Una consapevolezza rapida e degna

Alcune riflessioni dopo la manifestazione di Sulmona

25 / 4 / 2018

Siamo stati a Sulmona partendo dal piccolo comune molisano di Guglionesi.

Una macchina piena e altre tre macchine da Termoli.

Siamo partiti muniti di striscione, bandiere, cartelli e una voglia grande di manifestare.

Arrivati a Sulmona non volevamo credere ai nostri occhi: una cittadina bellissima, colorata di vita e profumata da una splendida giornata primaverile.

«Dodicimila persone», «il rispetto della terra è tutto», «anche i sindaci ed il vescovo sfilano contro il gasdotto dei terremoti», «corteo infinito per dire no alla centrale Snam»; questi i titoli di blog e giornali il giorno dopo.

Molte persone, da tutto il versante adriatico e persino dalla Lombardia (dove sono previste altre tre centrali di stoccaggio, come quelle di Sulmona e del Sinarca), i No Tap dal Salento, i No Ombrina, i Trivelle Zero delle Marche e da Termoli, i discoli del Sinarca, Zona 22, No Snam Umbria, associazioni e comitati abruzzesi, marchigiani, molisani, emiliani. Il tutto in un clima di incredibile fratellanza.

Sembrava di vedere una popolazione coesa ed unita, al di là del senso di comunità territoriale e della singola battaglia.

Anzi, senza troppe ambizioni, lo era: donne e uomini che pensano al proprio presente e al futuro dei territori in cui vivono e si attivano, comprendendo (non da poco) come sia necessario iniziare un percorso nuovo, carico, attivo e determinato per la difesa dell'ambiente, dei diritti di ognuno e più in generale dei beni comuni, sapendo sin da subito che “cittadino” è colui che vive, si muove, lavora in un determinato territorio e non solamente chi ci nasce.

Allora diventa necessario fare un ulteriore passo nel contrasto di questi colossi del gas e del petrolio: capire che c'è la possibilità di fermarli. Capire che si può fare.

E ciò avviene solamente se non si delega la lotta a forme istituzionali e rappresentative.

Certo esse possono aiutare e sostenere la battaglia per un determinato territorio o contro una determinata opera, ma non possono fare molto di più. La determinazione della società in queste battaglie, senza interessi personali o partitici, mossa dall'amore per i territori e dalla comprensione di un necessario e repentino cambiamento, è una grande risposta al populismo istituzionalizzato e alla logica della rappresentanza.

"Politica" torna ad essere un termine di partecipazione e non di delegazione.

Se il populismo istituzionale è ingabbiato e vuole restare nell'ingranaggio burocratico della delega, le battaglie, le lotte, devono riuscire a resistere e mantenere la libertà che le caratterizza. La terza via , si sa, è sempre la più difficile ed impegnativa perché implica, necessita la partecipazione e la disponibilità al conflitto.

Sta a noi, dal basso, trovare nuove forme di partecipazione, di attivismo e di costante difesa dei nostri territori dalla logica del profitto, che muove ancora le molte braccia di questo sistema.

Una piazza come quella di Sulmona - organizzata, coesa, allegra e fiera - è uno straordinario punto di partenza per dare il via ad una pratica quotidiana del comune. Una piazza senza tensione, nonostante l'enorme dispiego di forze dell'ordine (segno indiscutibile delle ragioni giuste delle proteste), determinata e piena di contenuti.

Tornato a casa, nei bar, per le strade e le piazze, molte persone mi hanno chiesto come fosse andata la giornata di Sulmona. Io ho risposto euforico: «molto bene». Allora quasi tutti mi hanno chiesto e mi chiedono: «ma si può vincere? si possono battere questi colossi internazionali? questi potentati economici?».

Ho risposto che dopo questa giornata sono nate due enormi consapevolezze. Quella di Snam, Gasdotti Italia e tutte le società coinvolte nel progetto "Hub del gas" ora sono consapevoli di avere un grande nemico: la popolazione che vive in quei territori che loro vorrebbero rovinare. E quella dei cittadini ed i paesi, tutti, anche quelli più emarginati e poco popolosi, che sanno di poter avere la complicità e la solidarietà di molti uomini e molte donne che abitano territori lontani tra loro, ma fortemente uniti nel contrastare queste opere inutili e dannose. Persone che hanno iniziato a immaginare insieme la trasformazione delle stato presente delle cose, per un futuro liberato dalle fossili, sostenibile, degno.

Cambiare si può, basta volerlo!