Uniriot verso il 17.11 - Una giornata di conflitto: riprendiamoci il futuro, contro i tagli e il ddl Gelmini

15 / 11 / 2010

Tra pochi giorni il ddl Gelmini torna in discussione in Parlamento: il governo, dopo essere stato costretto a rinviare la discussione per l'assenza dei fondi necessari e le forti mobilitazioni di studenti e ricercatori, intende questa volta portare avanti l'attacco definitivo all'università; "una riforma a costo zero" per mettere a sistema i tagli di Tremonti, un ddl appoggiato fortemente dalla Crui, da Confindustria e dal Corriere della Sera, un ddl che all'insegna della retorica meritocratica smantella definitivamente l'università e la ricerca.

E' di pochi giorni fa la dichiarazione di Tremonti sullo stanziamento di un miliardo di euro per l'università (verificando ci accorgiamo che sarà molto meno del miliardo annunciato, già di per sè inferiore al quasi miliardo e mezzo dello scorso anno); negli stessi giorni il governo taglia il 90 per cento dei fondi per le borse di studio, smantellando definitivamente il già insufficiente sistema del diritto allo studio e aprendo la via al processo di indebitamento legato ai prestiti d'onore: se è questa la prima risposta di questo governo a chi chiede welfare e diritti, noi il 17 novembre saremo in piazza per contrastare il definanziamento e rimandare al mittente i prestiti d'onore.

Si restituiscono i fondi tagliati al settore privato, mentre non è chiaro come si distribuirà il rifinanziamento alle università pubbliche, che tuttavia rimane del tutto parziale e insufficiente. Il governo, ormai in piena agonia, compie l'ennesimo tentativo di rompere il fronte di opposizione alla riforma e tenta di portare a casa in extremis almeno questo ddl Gelmini.

Costretto a ritirare, almeno parzialmente, i tagli imposti con la legge 133 del 2008, con la speranza di durare qualche giorno in più, il governo tenta il tutto per tutto: questo miliardo di euro promesso è la merce di scambio che Tremonti offre per far si che il ddl ottenga la maggioranza in Parlamento. Non si tratta dunque di un vero e proprio rifinanziamento, ma di un altro passo indietro: la crisi del governo ci segnala che lo spazio per imporre un'inversione di tendenza è praticabile, che il 17 è una giornata fondamentale per rilanciare le mobilitazioni e fermare lo smatellamento dell'università, mettere in crisi il governo, bloccare la riforma.

La risposta degli studenti alle politiche di austerity e alla dequalificazione dell'università, nonchè l'indignazione contro chi precarizza le vite di tutti, sta dilagando con forza in tutta Europa: proprio all'interno dello spazio europeo gli studenti stanno costruendo un linguaggio e delle pratiche comuni per rispondere alla crisi, per contestare i tagli e l'aumento delle tasse, per immaginare e rivendicare un altro futuro.

L'indignazione e la rabbia tumultuosa degli studenti londinesi di pochi giorni fa parla lo stesso linguaggio delle lotte francesi, delle mobilitazioni austriache, dei conflitti sull'università e sulla scuola che in questo autunno stanno con forza emergendo in Italia: ed è proprio a partire da questi conflitti diffusi che il 17 novembre, giornata internazionale degli studenti, perde ogni parvenza di ritualità ed acquista il senso di una sfida comune che, rilanciata anche dalla grande assemblea dei movimenti "Uniti contro la crisi" che si è tenuta alla Sapienza lo scorso 17 ottobre, diventa un'occasione per dimostrare ancora una volta che il tessuto vivo dell'università è ostile a questa riforma, ai tagli, alle politiche di austerity e di espropriazione del welfare.

Ogni giorno sperimentiamo nelle facoltà la pratica di un'università differente, indisponibile alle riforme imposte e capace di costruire dal basso forme di cooperazione e produzione di sapere, rivendicando welfare e reddito, fondi per le università e saperi di qualità.

Non ci fermeremo! Dal 17 novembre bloccheremo le università e le città, assedieremo chi intende imporre tagli e ddl nefasti. Nei prossimi giorni organizzeremo flsh mob, azioni comunicative e riappropriazione delle facoltà, perchè finchè il ddl non verrà ritirato le università non saranno pacificate!

Uniriot Network – studenti e studentesse delle facoltà ribelli di Roma, Padova, Perugia, Torino, Bologna, Napoli, Genova, Pisa, Palermo e Venezia.

Appuntamenti nelle città

  • Roma ore 9 p.le A. Moro - La Sapienza
  • Bologna ore 10 piazza San Francesco
  • Perugia ore 14 Piazza dei Partigiani
  • Venezia ore 08.30 stazione di Mestre
  • Padova ore 9 piazza Antenore
  • Palermo ore 9 via Archirafi (Facoltà scientifiche)
  • Pisa ore 9 piazza Sant'Antonio
  • Torino ore 9 palazzo Nuovo (concentramenti in tutte le facoltà)
  • Genova ore 15 piazza Caricamento
  • Napoli ore 9 piazza Mancini