucciso dai Nar... Pensiamo sia questo
il motivo per cui Verbano fu ucciso dentro casa sua... I killer
entrarono bussando - lui stava ancora a scuola - c'erano i genitori...
Li legarono alle sedie imbavagliandoli - aspettarono tranquilli il
rientro di Valerio... Appena arrivò gli spararono dentro casa - davanti
agli occhi del padre e della madre immobilizzati... Aveva diciotto
anni... In quei giorni cupi avevano chiuso pure Radio Onda Rossa -
c'erano stati gli arresti di quattro o cinque redattori - altri erano
latitanti.... Mi ricordo che la notizia l'avevo sentita da Radio
Proletaria e ci eravamo trovati davanti al liceo scientifico Archimede
per fare un corteo... Era uno dei momenti più bui - avevano arrestato
anche un famoso leader dei compagni - Daniele Pifano - per la storia
dei famosi cannocchiali.
Il corteo dall'Archimede era andato giù per
Valle Melaina - poi il Tufello per via delle Isole Cursolane fino a
Monte Sacro per terminare in piazza Sempione... La polizia lo aveva
permesso - anche se in quel periodo vietavano tutti i cortei. La
mattina dopo c'era il concentramento dentro all'Università in piazzale
della Minerva. Dalle scalinate del rettorato un compagno dei Volsci -
un tipo che c'aveva il tic di toccarsi sempre il baffetto - aveva fatto
un intervento da gelare il sangue a tutti i compagni - molti dei quali
si toccavano i coglioni... «Ben tornati compagni - per rivedervi ci
voleva il morto...» Tutto ciò perché dopo tanto tempo si vedevano
ventimila persone in piazza... Una volta uscito dall'Università - il
corteo era stato immediatamente caricato - durante la fuga si era
sentito un botto - poi dai telegiornali avevamo saputo che era saltata
la sede dei fascisti del Fuan di via Pavia... Un paio di giorni dopo
c'erano stati i funerali e di nuovo cariche della polizia all'uscita
del cimitero - davanti al piazzale del Verano. La polizia affacciata
alle finestre del commissariato di San Lorenzo sparava sui passanti in
fuga. Ci sono le foto anche sulla rivista "I Volsci" - si vede la
polizia con le pistole - non è una cazzata che mi sto inventando io o
una leggenda metropolitana... Ho voluto dire questa cosa per farti
capire che era proprio un periodo davvero nero dove i fascisti
ammazzavano di più - quelli della banda Fioravanti per esempio
terrorizzavano tutta Roma e avevano colpito nel mucchio uccidendo il
povero Scialabba - un compagno di Cinecittà... Non avevano un obiettivo
- sparavano a caso sulla prima persona che incontravano - bastava avere
il capello un po' più lungo - che marcava da peloso - come si diceva
all'epoca - e ti costava una pistolettata...
Nel casino di quei
tempi stavo sempre a fianco di un grande amico - Emilio - per almeno
quattro anni le storie politiche le facevo insieme a lui - anche se
cominciavo a intripparmi con la musica. Sempre nel '79 andai a vedere
Patti Smith a Firenze e anche se quella volta fece un po' pena -
l'ambiente dei concerti mi piaceva sempre di più... Comunque con Emilio
- nonostante il periodo merdoso - andava tutto abbastanza bene -
sfangavamo la giornata senza troppi sussulti e intanto da lui imparavo
molto. Emilio ha avuto un ruolo importante nella mia formazione - lui
studiava Max Weber Marcuse e Foucault - per citare solo alcuni dei suoi
autori preferiti - io non riuscivo a impegnarmi tanto - però lo sentivo
parlare con quelli più grandi - ed ero l'unico tra i suoi amici a
dargli retta - per tutti gli altri era uno spaccacoglioni - soprattutto
da quando ci aveva portati al cinema Astra al Tufello a vedere Il
giardino dei misteri di Compton House... Emilio mi passava dei libri da
leggere - per esempio Il ritratto di Dorian Gray - forse mi aveva
inquadrato anche lui come un dandy venuto dallo spazio... Vista la mia
incapacità di adattarmi alla vita su questo pianeta - ho sempre pensato
di essere arrivato qui dallo spazio e avendo bevuto troppo per
festeggiare l'approdo non ho più ricordato dove ho parcheggiato
l'astronave... Vabbè! Dopo anni che si girava insieme improvvisamente
Emilio mi viene a dire - «A' Marchetto che cazzo ci stiamo a fare lì in
mezzo. Siamo le migliori intelligenze della nostra generazione - tra
poco qualsiasi cretino si farà un mucchio di grana... Dobbiamo
diventare yuppie e farli noi i soldi»... Mannaggia, avrei dovuto
ascoltarlo... Lui s'è fatto ricco con Publitalia - io sono qui a fare
il coglione senza un soldo... Però l'avevo tenuto buono il suo invito a
quella lettura che calzava alla perfezione sull'ontologia del mio stile
- oggi io dico alla mia paura di crescere... Una volta letto quel libro
infatti mi ero allontanato un po' dalla politica. Stava per iniziare la
stagione di Villa Ada.
«E dell'altro amico, quello che poi è morto di Aids?»
«Simone!
Di Simone mi prende male sapere come è finito... Tra l'altro Simone,
nel suo periodo tossico, era diventato molto amico di Geppo e aveva
iniziato a venire allo stadio con noi, qualche anno dopo è morto anche
Geppo... Mi sto perdendo... È troppo triste ricordare tutti gli amici
che sono scomparsi».
dal Manifesto del 14 Febbraio 2010
Valerio, Emilio, Simone, Geppo Gli amici che non ci sono più
tratto dal romanzo Roma Ko di Duka e Philopat.
16 / 2 / 2010