“Uniti contro il governo e la crisi”. 14 dicembre, torna la piazza del 16 ottobre

3 / 12 / 2010

Il 14 dicembre la società civile sfiducia il governo. Questa è la notizia che arriva dalla conferenza stampa tenuta oggi alla Federazione nazionale della Stampa a Roma dal cartello di forze “unite contro la crisi”, per ufficializzare la manifestazione nazionale organizzata nel giorno in cui il Parlamento discute la fiducia al governo.

Sono tutte quelle organizzazioni sindacali, studentesche e territoriali che si sono incontrate in piazza il 16 ottobre, e che hanno preso l’impegno di costruire un percorso comune il giorno dopo, con l’assemblea di scienze politiche del 17 ottobre alla Sapienza di Roma. Presenti per la Fiom, il 17 il leader Maurizio Landini, oggi Giorgio Cremaschi, per “la Cgil che vogliamo” Gianni Rinaldini, Francesco Raparelli begin_of_the_skype_h-ighlighting     end_of_the_skype_hig-hlighting di Uniriot, Francesco Iovino per la Rete della Conoscenza – che mette insieme già di suo “120 organizzazioni studentesche, insieme a Link e all’Udu”, specifica Iovino – Luca Casarini, Antonio Musella per i comitati di Chiaiano, Giuliano e Terzigno, Andrea Alzetta, consigliere comunale a Roma e attivista di Action insieme a Nunzio d’Erme e Bartolo Mancuso, Emiliano del Csoa Astra del IV Municipio di Roma, Pierpaolo Pollini, Rsu Fincantieri di Ancona, Alessandra Carnicella, Rsu Eutelia, Mimmo Loffredo, Rsu di Pomigliano, e con la loro adesione i migranti di Brescia e il comitato 3e32 de L’Aquila.Ma a ben guardare le fondamenta sono state gettate già da molto, da quei movimenti che con la loro volontà di autodeterminazione hanno segnato la strada. I no tav, i no dal molin, i no ponte, i no nuke, i no inceneritori, sono quella società civile che ha preso in mano le sorti della propria vita nel proprio ambiente e ha detto che non si decide senza di loro.

E poi i lavoratori dell’Innse, che per primi hanno preso in mano il loro destino lavorativo sbarrando il passo a una speculazione sulla rendita per difendere un’industria sana. Sono i lavoratori di Pomigliano, che hanno detto no alla Newco che li pretende schiavi, dentro un progetto più generale di uscita dalla crisi che vuole “fare dell’Italia una Newco – dirà Cremaschi– eliminando lavoratori e cittadini scomodi, per passare chi si piega nel tritacarne della competizione”. E ancora i migranti saliti sulla gru a Brescia, che oggi mandano un loro messaggio – letto da Bartolo Mancuso di Action – per dire che “sulla gru non eravamo soli, e il 14 saremo in piazza”. Per quella che si preannuncia già dalle prime battute come una straordinaria mobilitazione, “già 30 pullmann prenotati, annuncia Casarini, e che si trasformerà in una grande “assemblea popolare – spiega Rinaldini – per la quale non vorremmo trovarci in una città blindata, come quella “situazione cilena” che ha tentato di impedire agli studenti di manifestare liberamente, alimentando la tensione”.

Una giornata nella quale “vorremmo accompagnare la sfiducia al governo”, chiarisce, e che comunque “è l’inizio di un percorso che avrà tappe successive”, ma che in ogni caso acquista “una precisa valenza”. Quella della ricomposizione di una società civile dopo trent’anni di frantumazione sociale, e quella dell’autorappresentanza, perché “non c’è oggi paternità politica – spiega Loffredo – ma in embrione una rete di forze che può costituire questa rappresentanza”. Uno “spazio comune”, lo definisce Luca Casarini. E’ la forza specifica dell’autonomia di ogni singola vertenza, con la “centralità del movimento studentesco, sorprendente – sottolinea Rinaldini – per la capacità di mobilitazione di massa che sta avendo”, che “è riuscita a modificare l’agenda politica”, precisa Andrea Alzetta, a definire il carattere di “uniti contro la crisi”. Ed è la capacità che ha avuto di “riunificare solitudini”, sottolinea Francesco Raparelli begin_of_the_skype_h-ighlighting     end_of_the_skype_hig-hlighting, “quelle dei precari, dei lavoratori, o dell’Onda, fino a ieri lotte separate, che oggi ritrovano il minimo comune denominatore in quello che si presenta come uno scontro di civiltà”, e che “già il 16 ottobre – aggiunge Francesco Iovino – hanno sancito quella ricomposizione, e insieme la riappropriazione degli strumenti della politica”.

Il ddl Gemini, il Collegato lavoro, lo statuto dei lavoratori, la sanatoria truffa, sono solo alcuni dei capisaldi contro i quali “un’altra civiltà sarà in piazza quel giorno, fatta di lavoratori che rischiano di non poter più mandare all’università i propri figli, o di quelli che non possono costruirsi una vita e devono chiedere aiuto ai genitori”, ricorda Casarini, e “la novità – aggiunge Raparelli – è che quella civiltà in piazza è fatta di persone che tornano a lottare anche per chi non ha diritti”. Così come di quelli che se li vedono giocati con un referendum-capestro come quello di Pomigliano, o che vedono “ricapitalizzare la Fincantieri con 333 milioni di euro da Fintecna da investire in America”, denuncia Pollini Rsu di Ancona, sul tetto della facoltà con gli studenti di ingegneria, mentre “l’azienda diventa una caserma o si sgretola fra appalti e subappalti”. E poi ancora la vertenza contro la gestione dei rifiuti “sui cui Berlusconi ha esercitato la sua governance, miracolo fallito” dice Antonio Musella che annuncia per il 14 una Campania in piazza, fatta di precari, disoccupati, comitati, studenti, “ognuno con il suo pacchettino di rifiuti” da riportare al governo. Queste le tante vertenze che dopo il 14 riprenderanno le loro battaglie – prima quella del ddl già slittato a dopo la fiducia – e contemporaneamente continueranno la costruzione di questa nuova forza, “anche sul piano europeo – sottolinea Raparelli, ricordando che già da tempo gli studenti “hanno aperto un confronto sul piano internazionale e partecipano reciprocamente alle lotte nei diversi paesi, tanto che il 17 è diventata una giornata mondiale del diritto allo studio”. Ma già da domani, per esempio a Roma, Emiliano del Csoa Astra annuncia “un’assemblea di reti territoriali per costruire un programma alternativo al governo della città”, o a Brescia, sabato, accanto ai migranti. Mentre il 9 dicembre è prevista un’assemblea alla facoltà di Lettere alla Sapienza di Roma, in previsione di quella che si preannuncia, come la rottura dello specchio della rappresentazione, e il ritorno in scena di un’autentica rappresentanza. In poche parole, “una grande giornata di democrazia”.

Articolo pubblicato su Micromega il 02.12.10