Otto arresti, trenta indagati, un
quintale di documenti sequestrati da finanzieri e carabinieri.
L'inchiesta Pantàno della pm Federica Baccaglini schizza fango
sull'associazione a delinquere contro la pubblica amministrazione.
Dipendenti di Comune, Provincia, Ater, Esercito in combutta con le
imprese che vincono appalti, lavori, servizi. Dal tenente colonnello
Roberto Lasalvia a Massimiliano Berto della Provincia, da Aldo Luciano
Marcon (direttore generale dell'Ater) a Simonetta Liviero (dipendente
dell'Edilizia Pubblica del Comune) fino agli indagati eccellenti: l'ex
deputato Filippo Ascierto (che da bravo maresciallo a Genova 2001
aspettava Fini nella sala comando) con Luana Levis dell'associazione
Andromeda e Luciano Salvò, sindaco Pdl di Villafranca e vice presidente
di Interporto Spa.
Affiora così da intercettazioni, documenti e
legami il «giro» votato al saccheggio del patrimonio pubblico. Perfino
di piccolo cabotaggio: il cambio pneumatici, la vacanza senza pretese,
il conto del rinfresco come «tangenti» dell'affidamento di forniture o
manutenzioni. Nella capitale del Nord Est al tramonto, non è certo una
novità il sistema di relazioni che permette di far schei grazie al
monopolio delle risorse amministrate pro tempore. Sono i piccoli
cannibali che godono delle protezioni politiche, spesso e volentieri
trasversali, e incassano lasciando l'incombenza di ripianare bilanci in
rosso. E' la storia del Consorzio per lo sviluppo del Conselvano (poi
Attiva Spa): municipi spolpati fino alla definitiva messa in
liquidazione con oltre 100 milioni di buco contabile. Ma c'è anche la
sussidiarietà applicata all'Azienda ospedaliera (433,6 milioni di debiti
accumulati nella decennale gestione di Adriano Cestrone); ai corsi di
formazione con i finanziamenti europei che hanno inguaiato le Scarl
della Compagnia delle Opere; alla logistica delle cricche che hanno
incistato non solo i Magazzini Generali; all'Università che eccelle
nella commistione con i seguaci di don Giuss e del ministro Lupi.
Padova,
smart city soprattutto per il cerchio magico che da un quarto di secolo
specula, edifica e si riproduce. Imprenditori senza rischio d'impresa
nel mercato protetto. Mandarini della burocrazia sempre al posto giusto.
Professionisti al servizio del cono d'ombra degli interessi.
Comunicatori votati al potere ed eletti senza bisogno di urne.
Padova,
succursale della Milano ciellina e laboratorio delle alchimie
politiche. Con gli stessi protagonisti di Tangentopoli (lo stadio
«mondiale» e il nuovo tribunale) che rispuntano puntuali dalle cronache
recenti. Dall'inchiesta sul Mose, ecco Piergiorgio Baita che con
Giovanni Mazzacurati pilota la Mantovani Costruzioni Spa: si tratta
della storica impresa acquisita nel 1987 dalla famiglia Chiarotto fino a
specializzarsi nelle Grandi Opere e a vincere la "piastra" dell'Expo
2015. E nell'inchiesta della Dda di Palermo sull'appalto da 140 milioni
di euro, finiscono in manette l'amministratore delegato Mauro Scaramuzza
e il devoto ingegner Achille Soffiato: lavorano per Fip che costruisce
le "cerniere" delle paratie mobili in laguna.
Padova, città delle
gru e degli struzzi. Come sempre, è il «ballo del mattone» a scandire le
ambizioni... metropolitane un tempo affidate alle cassaforti della
Cassa di risparmio e dell'Antoniana. Oggi operazioni immobiliari che
passano sulla testa di tutti, anche perché molti lasciano volare i
cantieri nascondendo la testa nella sabbia. Del resto, non è un reato
attovagliarsi nel ristorante più celebrato e costoso: l'allora sindaco
Flavio Zanonato e il magnifico rettore Giuseppe Zaccaria accettano
volentieri l'invito di discutere del nuovo ospedale con chi, magari,
potrebbe costruirlo. E nemmeno incamerare l'area pubblica della zona
industriale a beneficio della Fondazione per la ricerca pediatrica: 11
piani, 20 mila metri quadri, 30 milioni di costo (secondo i maligni,
sarà... il San Raffaele di Padova). Ma è un fatto che le grandi imprese
edili sfilano in Tribunale con la richiesta del concordato
pre-fallimentare e gli affitti di ramo d'azienda. E che Società
iniziative locali (27,6 milioni di capitale con il 19% di Compagnia San
Paolo più le Fondazioni carisparmio e la Cassa depositi e prestiti) sia
diventata la «chiave» che apre tutte le porte giuste...
Padova come
Verona. Nel "regno" del leghista doroteo Flavio Tosi, è stata appena
decapitato il vertice di Agec. Otto funzionari dell'azienda comunale che
amministra alloggi, mense, cimiteri e farmacie sono stati arrestati
insieme a Martin Klapfer, immobiliarista di Bressanone. L'inchiesta del
pm Gennaro Ottaviano era scattata un anno fa, in base al dettagliato
esposto firmato da Michele Croce, presidente Agec: subito rimosso per
via politica. Le ipotesi di reato sono peculato, corruzione, abuso
d'ufficio, turbata libertà in procedure d'appalto e falsità in atti.
«Prima
ancora di andare in Procura avevo informato i vertici del Comune del
quadro desolante che stava emergendo. Come cittadino avrei preferito che
quanto denunciato non fosse vero; però quanto sta avvenendo dimostra
che ormai il sistema non è più in grado di autoproteggersi e che anche
quelle che un tempo sarebbero state etichettate come crociate contro i
mulini a vento, se fatte con coscienza e coraggio, possono contribuire a
fare luce su vicende molto gravi che danneggiano tutta la città»
commenta Croce.
Così anche in riva all'Adige si torna agli anni '90,
quando il sistema esplose con le "siepi d'oro" dell'Autostrada. E giusto
l'ex procuratore Guido Papalia aveva ammonito quasi con preveggenza:
«La corruzione si elimina modificando il modo di gestire la cosa
pubblica. Messi da parte i politici, la corruzione si è spostata ai
livelli dei grandi burocrati. Così sono diventate più frequenti la
creazione e l'uso di leggi apparentemente ispirate al bene collettivo,
sfruttate invece per interessi privati».
Ecco, sulla carta, i
mega-progetti non mancano: traforo, inceneritore, nuove autostrade
Nogara-Mare e Tirreno-Brennero, riqualificazione delle Ex Cartiere di
Basso Acquar, Motorcity della Bassa, Centro agroalimentare di
Trevenzuolo, District Park di Vigasio, Interporto di Isola della Scala,
l'immancabile Tav con l'Alta capacità. Significano circa 20 miliardi di
euro. A chi fanno gola?
Appalti, tangenti, protezioni politiche. 8 arresti e 30 indagati nell'inchiesta Pantano. C'è anche l'ex An Ascierto, con Fini a Genova 2001
Uno dei comitati d'affari del sacco veneto
Saccheggio del patrimonio pubblico
31 / 10 / 2013