Venezia. Tre università, zero politiche abitative

Un giro di spritz tra le case occupate

Venezia - Gli studenti di Ca’ Foscari e dello Iuav preparano altre occupazioni

17 / 10 / 2013

Cominciamo dalla fine (cosa che non si fa mai). Cominciamo addirittura da un post su Facebook. “E così, all'improvviso ti trovi davanti 50 persone parlano di casa, non solo, ma sono loro che parlano di precarietà post laurea, di voglia di sentirsi cittadini, linfa vitale di una città...succede così che ti chiedano: ma come faccio a diventare occupante? Sono felice” Cominciamo dal post di Marta proprio perché è un sunto perfetto dell’iniziativa organizzata ieri pomeriggio dagli studenti universitari di Venezia e che aveva come titolo “Aperitivo itinerante tra le case occupate”.

E proprio di un classico, venezianissimo, “giro di spritz” si trattava. Solo che invece di bacari e osterie si faceva tappa tra le case che gli studenti di Ca’ Foscari e dello Iuav hanno occupato per poter continuare gli studi senza svenarsi per pagare affitti impossibili alle agenzie private. Il perché è stata intrapresa la strada dell’occupazione, è spiegato nel comunicato che presenta l’iniziativa: “Gli affitti sono troppo alti, i trasporti insufficienti e troppo cari, mense, biblioteche, spazi per la socialità inadeguati. Governi di destra, di sinistra, di destra-sinistra rifilano alle generazioni più giovani scuole fatiscenti, atenei in rovina e dormitori-caserme. Studiare e abitare sono nostri diritti che vengono smantellati giorno dopo giorno! Per questo abbiamo individuato case di proprietà di Ca' Foscari o dell'Ater, lasciate vuote e al degrado, ne abbiamo riaperto porte finestre, ricostruito sanitari, ridipinto muri”.

Ca’ Tortuga, nel popolare quartiere di Santa Marta, è stata la prima casa ad essere occupata quattro anni fa, ai tempi dell’Onda Anomala. In questi anni ha dato ospitalità e la possibilità di laurearsi a 25 studenti. L’occupazione inoltre ha contribuito a rimettere in discussione i criteri con i quali vengono assegnati borse di studio e appartamenti nelle case dello studente. “Per essere considerato fuori sede devi essere residente oltre i 40 chilometri - spiega Marta - Una assurdità pensata col compasso e che non tiene contro della peculiarità di una città senza auto come Venezia”.

Peculiarità che lascia poco spazio tanto agli studenti quanto alle giovani coppie in cerca di una casa. Sul mercato, non trovi un posto letto a meno di 200 euro. La media si aggira sui 4 o 500 euro. Non è una città per giovani, questa. Tante case, soprattutto nei quartieri universitari, non sono altro che magazzini ristrutturati alla bell’è meglio. Ristrutturazione che non possono tener conto dell’acqua alta. Così, quando butta a scirocco, ti capita di trovarti trenta centimetri di laguna sotto il letto.

Se si esce dal mercato privato, le alternative sono davvero poche. L’Esu versa in fallimento cronico tra tagli e incapacità gestionale. Inoltre con 400 posti contro una popolazione stimata sui 25 mila studenti, può fare ben poco. In quanto a Ca’ Foscari, seguendo una pura logica gestionale (fallimentare, tra l’altro) ha appaltato il servizio ad un “ufficio housing” che risolve tutto dirottando verso il privato. Rimane solo la Pastorale, un ente religioso che gestisce 1500 posti letto. Ma anche a voler soprassedere sul costo di un letto che non ha nulla da invidiare alle agenzie di San Marco, rimane il fatto che gli orari sono da clausura, la socialità imposta e la messa obbligatoria. Capirete che anche per chi vuole salvarsi l’anima queste condizioni non son facili da mandar giù!

Così si marcia a Venezia. Tre università, zero politiche abitative. “Per questo - conclude Filippo, occupante di Ca’ Tortuga - abbiamo deciso non solo di occupare ma a anche di proseguire e di incentivare le iniziative di occupazione. Abbiamo individuato altri appartamenti vuoti e degradati di proprietà dell’università e ci entreremo presto, ristrutturandoli e riadattandoli alle nostre esigenze. L’importante è occupare in maniera consapevole, senza forzature con il vicinato ma, anzi, ‘adottandolo’ come ci piace dire. Abbiamo vinto processi proprio perché i vicini hanno testimoniato a nostro favore. Certamente tutti preferiscono avere dei giovani come noi nell’appartamento di sopra, piuttosto che infiltrazioni e pantegane. Voglio dire, non è un caso se la signora del, piano di sopra ogni tanto ci viene a trovare con una torta in mano!” 

Assemblea studenti. Intervento di Filippo

Assemblea studenti. Intervento di Marta