Gli ultimi giorni sono stati concitati nel rapporto
tra istituzioni ed il movimento contro il biocidio. Dapprima gli inviti dei
parroci dell’area nord a strappare i volantini contro l’inceneritore di
Giugliano ed il parallelo invito ad “avere fiducia nelle istituzioni” fatto a
Marano in occasione del non riuscitissima marcia delle chiese del decimo
decanato della curia di Napoli, poi la legittima contestazione al presidente
della repubblica Giorgio Napolitano in occasione della sua visita a Napoli in
cui gli abbiamo ricordato, insieme alle altre anime del movimento, che negli
anni novanta mentre emergevano i traffici di rifiuti industriali da Nord a Sud
lui ricopriva il ruolo di Ministro degli Interni ed ha preferito tacere e non
agire davanti al quadro che emergeva dalle inchieste della magistratura che
delineava la causa del biocidio in Campania. Infine la giornata di ieri
particolarmente movimentata. In mattinata abbiamo ritenuto opportuno recarci a
Caivano alla parrocchia di padre Maurizio Patriciello insieme agli attivisti di
#Fiumeinpiena ed ai Cittadini Campani per un piano alternativo dei rifiuti per
contestare il presidente della Regione Stefano Caldoro. Lo abbiamo fatto all’esterno
della chiesa rispettando le sensibilità dei fedeli cattolici e non turbando
quella che comunque ci è sembrata una passerella fuori luogo. Nessuno ha
delegato a padre Maurizio Patriciello il compito di rappresentare il movimento
presso le istituzioni. Le 100 mila persone che sono scese in piazza il 16
novembre scorso si rappresentano da sole grazie all’enorme lavoro di
radicamento territoriale che i comitati, le reti ed i coordinamenti hanno fatto
in questi anni. Ad altri non abbiamo lasciato nessuna delega. Alle istituzioni
abbiamo ribadito nell’assemblea di movimento che si è tenuta il 30 novembre a
Napoli presso la Galleria Principe, che i provvedimenti sul biocidio devono
vedere la trasformazione delle nostre proposte in soluzioni. Inoltre al
Presidente della Regione Campania Caldoro abbiamo detto chiaramente che la
condizione per discutere con la Regione è il ritiro del bando per la
costruzione dell’inceneritore di Giugliano. Inoltre il decreto – truffa presentato
all’inizio della settimana dal governo Letta non fa altro che mortificare e
prendersi gioco del movimento. Un decreto che non dice assolutamente nulla: non
parla di come, quando, con che soldi ed in che modo verranno fatte le bonifice;
non parla dell’inceneritore di Giugliano; non contiene nemmeno una riga sul
diritto alla salute, sulle cure per i tumori e sul potenziamento del servizio
sanitario pubblico; non dice nulla sulla tutela del settore agricolo e sul
sostegno ai contadini in attesa della bonifica delle terre. Davanti a questo
provvedimento truffa emanato senza il confronto con i comitati e quindi in spregio
alla domanda di democrazia e partecipazione che la piazza del 16 novembre
scorso ha lanciato, ci è sembrato opportuno ricordare a Caldoro che non puo’
fare passerelle e che sarebbe meglio pensasse a dare risposte concrete al
movimento.
La caduta di stile espressa da chi ha deciso di difendere in quel frangente
Caldoro ed allontanarci dal parcheggio della chiesa pensiamo che si commenti da
sola. Ci teniamo però a sottolineare che come Rete Common abbiamo sempre
ritenuto importante il contributo dei comitati attivi in quell’area uniti nel
Coordinamento Comitati Fuochi con il quale abbiamo lavorato e continueremo a
lavorare in grande sinergia fondata sulla condivisione forte degli obiettivi e
del percorso che deve portare il movimento al conseguimento degli stessi. Con
il CCF abbiamo intrapreso una strada di coalizione con la presenza anche di
altre forze attive nel movimento. Ciò che ci unisce è innanzitutto la
centralità che diamo ai comitati ed ai bisogni dei territori. Chiarito dunque
che nessuno ha mai consegnato una delega a padre Maurizio Patriciello e che
quindi il suo contributo è esclusivamente personale e, come dimostrato con la
contestazione di ieri mattina, non esente da critiche, ribadiamo l’importanza
dell’unità dei comitati in questa fase. Davanti ad un provvedimento truffa
dobbiamo rispondere con una nuova pressione ed un rilancio delle nostre
proposte contro il biocidio. In questi giorni insieme anche al CCF ed a
#Fiumeinpiena consulteremo i comitati territoriali e le realtà di base per
costruire proprio sui territori giornate di mobilitazione nel più breve tempo possibile.
Mobilitazioni che crediamo debbano riaffermare tre cose fondamentali: 1) l’assenza
di democrazia nelle decisioni del governo e della regione Campania sul
biocidio; 2) la validità della nostra piattaforma su bonifiche, salute, ciclo
dei rifiuti ed agricoltura; 3) che il protagonismo dei territori impone all’agenda
politica degli enti locali questioni da affrontare subito. Crediamo infatti –
in merito a quest’ultimo punto – che oltre ad una vertenza nazionale esistano
anche delle vertenza per aree territoriali. Sabato 7 dicembre riuniremo in una
prima assemblea i comitati dell’area a nord di Napoli e dei quartieri della
VIII Municipalità per stilare una piattaforma Stop Biocidio da agire in quei
territori che vede come controparti i comuni e la regione.
Rilanciare la mobilitazione a partire dai territori è obiettivo di tutto il movimento. Noi scegliamo sempre la strada dell’unità – a partire dal riconoscimento politico reciproco – fondata sulle affinità ed è per questo che continueremo il percorso della coalizione Stop Biocidio insieme alle altre realtà affini con cui abbiamo percorso questi mesi di lotte e verso cui ci sentiamo di rinnovare le sinergie.
Rete Commons.