Appalti, tangenti, protezioni politiche. 8 arresti e 30 indagati nell'inchiesta Pantano. C'è anche l'ex An Ascierto, con Fini a Genova 2001

Uno dei comitati d'affari del sacco veneto

Saccheggio del patrimonio pubblico

31 / 10 / 2013


Otto arresti, trenta indagati, un quintale di documenti sequestrati da finanzieri e carabinieri. L'inchiesta Pantàno della pm Federica Baccaglini schizza fango sull'associazione a delinquere contro la pubblica amministrazione. Dipendenti di Comune, Provincia, Ater, Esercito in combutta con le imprese che vincono appalti, lavori, servizi. Dal tenente colonnello Roberto Lasalvia a Massimiliano Berto della Provincia, da Aldo Luciano Marcon (direttore generale dell'Ater) a Simonetta Liviero (dipendente dell'Edilizia Pubblica del Comune) fino agli indagati eccellenti: l'ex deputato Filippo Ascierto (che da bravo maresciallo a Genova 2001 aspettava Fini nella sala comando) con Luana Levis dell'associazione Andromeda e Luciano Salvò, sindaco Pdl di Villafranca e vice presidente di Interporto Spa.
Affiora così da intercettazioni, documenti e legami il «giro» votato al saccheggio del patrimonio pubblico. Perfino di piccolo cabotaggio: il cambio pneumatici, la vacanza senza pretese, il conto del rinfresco come «tangenti» dell'affidamento di forniture o manutenzioni. Nella capitale del Nord Est al tramonto, non è certo una novità il sistema di relazioni che permette di far schei grazie al monopolio delle risorse amministrate pro tempore. Sono i piccoli cannibali che godono delle protezioni politiche, spesso e volentieri trasversali, e incassano lasciando l'incombenza di ripianare bilanci in rosso. E' la storia del Consorzio per lo sviluppo del Conselvano (poi Attiva Spa): municipi spolpati fino alla definitiva messa in liquidazione con oltre 100 milioni di buco contabile. Ma c'è anche la sussidiarietà applicata all'Azienda ospedaliera (433,6 milioni di debiti accumulati nella decennale gestione di Adriano Cestrone); ai corsi di formazione con i finanziamenti europei che hanno inguaiato le Scarl della Compagnia delle Opere; alla logistica delle cricche che hanno incistato non solo i Magazzini Generali; all'Università che eccelle nella commistione con i seguaci di don Giuss e del ministro Lupi.
Padova, smart city soprattutto per il cerchio magico che da un quarto di secolo specula, edifica e si riproduce. Imprenditori senza rischio d'impresa nel mercato protetto. Mandarini della burocrazia sempre al posto giusto. Professionisti al servizio del cono d'ombra degli interessi. Comunicatori votati al potere ed eletti senza bisogno di urne.
Padova, succursale della Milano ciellina e laboratorio delle alchimie politiche. Con gli stessi protagonisti di Tangentopoli (lo stadio «mondiale» e il nuovo tribunale) che rispuntano puntuali dalle cronache recenti. Dall'inchiesta sul Mose, ecco Piergiorgio Baita che con Giovanni Mazzacurati pilota la Mantovani Costruzioni Spa: si tratta della storica impresa acquisita nel 1987 dalla famiglia Chiarotto fino a specializzarsi nelle Grandi Opere e a vincere la "piastra" dell'Expo 2015. E nell'inchiesta della Dda di Palermo sull'appalto da 140 milioni di euro, finiscono in manette l'amministratore delegato Mauro Scaramuzza e il devoto ingegner Achille Soffiato: lavorano per Fip che costruisce le "cerniere" delle paratie mobili in laguna.
Padova, città delle gru e degli struzzi. Come sempre, è il «ballo del mattone» a scandire le ambizioni... metropolitane un tempo affidate alle cassaforti della Cassa di risparmio e dell'Antoniana. Oggi operazioni immobiliari che passano sulla testa di tutti, anche perché molti lasciano volare i cantieri nascondendo la testa nella sabbia. Del resto, non è un reato attovagliarsi nel ristorante più celebrato e costoso: l'allora sindaco Flavio Zanonato e il magnifico rettore Giuseppe Zaccaria accettano volentieri l'invito di discutere del nuovo ospedale con chi, magari, potrebbe costruirlo. E nemmeno incamerare l'area pubblica della zona industriale a beneficio della Fondazione per la ricerca pediatrica: 11 piani, 20 mila metri quadri, 30 milioni di costo (secondo i maligni, sarà... il San Raffaele di Padova). Ma è un fatto che le grandi imprese edili sfilano in Tribunale con la richiesta del concordato pre-fallimentare e gli affitti di ramo d'azienda. E che Società iniziative locali (27,6 milioni di capitale con il 19% di Compagnia San Paolo più le Fondazioni carisparmio e la Cassa depositi e prestiti) sia diventata la «chiave» che apre tutte le porte giuste...
Padova come Verona. Nel "regno" del leghista doroteo Flavio Tosi, è stata appena decapitato il vertice di Agec. Otto funzionari dell'azienda comunale che amministra alloggi, mense, cimiteri e farmacie sono stati arrestati insieme a Martin Klapfer, immobiliarista di Bressanone. L'inchiesta del pm Gennaro Ottaviano era scattata un anno fa, in base al dettagliato esposto firmato da Michele Croce, presidente Agec: subito rimosso per via politica. Le ipotesi di reato sono peculato, corruzione, abuso d'ufficio, turbata libertà in procedure d'appalto e falsità in atti.
«Prima ancora di andare in Procura avevo informato i vertici del Comune del quadro desolante che stava emergendo. Come cittadino avrei preferito che quanto denunciato non fosse vero; però quanto sta avvenendo dimostra che ormai il sistema non è più in grado di autoproteggersi e che anche quelle che un tempo sarebbero state etichettate come crociate contro i mulini a vento, se fatte con coscienza e coraggio, possono contribuire a fare luce su vicende molto gravi che danneggiano tutta la città» commenta Croce.
Così anche in riva all'Adige si torna agli anni '90, quando il sistema esplose con le "siepi d'oro" dell'Autostrada. E giusto l'ex procuratore Guido Papalia aveva ammonito quasi con preveggenza: «La corruzione si elimina modificando il modo di gestire la cosa pubblica. Messi da parte i politici, la corruzione si è spostata ai livelli dei grandi burocrati. Così sono diventate più frequenti la creazione e l'uso di leggi apparentemente ispirate al bene collettivo, sfruttate invece per interessi privati».
Ecco, sulla carta, i mega-progetti non mancano: traforo, inceneritore, nuove autostrade Nogara-Mare e Tirreno-Brennero, riqualificazione delle Ex Cartiere di Basso Acquar, Motorcity della Bassa, Centro agroalimentare di Trevenzuolo, District Park di Vigasio, Interporto di Isola della Scala, l'immancabile Tav con l'Alta capacità. Significano circa 20 miliardi di euro. A chi fanno gola?