Dal decreto truffa alle contestazioni a Napolitano e Caldoro

Un pò di chiarezza sugli ultimi avvenimenti

Comunicato della Rete Commons

7 / 12 / 2013

Gli ultimi giorni sono stati concitati nel rapporto tra istituzioni ed il movimento contro il biocidio. Dapprima gli inviti dei parroci dell’area nord a strappare i volantini contro l’inceneritore di Giugliano ed il parallelo invito ad “avere fiducia nelle istituzioni” fatto a Marano in occasione del non riuscitissima marcia delle chiese del decimo decanato della curia di Napoli, poi la legittima contestazione al presidente della repubblica Giorgio Napolitano in occasione della sua visita a Napoli in cui gli abbiamo ricordato, insieme alle altre anime del movimento, che negli anni novanta mentre emergevano i traffici di rifiuti industriali da Nord a Sud lui ricopriva il ruolo di Ministro degli Interni ed ha preferito tacere e non agire davanti al quadro che emergeva dalle inchieste della magistratura che delineava la causa del biocidio in Campania. Infine la giornata di ieri particolarmente movimentata. In mattinata abbiamo ritenuto opportuno recarci a Caivano alla parrocchia di padre Maurizio Patriciello insieme agli attivisti di #Fiumeinpiena ed ai Cittadini Campani per un piano alternativo dei rifiuti per contestare il presidente della Regione Stefano Caldoro. Lo abbiamo fatto all’esterno della chiesa rispettando le sensibilità dei fedeli cattolici e non turbando quella che comunque ci è sembrata una passerella fuori luogo. Nessuno ha delegato a padre Maurizio Patriciello il compito di rappresentare il movimento presso le istituzioni. Le 100 mila persone che sono scese in piazza il 16 novembre scorso si rappresentano da sole grazie all’enorme lavoro di radicamento territoriale che i comitati, le reti ed i coordinamenti hanno fatto in questi anni. Ad altri non abbiamo lasciato nessuna delega. Alle istituzioni abbiamo ribadito nell’assemblea di movimento che si è tenuta il 30 novembre a Napoli presso la Galleria Principe, che i provvedimenti sul biocidio devono vedere la trasformazione delle nostre proposte in soluzioni. Inoltre al Presidente della Regione Campania Caldoro abbiamo detto chiaramente che la condizione per discutere con la Regione è il ritiro del bando per la costruzione dell’inceneritore di Giugliano. Inoltre il decreto – truffa presentato all’inizio della settimana dal governo Letta non fa altro che mortificare e prendersi gioco del movimento. Un decreto che non dice assolutamente nulla: non parla di come, quando, con che soldi ed in che modo verranno fatte le bonifice; non parla dell’inceneritore di Giugliano; non contiene nemmeno una riga sul diritto alla salute, sulle cure per i tumori e sul potenziamento del servizio sanitario pubblico; non dice nulla sulla tutela del settore agricolo e sul sostegno ai contadini in attesa della bonifica delle terre. Davanti a questo provvedimento truffa emanato senza il confronto con i comitati e quindi in spregio alla domanda di democrazia e partecipazione che la piazza del 16 novembre scorso ha lanciato, ci è sembrato opportuno ricordare a Caldoro che non puo’ fare passerelle e che sarebbe meglio pensasse a dare risposte concrete al movimento.
La caduta di stile espressa da chi ha deciso di difendere in quel frangente Caldoro ed allontanarci dal parcheggio della chiesa pensiamo che si commenti da sola. Ci teniamo però a sottolineare che come Rete Common abbiamo sempre ritenuto importante il contributo dei comitati attivi in quell’area uniti nel Coordinamento Comitati Fuochi con il quale abbiamo lavorato e continueremo a lavorare in grande sinergia fondata sulla condivisione forte degli obiettivi e del percorso che deve portare il movimento al conseguimento degli stessi. Con il CCF abbiamo intrapreso una strada di coalizione con la presenza anche di altre forze attive nel movimento. Ciò che ci unisce è innanzitutto la centralità che diamo ai comitati ed ai bisogni dei territori. Chiarito dunque che nessuno ha mai consegnato una delega a padre Maurizio Patriciello e che quindi il suo contributo è esclusivamente personale e, come dimostrato con la contestazione di ieri mattina, non esente da critiche, ribadiamo l’importanza dell’unità dei comitati in questa fase. Davanti ad un provvedimento truffa dobbiamo rispondere con una nuova pressione ed un rilancio delle nostre proposte contro il biocidio. In questi giorni insieme anche al CCF ed a #Fiumeinpiena consulteremo i comitati territoriali e le realtà di base per costruire proprio sui territori giornate di mobilitazione nel più breve tempo possibile. Mobilitazioni che crediamo debbano riaffermare tre cose fondamentali: 1) l’assenza di democrazia nelle decisioni del governo e della regione Campania sul biocidio; 2) la validità della nostra piattaforma su bonifiche, salute, ciclo dei rifiuti ed agricoltura; 3) che il protagonismo dei territori impone all’agenda politica degli enti locali questioni da affrontare subito. Crediamo infatti – in merito a quest’ultimo punto – che oltre ad una vertenza nazionale esistano anche delle vertenza per aree territoriali. Sabato 7 dicembre riuniremo in una prima assemblea i comitati dell’area a nord di Napoli e dei quartieri della VIII Municipalità per stilare una piattaforma Stop Biocidio da agire in quei territori che vede come controparti i comuni e la regione.

Rilanciare la mobilitazione a partire dai territori è obiettivo di tutto il movimento. Noi scegliamo sempre la strada dell’unità – a partire dal riconoscimento politico reciproco – fondata sulle affinità ed è per questo che continueremo il percorso della coalizione Stop Biocidio insieme alle altre realtà affini con cui abbiamo percorso questi mesi di lotte e verso cui ci sentiamo di rinnovare le sinergie.

Rete Commons.